ARTIFICIALI & Co

 

 

 

Salmerino Deep
Salmerino jerk (simil Diving Riprizer)

 Testo e foto di : Emanuele Paolucci (Cepi2) - Ottobre 2011

Col presente tutorial andremo ad imparare come realizzare un esca utilizzando una dima personalizzata e cercando di imitare le sembianze e le movenze di nuoto di un noto artificiale molto catturante: il Diving Riprizer di Imakatsu; mentre però questa esca giapponese molto tecnica è fatta in polimero plastico, noi invece la realizzeremo in legno. L'esca originale ' un esca molto catturante dal nuoto stretto e che durante i rilasci ritorna lentamente in superficie salendo di testa ed ondeggiando lentamente.

Premetto che la spiegazione di come costruirlo ricalca le prime fasi di un progetto; perciò anche se ho fatto ed usato alcuni prototipi eseguirò per passaggi la costruzione come se fosse la prima volta; questo per maggiore chiarezza di esposizione ed anche per dare l’opportunità a chi volesse provare a rifarlo di personalizzarlo ulteriormente.

Alcuni passaggi li salterò volutamente perché sono già noti da tempo e presenti nei vari tutorial già pubblicati in precedenza; mi soffermerò invece su alcune fasi  e sulle novità tecnico/costruttive in modo da concentrare l'attenzione del lettore sui punti salienti.

Cominciamo quindi a scegliere la forma del nostro pesce e disegniamo una dima stampabile e ridimensionabile a computer con un software grafico o con l'aiuto di una semplice fotocopiatrice.

Ritagliamo ora i contorni della nostra sagoma e incolliamoli su un listello di legno; in questo caso ho scelto la samba perché è un essenza facilmente lavorabile e reperibile in molti negozi specializzati in fai da te e bricolage.

Dopo avere ritagliato la sagoma nel grezzo non ancora smussato (vedi foto sopra), andiamo a segnare da subito il punto in cui effettuare il taglio della paletta.  

Per tracciarlo di solito utilizzo una dima che ritaglio da un angolare in plastica, ma è preferibile realizzarla con materiali più rigidi come il lamierino di alluminio o di ottone perché in questo modo la dima rimarrà integra per un periodo molto maggiore.

Si esegue quindi il segno su un lato del grezzo come da foto

E poi facendo scorrere la dima sulla pancia del grezzo fino a raggiungere l’angolo del segno precedente si effettua il secondo segno come da foto.

Si passa quindi a sbozzare e rifinire il grezzo dando una forma prevalentemente da jerk, ovvero smussando leggermente il muso, rastremando di poco la coda e arrotondando dorso e pancia ma lasciando gli stessi piatti nel loro culmine.

In pratica la sagoma deve diventare come quella che vedete  nella foto qui sopra.

Nel frattempo eseguiremo i fori per l’alloggiamento degli anellini avvitati.

Prestate particolare attenzione a quello di testa; é lui che ci darà il movimento voluto e deve quasi toccare la paletta come potete notare dalla foto dove si vede l'esca di fianco.

Questa è un esca a tre ancorette; consiglio di fissare i due anelli di pancia - nel caso vogliate mettere delle ancorette maggiorate - girati di 90° rispetto alla lunghezza; questo accorgimento permette agli split ring di fare meno escursione evitando così l'antipatico e sempre negativo intreccio delle stesse.

Nel caso invece vogliate optare per il doppio amo potete anche metterli nel modo classico, ovvero in direzione della lunghezza dell’artificiale.

A questo punto impermeabilizziamo l’artificiale prima di eseguire le prove in acqua per trovare la giusta zavorra.

Come limitare la quantità di piombatura:

Per limitare la quantità di piombo da mettere come zavorra, approfitto di tutto il corpo del grezzo, semplicemente sfruttando l’appesantimento che mi offre la lamina di alluminio con cui rivesto i due fianchi dell'esca.

Infatti come potete notare dalla foto sopra, applico le “guance”di alluminio sui lati e poi do una mano di resina epossidica liquida dopo aver bloccato con la stessa gli anellini in sede riempiendone i fori.

Nelle esche che faccio in piccola serie - dopo aver stabilito la giusta piombatura - di solito preferisco usare un sistema diverso e cioè fissare gli anellini, dare il protettivo (resina epossidica) e quindi decorare.

Ma questo metodo da usare soprattutto nei primi e nei prototipi mi permette da subito di ottenere il giusto compromesso tra piombatura e finitura nei minnows galleggianti senza eccedere nel peso e darmi l’idea giusta di come viene il lavoro finito.

Passiamo quindi alla prova di piombatura in acqua

Come si capisce dalle due foto ho applicato dei pesi, in questo caso due sfere di piombo da 2 g l’una più le tre ancorette, gli split ring e la paletta.

Le sfere le ho messe in posizione con dei pezzetti di nastro gommato da carrozziere.

Come si intuisce sempre dalle foto, l’artificiale deve avere un assetto in acqua con la schiena, o meglio la porzione della schiena al massimo della curvatura, fuori dall’acqua per avere un giusto nuoto durante la trazione.

La paletta invece deve rimanere sommersa di pochi millimetri per permettere da subito il movimento giusto sin dal primo recupero, sia che avvenga su trazione che jerkato.

Per la paletta ho usato questa forma replicabile da dima:

Nella dima ho segnato il punto in cui fare una leggera concavità nel lexan (in questo caso da 1.5 mm) mentre le lineette rappresentano il punto in cui fare un incavo con le pinze piatte che parte dalla punta della paletta fino al perimetro della conchetta.

La porzione della paletta che deve sporgere dall’artificiale è di circa 3 cm. massimo 3.5 cm. e deve entrare nel grezzo di almeno 50 mm. perciò la paletta ha una lunghezza  totale di circa 3.5 - 4 cm.

Passiamo quindi ad eseguire i fori per l’alloggiamento del piombo che avremo precedentemente segnato durante le prove in acqua; i fori in questo caso sono fatti con una punta di 0.9 mm.

Questa è la fase particolare che ci permette di simulare il comportamento del legno come fosse plastica termosaldata o resina.

In questo caso ho messo la sfera di piombo fissa nella parte posteriore e mobile in quella anteriore effettuando questo procedimento:

Ho usato un tondino di samba di circa 1 cm. ed ho praticato con una fresa tonda una concavità che permette al piombo di rimanere in posizione centrale ma di muoversi in tutte le direzioni.

Quindi ho preso un temperamatite ed ho fatto una leggera punta.

Poi ho preso il tondino (con la concavità e il diametro adeguato grazie al temperematite) infilandolo nel foro inserendo precedentemente la sfera di piombo.

A questo punto ho segnato con una matita il punto in cui tagliare ed ho rifilato il tutto lasciandone una porzione sporgente così

Ho provato quindi ad agitare il tutto per ascoltare il rumore della zavorra in modo da avere un idea di quanto sia l’escursione interna. Se non la riterrete sufficiente andrete ad allargare la sede in legno in cui viene alloggiata la sfera.

Si incolla quindi leggermente il cono del dischetto, si infila la sfera e si chiude il tutto e si blocca con stucco anche quello posteriore così

Adesso abbiamo pronto l’artificiale per la decorazione finale, che ovviamente lascerò libera alle preferenze di ognuno di voi.

Particolare della paletta:

 

Alcune considerazioni:

A) È possibile inserire un rattling nella parte anteriore usando questo sistema:

Usando cioè delle coppelle di rame, facilmente reperibili nei negozi di idraulica o ferramenta ben forniti; basta effettuare un foro circolare nel grezzo e si inseriscono dei pallini molto piccoli di acciaio; per intenderci quelli dei cuscinetti a sfere.

Nell’esempio che vedete in foto ho usato un piombino solamente per rendere l’idea.

Le stesse coppelle ovviamente possono essere usate anche per la zavorra principale.

 

B) la piombatura si può eseguire in vari modi con le varianti del caso:

  1. piombi fissi. Questi permettono una grande stabilità e la possibilità di usare l’artificiale anche in corrente nonostante la grossa paletta anteriore. È il caso ad esempio della pesca di grossi pesci come aspi, trote marmorate ecc.

  2. un piombo fisso ed uno mobile. È il caso del presente tutorial ed è la classica via di mezzo. Il fatto che ci sia una parte della zavorra mobile permette nei colpetti di cimino e nelle jerkate più violente dei movimenti inconsueti che una zavorra fissa non dà e molto adescanti. Gli stessi data la concavità presente nel “tappo” che chiude l’alloggiamento ne permette un ritorno in asse permettendo all’artificiale di recuperare l’assetto comunque. È mediamente difficile da eseguire perché anche sbagliando di poco l’asse di piombatura tende ad auto centrarsi. Eventuali difetti si riscontrano solo recuperandolo velocissimo ma comunque mantiene lo stesso l’assetto sbandando leggermente solo da un lato.

  3. tutti i piombi mobili. È il più difficile da riprodurre perché non permette errori sia nel centraggio dei fori che in quello degli anellini soprattutto in quello di testa. Di contro la mobilità è molto più accentuata nelle sbandate laterali e nella risalita in superficie offre maggiore rollio all’esca. Quindi più instabile nei movimenti ma evidentemente in alcuni casi molto più adescante, come gli originali in plastica termosaldata o resina.

  4. è possibile alternare il peso per permettere un affondamento più o meno marcato della coda in fase di riposo. Quindi ad esempio una volta calcolata la zavorra necessaria mettere la parte più pesante in coda e quella anteriore leggera della metà. Un rapporto circa di 2:1.

  5. è possibile dalla dima originaria assottigliare di più la forma nel senso dell’altezza mantenendone un nuoto simile ma più stretto e frenetico.

  6. è possibile anche costruire artificiali di dimensioni maggiori. Grazie alla dima stampabile mantenendo le proporzioni potrete arrivare alle misure che vorrete. Difatti ne ho preparati anche di 13 cm. contro i 10 cm di questo presente nel tutorial. Ma si può fare anche l’inverso rimpicciolendoli. Nel caso di artificiali oltre i 10 cm. è meglio comunque prevedere un alloggiamento in più per del piombo supplementare.

 

Considerazioni finali:

Questo tutorial per il momento termina qui, spero vi serva per costruire esche molto catturanti; la seconda fase e cioè quella delle finiture la spiegherò in un tutorial successivo; vi ringrazio per la pazienza che avete avuto nel leggermi sin qui e soprattutto per cercare di capire tutto quello sopra esposto; vi aspetto sul forum per eventuali chiarimenti o dubbi.

Per approfondimenti e discussioni  vi invito sul  forum di autocostruzione


Ciao e buona p...ermanenza sul sito!!!!!

Emanuele Paolucci

 

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