ARTIFICIALI & Co |
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Turbo Rider Crank Testo e foto Manuel Pinzon (Navar) Febb./07
Dato il periodo
oramai quasi primaverile ho scelto di partire con un’esca adatta al
predatore di turno vale a dire il luccio ma direi che anche i primi
mega-bassoni di stagione potrebbero essere interessati per non parlare
delle sandre (lucioperca) sempre più diffuse nelle nostre acque.
Partiamo quindi con un bel crank di dimensioni “umane” ma comunque
abbastanza voluminoso e di un colore che non passa certamente
inosservato: l’intramontabile Testarossa. Utilizzo: Ottimo crank da
utilizzare in piccoli e medi corsi d’acqua o cave e laghi di
piccola-media entità. Sarebbe ideale una canna da casting da 6’10”
(circa 2.10 m) con potenza di lancio di 1 oz (28 grammi) azione medium
ma ci si può adattare anche con una canna
da spinning con pari caratteristiche sapendo che dovremo
sopportare un po’ di vibrazioni e di fatica in più. La forma
piuttosto stretta dei fianchi riduce comunque di molto questi fastidi
offrendo meno resistenza all’acqua. Lo possiamo usare
recuperato linearmente ai limiti degli erbai, visto in acqua da
l’impressione di un pesciolino in salute ma… molto incosciente!!! Lo
si può recuperare alternando al recupero normale alcuni strappi decisi,
lo vedremo spanciare vistosamente sull’asse orizzontale per poi
riprendere immediatamente il suo assetto originale. Ricordatevi di
utilizzare sempre il cavetto d’acciaio se sospettate (ancora
maggiormente se è certa) la presenza di lucci in loco e… Buon
Divertimento. Dettagli:
Materiali Legno: samba/obeche/ayous. Misure listelli:
100 cm x 2 cm x 3 cm in genere il più utilizzato Filo di acciaio
inox 1.2 mm. Lastra di
policarbonato da 2 mm Stucco da marmista
bicomponente (pasta e catalizzatore). Fondo turapori
nitro trasparente. Vernici acriliche
in bomboletta. Vetrificatore per
parquet monocomponente e resine epossidiche bicomponenti. Colla ciano
acrilica Carta abrasiva
nelle misure 80, 120, 200 Scotch di carta. Utensili Morsa da banco. Cutter a lama larga
e molte lame di ricambio. Pinza a becchi
tondi, pinza con trancino. Seghetto da ferro,
seghetto a lama tonda da 2 mm. Minitrapano Dremel
o prodotti simili completo di prolunga, punte e fresette varie. Pennellini a punta
piatta e tonda. Turbo Rider Crank Per questa
realizzazione ho scelto un legno facile da lavorare ma piuttosto
resistente: il legno di samba o obeche. Come lavorabilità si avvicina
alla balsa ma è leggermente più pesante e molto più resistente. Ho
utilizzato listelli da 100 cm x 2 cm x 3 cm.
Rifiliamo gli spigoli col cutter, dobbiamo poi assottigliare i fianchi e stringere verso il muso e la coda. Fatto ciò è il momento di usare la carta abrasiva da 80. Levighiamo, eliminiamo qualsiasi antiestetico spigolo. Stringiamo anche verso la pancia del crank. Prepariamo subito
la paletta in lexan da 2mm. Disegniamo la forma sulla lastra stessa
aiutandoci con un pennarello indelebile a punta fine. Ritagliamo il
tutto con una grossa forbice da lattoniere o, se abbiamo un po’ di
pratica, con una fresetta a punta diamantata del minitrapano. La paletta
sarà lunga 4.5 cm, alla base (dove si unisce al legno) sarà di 1 cm e
in punta larga al massimo 2 cm. Una volta
ritagliata possiamo arrotondare i soliti spigoli, prima asportando il
materiale in eccesso col cutter, poi lisciando con carta abrasiva da 80
e successivamente da 200. Mettiamo in morsa e
pratichiamo col seghetto lo scasso per l’armatura che deve essere
perfettamente centrale e profondo dalla pancia fino alla punta del muso
e della coda del crank. Una volta praticata l’incisione andiamo a
lisciarla internamente con la carta abrasiva da 80, la allarghiamo fino
a che riusciamo a inserire senza problemi la nostra armatura. Prepariamo
l’armatura col filo di acciaio da 1.2 mm, aiutiamoci con una
utilissima pinza a becchi tondi. Le prime volte cercate di evitare
l’acciaio armonico: è tremendamente difficile da lavorare, molto
meglio partire con un comune filo di ferro da 1.2 mm. Inseriamo l’armatura e vediamo se il risultato ci soddisfa. In caso contrario grazie alla discreta malleabilità del filo di ferro possiamo dare qualche ultimo ritocco. Mettiamo nuovamente in morsa. Minitrapano e punta tonda da 4 mm. Prendiamo le misure con un pennarellino. A 5 cm dalla coda inizieremo a forare per creare la sede della zavorra. Sarà lunga 1.5 cm e profonda poco più di 1 cm. Filo di piombo da 3 mm, ritagliamo 3-4 pezzetti da 1 cm. Inseriamo l’armatura e la fissiamo con la colla ciano acrilica. Poi disponiamo il piombo, come vedete riportato nella Foto, aiutandoci con una pinza (notare che uno dei piombini e inserito anche nell’anello di pancia). Successivamente fermate anch’esso con qualche goccia di colla. Prendiamo la
paletta, minitrapano con fresetta a punta diamantata e pratichiamo un
foro, lungo 5 mm nel punto in cui dobbiamo far uscire l’anellino
dell’armatura. Fate che quest’ultimo, una volta uscito dalla
paletta, sia esposto di almeno 5 mm. Prepariamo lo stucco da marmista e riempiamo, aiutandoci con la punta di un cacciavite piatto, tutte le sedi di armatura e piombo facendo attenzione che le giunzioni degli anelli vengano coperte per bene. Lasciamo seccare
per qualche minuto (dopo 8/10 minuti risulta solido ma ancora
lavorabile), eliminiamo gli eccessi col cutter e pareggiamo tutto sempre
con la carta abrasiva da 80, utilizziamo una mascherina usa e getta per
evitare di inalare la polvere di stucco. Rifiniamo il tutto con la carta
abrasiva da 200. Proteggendo la
paletta – magari con dello scotch di carta avvolto ben stretto intorno
ad essa - tuffiamo il crank nella vernice turapori trasparente e
lasciamolo asciugare. Una volta asciutto lo possiamo carteggiare
superficialmente in ogni sua parte con la carta da 300, vedrete che il
risultato sarà una superficie estremamente liscia, pronta per essere
colorata. Prendiamo in mano uno straccio, prendiamo con esso il crank e facciamo si che esca solamente la testa da verniciare. Passiamo alla bomboletta rossa, leviamo lo scotch e facciamo asciugare il tutto per un’oretta. Applichiamo con 2 gocce di colla gli occhi 3d, usate pure quelli da 7-8 mm. Io li ho ricavati da un vecchio minnow inutilizzato. L’ultimo passo è
tuffare il nostro crank nel vetrificatore per parquet monocomponente,
ripetete l’operazione 5-6 volte a distanza di 30 minuti una
dall’altra e abbiate cura che l’artificiale non sia vicino a fonti
di calore troppo forti o che non asciughi in un luogo troppo
freddo/umido; la temperatura ideale varia tra i 18 e i 25 gradi. I più
esperti possono utilizzare una resina epossidica bicomponente come la
famosa KK1 (resina utilizzata per le legature degli anelli delle canne).
Asciugato il tutto
rimuovete lo scotch dalla paletta e col cutter eliminate con attenzione
gli eccessi di materiale sugli anellini. Per finire un
piccolo consiglio per le colorazioni e la protezione. Usate sempre e
solo ottime vernici acriliche: le bombolette con vernice acrilica pura
riportano la scritta “Si rimuove con Alcool Etilico”, se sono
descritti invece solventi vari meglio che utilizziate la resina KK1 in
luogo del vetrificatore che potrebbe reagire e rovinare il vostro lavoro
impastando i 2 colori. Un’ultima
raccomandazione: capita spesso che i nostri primi lavori non funzionino
come desideriamo. Insistiamo!!! Non arrendiamoci, io stesso ho buttato
decine di minnows che all’apparenza sembravano perfetti. Acquisendo un
po’ di esperienza vedrete che le soddisfazioni arriveranno,
soprattutto in termini di catture. Buona
p…..permanenza sul nostro sito!!!! Manuel Pinzon
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