ARTIFICIALI & Co

 

 

 

 

 

 

El Raton

Luciano Cerchi (Febbraio 2009)

Lo spinning è, e rimane, la grande passione della mia vita! Ma questo non significa che io abbia pescato solo ed esclusivamente con questo metodo, perché ho sempre sostenuto che con il dovuto rispetto, qualsiasi tecnica è degna di essere praticata.

Così, oltre naturalmente ad appassionarmi al casting, negli anni 70 e per alcuni anni, mi sono cimentato anche con la pesca a mosca. In seguito, ho praticato questa tecnica molto raramente, pur senza abbandonarla completamente. 

Da qualche anno però ho ritrovato un certo interesse per la “coda di topo” perché indispensabile per lanciare esche leggerissime. Mi sono quindi dedicato alla realizzazione di artificiali da black bass, ma anche da trota e cavedano (escludendo completamente il luccio, per una personalissima concezione dovuta al fatto che lo stress della cattura è estremamente dannoso per questo predatore!) con materiali sintetici come il foam, escludendo completamente la costruzione di mosche (sia secche che sommerse) per saltare a piè pari la fase insettivora  per  trote e cavedani, preferendo piccoli minnow (galleggianti e affondanti) impossibili da lanciare con lo spinning. 

Per il bass ( che pesco da terra ma soprattutto dal belly boat) è stato più semplice, ho realizzato rane, libellule ed artificiali di pura fantasia da utilizzare in piena superficie per approdare infine al “Raton” (topo in spagnolo) che è un topolino di foam, facilissimo da realizzare come vedremo nei pochi passaggi costruttivi. 

Prima di continuare, aggiungo che il topo viene comunque attaccato anche dal luccio, ma io lo utilizzo solo nelle acque che ben conosco, dove la presenza dell’esocide è praticamente nulla. In ogni caso, l’esca  è montata su amo singolo, quindi le operazioni di slamatura  sono senz’altro facilitate.

La costruzione de El Raton

Ho utilizzato un amo dritto tipo Aberdeen del n. 3/0 ed ho rivestito il gambo con filo da montaggio, per evitare che una volta incollato  il corpo, non ruoti e rimanga ben saldo nella posizione iniziale.

Ho reperito un pezzo di foam di recupero, utilizzato probabilmente per imballaggio. E’ del tipo spugnoso, molto morbido e leggerissimo. Ho tagliato una sezione adeguata con il mio Opinel.

Dopo aver tagliato in metà la sezione ottenuta, ho iniziato a ritagliare i bordi con una forbice a curva tonda.

Come si può notare, la forma del Raton inizia già a prendere la sua linea con il solo ritaglio!

Con il solito Opinel, pratichiamo un taglio lungo la lunghezza del corpo per poterlo successivamente inserire sull’amo.

Con della comune carta vetrata a grana grossa, si scolpisce a mano libera la linea del corpo, ottenendo altresì l’effetto pelo, perché il foam morbido si sfalda creando una superficie vaporosa ed irregolare.

Ottenuta l’immagine semidefinitiva, la incolliamo con della colla cianoacrilica sul gambo dell’amo a cui avremo precedentemente legato una strisciolina di pelle di daino sintetica, che fungerà da coda. 

Con la stessa pelle della coda, ritagliamo due dischetti che fungeranno da orecchie, avendo cura di lasciare una sottile strisciolina per ognuna, per  infilarla nella cruna dell’ago che poi si inserirà all’interno della testa, bloccandole con una goccia di colla. In foto si vedono le sezioni delle orecchie  già asportate.

Ed ecco le componenti delle ultime fasi che non hanno bisogno di corredo fotografico. Notiamo gli occhi che incolleremo sul muso, il filo di nylon con cui faremo i baffi (sempre inseriti con l’ago e fermati con la colla). Insomma il montaggio è intuitivo! 

Ed ecco il prodotto finito! 

 

Il mio Raton è lungo poco più di quattro centimetri e pesa circa un grammo, ma  voi, se vorrete utilizzarlo con la tecnica dello spinning,  potete senz’altro realizzarlo più grande e più pesante.

Nota finale: l’effetto pelo del foam che si solleva, è stato trovato del tutto casualmente…ma pare che abbia coinvolto un buon numero di estimatori… oltre a mia moglie!

Luciano Cerchi ( luciano.cerchiAAA@AAAalice.it ) togli le "A" antispam

 

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