ARTIFICIALI & Co

 

 

 

Autocostruzione Jerk da Luccio Glider e Diver

Testo e foto di Mauro Maccagnani (Sipadan) Genn. 2011

 

I jerk ( o jerkbait) da luccio sono esche anche molto diverse tra loro, come pesi e dimensioni, materiali e usi.

Diciamo che di norma si tratta di esche senza paletta, che vanno dai 10 cm per 25 grammi a oltre 30 cm per 200 e più grammi.

Principalmente sono di diversi tipi di legno, più raramente in resina piena anche se alcuni sono internamente cavi, possono o meno avere il rattling interno.

Il rattling è un sistema che consente di far generare rumore all’esca in movimento.

In genere consiste nel ricavare una cavità nell’esca  che viene in parte riempita con materiali che muovendosi dinamicamente generino rumore.

Esistono “rattle” commerciali che sono in genere realizzati in vetro e palline di acciaio, fino al cristallo e palline di titanio.

Se vogliamo realizzare rattle artigianali ci possiamo affidare a diversi sistemi quali pallini o sferette di ferro/acciaio in una cavità del legno, per aumentare la sonorità chiusi in tubini di alluminio, ferro, acciaio, plastica, molle.

Il rattle in teoria è più efficace in acque velate o torbide.

Il mio parere personale è che spesso fa più danno che beneficio nelle acque che batto, per cui vedrete realizzazioni senza, la tecnica per inserirlo però e semplice e sul sito sono disponibili diverse soluzioni.

Per dare una prima selezione partiremo dai jerk più comuni e più semplici da usare.

Infatti, come in tutta la pesca a spinning, l’esca è tanto più efficace ed efficiente quanto più ci crediamo e quanto più la sfruttiamo a pieno nelle sue potenzialità.

Per poter essere di esempio ai più ci focalizzeremo su poche esche abbastanza semplici da costruire e gestire, di peso non eccessivo visto che cercheremo di stare sotto i 100 grammi di esca finita, costruite utilizzando il materiale più comune da reperire, ovvero il legno, e che realizzino appunto esche facilmente utilizzabili in pesca visto che se ben realizzate vanno da sole con un andamento destra sinistra (detto side to side) oltre a rispondere con larghe sbandate alle jerkate, ovvero ai colpi di canna che potremmo imprimere in azione di pesca o anche alle “twitchate” ovvero a rapide accelerazioni imposte accelerando il recupero col mulinello, se ben costruiti rispondono ovviamente bene alle jerkate.

Questi tipi di jerk   sono chiamati  glider ed hanno un tipico movimento side to side regolare.  

Alcuni muovono sia recuperandoli dritti che con jerkate di mulinello e canna, altri solo con jerkate e il loro movimento side to side va utilizzato insieme a pause più o meno lunghe e colpi decisi.

Il loro assetto va dal galleggiante al suspending di norma, jerk affondanti possono avere utilità in quanto se recuperati veloci battono acque anche profonde ma sono casi abbastanza insoliti.

Noi ci focalizzeremo su creare jerk lievemente affondanti che stiano quasi in superficie quando recuperati.

 

Altra “categoria” di jerk sono i diver che in prima approssimazione sulla jerkata detta anche “pullata” vanno verso il fondo per poi risalire essendo tutti galleggianto o floating in inglese, con diverse velocità e modalità di risalita, azione su cui spesso mangia il luccio.

Non è insolito vedere risalite molto diverse in funzione della eventuale piombatura e della tipologia di realizzazione, in genere sono tutte redditizie.

Di certo è un’esca poco usata che richiede fiducia nell’uso e spesso da soddisfazioni.

 

Senza fare un trattato e indicando i materiali facilmente reperibili, esclusa la balsa perché troppo fragile , io uso il pioppo, ma va bene pure la samba in tutte le varietà e materiali più densi fino al faggio o al rovere passando per il mogano.

Legni densi richiedono meno piombo per raggiungere l’effetto lentamente affondante, legni leggeri richiedono più piombo per arrivare allo stesso effetto con pesi finali non troppo dissimili.

Il pioppo per la mia esperienza da un ottimo rapporto col peso finale dell’esca pur mantenendo un’ottima solidità.

Evitate legni con troppa nervatura tipo abete vi riporto valori indicativi della densità, più è bassa più il legno galleggia (e in genere è un po più morbido), vi indico alcuni pesi specifici:

Balsa 0.1   <> Samba, obeche, ayous 0.35-0.50 <> Pioppo 0,5 <> Mogano 0.6 <> Faggio 0,7 <> Rovere 0,75.

Ovviamente sono indicativi, dipendono dall’essiccazione, e per molti legni esistono diversi materiali –o molto simili- con lo stesso nome, vedi la samba.

Jerk realizzati con legni pesanti si portano al livello di lentamente affondanti con poco piombo e risultano  meno reattivi e nervosi, salvo ben comportarsi in genere su jerkate potenti, movimenti ampi e lenti.

Jerk realizzati con legni leggeri richiedono più piombo per trovare lo stesso assetto ma risultano più reattivi a lievi jerkate, soffrendo di più su jerkate potenti, con moto più stretto e frequente.

Ricordo a tutti che sono esche da lucci, quindi il loro uso è legato indissolubilmente al cavetto e all’uso di trecciati (altamente raccomandati con carichi di almeno 65 libbre , 80 con i jerk grossi) meglio è  meglio evitare i monofili perché essendo elastici fanno perdere contatto con l’ esca e cresce inutilmente il rischio di perdere l’esca magari in bocca al luccio.

Come tipo di cavetto è da preferire per i glider una cosiddetta “asta da jerk”, un cavetto in acciaio armonico rigido o titanio rigido con carichi di rottura elevati, anche oltre le 100 libbre .

Questo cavetto non piegandosi mantiene il jerk più in contatto con la canna mentre per i diver io trovo perfetto il fluorocarbon.

I cavetti da lucci sono storicamente in diversi materiali:

·         Acciaio monowire rigido, un unico   fil di acciaio più o meno spesso , ovvio che più è spesso più alta è la tenuta, fino a 150 kg . (asta da jerk);

·         Titanio monowire (asta da jerk);

·         Titanio morbido, anche annodato;

·         Acciaio termosaldante in diversi libbraggi   da saldare con l’accendino facendo molta attenzione(uno dei primi disponibili);

·         Fluorocarbon almeno del diametro 100 ( 100 libbre o oltre) da crimpare (chiudere in tubini di metallo facendo un’asola) con tubini da crimpaggio e apposite pinze;

Una simile varietà di cavi, fatto salvo le recenti introduzioni del titanio, è giustificata sia da fattori storici che da diversi comportamenti in acqua.

L’asta in monowire rigida facilita molti tipi di recupero e agevola il moto destra sinistra (side to side) del jerk, impedendo che nelle spanciate venga a contatto col cavetto o col tracciato.

I cavetti morbidi (termosaldante o fluorocarbon) danno più mobilità alle esche, su tutto sono eccellenti per la gomma.

Raccomando sempre di provare l’esca con diversi cavetti, per capire con quale tipologia rende meglio e che recupero da la miglior resa a quella specifica esca.

Per Realizzare un asta da jerk con il fai da te vedi questo articolo sul sito.

Anche se si opta per realizzare jerk più piccoli e leggeri vi posso garantire che non c’è reale vantaggio, pescando a casting come mi sento di consigliare sempre, nel passare da un 65 libbre a un 50 libbre in fase di lancio o recupero e al contrario  un forte incremento nel rischio di perdere esche in fase di lancio in caso di parrucche.

Progetto di un GLIDER

Materiale necessario

  • Legno in tavolette spesse almeno 2 cm alte 6 cm
  • Schemi e progetti riportati nell’articolo
  • Attrezzi per tagliare, dal traforo elettrico (se lo si ha)  alle seghe da legno
  • Carta vetrata in due o tre grane diverse, lime e raspe per legno
  • Piombo per piombare il jerk, vanno bene cilindri (io li colo ad hoc), pallettoni commerciali, lastrine di piombo avvolte si se stesse
  • Stucco veramente buono, ottimo lo stucco da marmisti o qualsiasi stucco bicomponente al poliestere (usare poiché contiene stirene in ambienti ben arieggiati)
  • Trapano e/o dremel o similare, al limite anche a mano
  • Viti a occhiello commerciali o anelli con corpo filettato autocostruiti da bloccare con stucco o colle bicomponenti
  • Occhi commerciali o un po di vena artistica
  • Vernici (io le do a pennello- acriliche all’acqua, ma i maestri o con bombolette spray o anche con aerografo con o senza mascherature per gli effetti)
  • Vetrificante   o analogo per rendere dura e impermeabile la superficie dell’esca

 

Procedimento costruttivo

Dallo schema voluto si disegna tramite una sagoma ricavata da una fotocopia sul legno la sagoma voluta.

Stante i progetti descritti raccomando il pioppo se lo trovate o il samba.

Inizialmente raccomando di seguire il progetto, variare specie lo spessore porta a esiti non sempre felici.

Ritagliate il jerk

Se avete il traforo elettrico e una discreta mano potete ottenere la sagoma quasi perfetta, se lavorate con sega e raspa lasciate la sagoma almeno mezzo cm più grande dell’originale.

Infatti limando con una raspa si porta via molto materiale  e le rifiniture vanno fatte con lime da legno più sottili poi a carta vetrata progressivamente più fine.

Ovviamente si rifinisce il tutto con il dremel o carta vetrata molto fine.

 

Progetto di un DIVER

Qui visto che salvi rari casi (il suick thriller, che non tratteremo qui) si parla di esche a sezione tonda sarebbe opportuno partire da cilindri di legno o meglio ancora da doppi coni realizzati ad hoc con un tornio.

Si può fare tutto pure a mano (partendo tipicamente da un manico da badile..) ma è complesso e faticoso e non raggiungeremo quasi mai la simmetria tipica del tornio.

Il doppio cono che ci troveremo per le mani può essere declinato in diverse maniere.

Si va da 12 cm a oltre 30….

Preparate il “sorriso”

In genere su queste esche per agevolare l’affondamento si possono seguire due teorie:

1)    spianare al parte superiore per ricavare una specie di “pala”, molto semplice ma con l’inconveniente di richiedere di certo piombo perché la parte inferiore risulta con più massa di quella superiore quindi avrebbe tendenza a girarsi

2)    ricavare nella parte inferiore degli scassi (il sorriso) che facilitino l’affondamento, sono in genere scassi orientati verso l’alto e verso l’esterno

ora sia che abbiate realizzato un diver o un glider dobbiamo dare l’assetto giusto .

 

Preparate le sedi per il piombo (se servono)

Ricavate i fori dove indicato nel progetto nella misura più vicina ai cilindri o alle sfere di piombo che avete, i fori devono essere il più possibile nel mezzo (il jerk altrimenti o non nuota o nuota storto) e il piombo tenuto il più basso possibile.

Io per piombare uso segmenti di cilindri di piombo che mi colo apposta, il vantaggio è che sono “a misura” del foro, sigillano con poco stucco o epossidica, basta un foro più corto rispetto all’uso di pallettoni per es. e non di poco.

Col trapano potete fare i fori dove mettere gli anellini, molto piccoli ( 1 mm lunghi 5 mm ) .

Se avete dubbi io trovo idoneo testare l’esca con viti in acciaio avvitate – specie per i glider-  che hanno il grande vantaggio di essere riposizionabili quasi senza fatica e con danni facilmente riparabili a fronte di poter testare diversi punti di attacco per variare il nuoto.

Anellini alti rispetto all’asse del jerk lo portano a scendere facilmente, anellini sotto lo portano a salire.

Ovviamente dei diver gli anellini salvo casi anomali stanno sull’asse del jerk.

Le ancorette

Premesso che vanno usati split ring adeguati all’attrezzatura quindi da ALMENO 80 libbre o più.

Se stiamo cercando lucci oversize vale la pena di montare le ancorette migliori come tenuta badando bene a bilanciare il size dell’ancoretta, il suo peso, la sua robustezza e la sua affilatura .

Purtroppo in genere le ancorette più affilate non sempre sono le più robuste e le più robuste in genere sono pesanti e non sempre il massimo come punta .

Qui serve il miglior compromesso e fare tanti tentativi per vedere se ancorette diverse modificano il nuoto dell’esca (a volte pure in meglio) .

Il mettere pesi diversi modifica il nuoto ma se so che ho il 90%  di mangiate di pancia qui metterò l’ancoretta in cui credo, magari in 4/0 se sono a caccia di mostri lasciando magari un 2/0 in coda o viceversa.

Io tutte le esche nuove –essendo un auto costruttore- le sto armando con ancorine SENZA ARDIGLIONE di fabbrica per buoni motivi .

- Si perdono, per me, gli stessi pesci, non di più :

- Si prendono molte più mangiate essendo terribilmente affilate, consentendo di allamare anche “musate” o tocchi subdoli ;

- Danneggiano meno il luccio ;

- Se per malasorte si piantano in un braccio o mano si levano molto meglio e ho già visto casi imbarazzanti con l’ardiglione su laghi remoti dove “operare” in barca con le pinze e non è il massimo .

Se anche sono un po più deboli delle migliori con ardiglione (cui in genere schiaccio l’ardiglione prima di andare in pesca) in fin dei conti se si deformano il luccio si libera e in caso di incaglio provo ad aprirle recuperando l’esca.

Testate l’assetto prima di verniciare

Se temete di danneggiare il legno (non si danneggia per pochi minuti…..di prove) date una mano di vetrificante, salvo che non vogliate poi mettere le livree incollate nel cui caso non mettete nulla sul legno .

Incastrate il piombo cui avete pensato con stucco per vetrai che è facilmente rimovibile, o con la carta da carrozzai attaccato sotto .

Testate SEMPRE con ancorette, split ring, viti o anellini incollati con la carta per carrozzai e calcolate lo stucco che vi servirà.

Un assetto interessante sarà leggermente galleggiante con l’esca verticale (sintomo di piombatura ben centrata) .

Lo stucco per fermare i piombi, la vernice e il coprente vi porterà a renderlo molto meno galleggiante .

Se è non complicato correggere un’esca troppo galleggiante (che tra l’altro se ben progettata scenderà nell’uso) è molto più complicato togliere piombo da un’esca troppo piombata.

Per mettere più piombo si fa un forellino e si mette un cilindretto di piombo.

Per togliere piombo, con tutte le protezioni del caso (guanti, occhiali, mascherina) si può cercare di forare con una punta da trapano il punto dove è inserito il piombo.

Ne usciranno striscioline di piombo e alleggeriremmo l’esca.

Se l’assetto vi soddisfa passate alla verniciatura e alla rifinitura .

Non prima di avere bloccato le viti rimovibili in posizione con l’epossidica o meglio ancora sostituendole con anellini incollati con stucco da marmisti, epossidica bicomponente o ciano acrilato (attack).

Io uso pennello a mano e colori acrilici, sempre dopo aver fissato bene i piombi con lo stucco, lisciato lo stucco in eccesso, inseriti gli occhielli autocostruiti con o stucco o avvitate le viti ad occhiello (non bloccatele adesso col bicomponente, il vantaggio delle viti è che possono essere con poca fatica riposizionate) .

Va bene lo spray, l’aerografo o quel che preferite.

Per la rifinitura se siete principianti va benissimo il vetrificante per parquet, sia all’acqua che bicomponente, il primo non puzza il secondo è più robusto.

Poi se siete professionisti vi sono resine, vernici e simili bicomponenti di tutti i tipi, più difficili da gestire ma più costose e difficili da dare.  

Le livree incollate

Sui glider che hanno di norma i fianchi piatti è facile per esempio applicare una livrea incollata al jerk invece di dipingere a pennello , usare aerografo o bombolette.

Procuratevi un’immagine, sia esso un disegno o una foto, della livrea che volete dare alla vostra esca.

Se siete bravi grafici potete variare colori e tonalità con qualsiasi programma di editing fotografico, peraltro esistono tante bellissime livree disponibili.

Un semplice suggerimento, utilizzando word è facile cambiare forma a qualsiasi foto, allungandola o stringendola ed è facile ruotarla (specchiarla) per fare i due “lati” del pesce.

Basta inserire l’immagine in word e cambiare la forma della finestra “tirandola” dai lati.

Ovviamente l’immagine andrà stampata a colori.

Sul legno grezzo, ben coperto di vinavil, appoggiare il retro della livrea tagliata a misura ben bagnata anch’essa di vinavil, con le mani pulite (tenete a portata di mano uno straccio) appoggiate bene la livrea al fianco del jerk (il fatto che sia piano ci aiuta tanto) e fatela aderire ovunque, limitandovi alla superficie piana.

Attendete almeno 24 ore prima di fare qualsiasi altra cosa.

Il sopra e il sotto del jerk li coloreremo poi a pennello o con una bomboletta col classico bianco o giallo sotto e nero o verde sopra.

Un piccolo segreto, prima di immergere nel vetrificante date una passata sui bordi della livrea con carta vetrata sottilissima per togliere anche il minuscolo gradino innescato dallo spessore della carta.

Sul sito sono presenti numerosi articoli relativamente ai sistemi di pitturazione della livrea e verniciatura a cui vi rimando se interessati.

L’esito potrebbe essere questo…..

Con queste conseguenze

Però poi prepariamoci a rifare le esche che potrebbero uscire così ridotte.

(sia col vetrificante che con protettivi duri)

 

Questo per ora è quanto, ciao a tutti e buona p... ermanenza sul nostro sito!

Mauro Maccagnani (Sipadan) 

Black Bass & Co
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