ARTIFICIALI & Co

 

 

 

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Testo di Loris Ferrari , foto di Gianni Burani
(ultimo aggiornamento 18/11/2000)

 

 

 

(ovvero: come risparmiare tanti $ rendendo gli artificiali... immortali !)

 

Uno dei motivi principali degli insuccessi dei neo-pescatori a spinning è sicuramente quello di NON insidiare il pesce nei posti giusti con i propri artificiali di fiducia.

Visto l’elevato costo di molte esche (Minnows, plughi ...), il novello pescatore (ma spesso anche ognuno di noi...) evita accuratamente rischi al proprio PREZIOSO artificiale, impedendogli di frequentare luoghi pericolosi quali: canneti, banchi di ninfee, alberi sommersi, pietraie, prossimità di fondali...

Così come la mamma premurosa evita che il proprio figliolo frequenti cattive compagnie, il neo-pescatore a lancio, evita di far nuotare i propri nuovi, luccicanti e costosi artificiali in ambienti “difficili”.

I predatori più grossi però, proprio lì hanno eletto le loro tane, vi stazionano tutto l’anno (riproduzione esclusa), perché in gioventù, nelle acque aperte, hanno avuto brutte e traumatiche esperienze.

Ecco perché, quasi sempre, su due pescatori che compiono lo stesso tratto di sponda, ne viene premiato uno solo: quello che ha osato di più, avvicinandosi alle tane degli adulti (gli unici degni dell’attenzione di ogni pescatore che si rispetti).

Ed ecco anche perché quasi tutte le catture importanti vengono oggi effettuate innescando vermoni di gomma.

E’ sicuramente un’esca tremendamente efficace, ma incide anche il fatto che i vermoni, costando così poco, si possono perdere a cuor leggero e quindi vengono impiegati sempre, consciamente od inconsciamente, nei posti giusti.

 

L’ultima riflessione che vi voglio far fare è questa: avete mai notato che se l’artificiale viene sporcato da un pezzetto d’erba o di alga anche piccolissimo, non si vede più nessuna abboccata ?

Si vero? io l’ho notato ormai da tanti anni, arrivando a pensare che il pesce non abbocca il cucchiaino “sporco” d’erba perché lo battezza immediatamente INNATURALE.

I pesci foraggio e le prede abituali infatti, anche se nuotano in mezzo a fittissimi erbai, NON si appiccicano MAI nulla addosso, svicolando fra un’alga e l’altra rimanendo sempre perfettamente puliti.

Diventa quindi importantissimo, non solo salvare il ns. artificiale dalle insidie degli ambienti difficili, ma altrettanto importante, ai fini delle catture, è che il ns. artificiale non diminuisca le possibilità di rimanere adescante.

 

Concludendo, se non perdiamo gli artificiali, salviamo il ns. portafoglio.

Se non riempiamo di alghe, foglie ed altro lo stesso durante il recupero, diminuiamo i rifiuti all’ultimo momento da parte dei predatori, ed aumentiamo le catture.

 

Ora voi mi direte, sì queste cose le sappiamo già anche noi, ma non possiamo tutte le volte che andiamo a pesca perdere in artificiali il controvalore di canna e mulinello ! ! !

Neppure il sottoscritto può permetterselo, né ora né a maggior ragione oltre vent’anni fa, quando studente, di soldi in tasca ne giravano davvero pochi...

 

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Artificiale senza montatura antialga sulle ancorette

 

 

L’antialga per le ancorette.... l’uovo di colombo !

 

Il bisogno aguzza l’ingegno e così, negli anni, con l’aiuto di alcuni amici lanciatori e di tante e tante prove sull’acqua, sono riuscito a perfezionare un montaggio antialga molto semplice, fatto con il nylon, che permette di limitare la perdita solamente ad alcuni artificiali all’anno ! ! !

Ora i miei artificiali diventano vecchi, pieni di graffi causati dai denti dei black Bass e dei lucci... ogni tanto, in inverno, li ricopro di una vernice trasparente all’acqua per farli tornare “nuovi”.

I pochi che ancora perdo (sfortuna, pesci che si infilano nelle giungle equatoriali, rottura della lenza...) mi arrecano comunque dispiacere, perché dopo averli usati con successo per anni, con alcuni artificiali di particolare effetto catturante ci si diventa amici, fino a quasi chiamarli per nome , ma pazienza... penso in positivo e mi consolo con i soldi risparmiati e le catture in precedenza effettuate.

 

Questo sistema, applicabile a TUTTI gli artificiali muniti di ancorette in commercio, non è sicuramente ben visto dai negozianti di pesca e, a monte, dai costruttori di artificiali.

Per non crearmi nemici, fra le “alte sfere”, mi sono sempre limitato in questi anni, alla diffusione ai miei amici e compagni di battute, ora però credo sia giunto il momento di insegnarlo e diffonderlo (è lo spirito di internet), gratuitamente in rete, a disposizione di tutti quei pescatori che vorranno adottarlo.

 

Gli antialga fino ad oggi conosciuti, sono principalmente rivolti agli ami singoli, proteggendoli con fili metallici (es. Eagle Craw) e con protezioni in nylon (vedi Popper per la pesca a mosca).

 

 

Vi voglio invece insegnare la costruzione di un antialga per le ancorette davvero efficace ed applicabile a qualsiasi artificiale (rotanti, ondulanti, minnows, plughi ...) già in vostro possesso.

E’ un po’ complicato da spiegare e da eseguire bene all’inizio, ma dopo alcuni tentativi, si protegge un’ancoretta in un paio di minuti ed anche meno.

 

Si può eseguire anche sul luogo di pesca visto il pochissimo materiale occorrente, ma è più comodo proteggere i propri artificiali in casa, magari d’inverno al calduccio, quando in una serata possiamo rendere “immortali” una decina di preziosi artificiali, magari parlando di pesca e fantasticando di catture in compagnia degli amici.

 

L’antialga non è stato inventato dal sottoscritto, ma da un amico (gran pescatore a passata e spinning) Cesare Nardini di Spilamberto (MO), che lo aveva ideato per proteggere rotanti, tandem e minnows nella difficile pesca al luccio dell’ innerbato alto Mincio.

Il sottoscritto ha avuto la fortuna, assieme al comune amico Giorgio Bianchi, (uno dei pescatori più completi che io conosca e compagno di battute a spinning), di crederci subito, di provarlo, di perfezionarlo e di testarlo, con successo, in oltre otto anni di pesca.

 

Alcuni montaggi realizzati :

 

 

 

 

Se siete riusciti a leggermi fino ad ora, vi sarà certamente venuto voglia di saperne di più... quindi senza altri preamboli passiamo ai :

 

MATERIALI ed Attrezzi OCCORRENTI :

 

1)  Bobine di nylon (rigido) e di basso costo, con diametri da : 0,30 - 0,40 - 0,50 - 0,60 ... da utilizzare secondo la misura dell’ancoretta da proteggere ;

 

2)  Tubetti in plastica morbida, in silicone o in termorestringente, del tipo di quelli usati per fermare le astine dei galleggianti o usati nel carpfishing, anch’essi di diametri diversi a seconda della sezione di filo metallico delle ns. ancorette;

 

3)  Un paio di forbicine per tagliare il nylon o meglio un tagliaunghie di quelli a trancia diagonale che permettono tagli molto netti e precisi ;

 

4)   La pazienza del pescatore ad imparare l’antialga.... proprio così, non occorre altro, ormai dovreste saperlo, sono le cose più semplici ed ovvie che risultano difficili da inventare ! ! !

 

Come si esegue il montaggio dell’antialga sull’ancoretta :

 

E’ più difficile, per me, descriverlo che eseguirlo, ma ci proverò, anche con l’aiuto di fotografie che ne illustreranno le varie fasi :

 

N.B. Se osservate attentamente un’ancoretta, noterete che è stata costruita saldando un amo singolo, senza occhiello, ad un amo doppio con occhiello.

La punta dell’ancoretta da proteggere per prima, NON andrà scelta a caso fra le tre, ma DOVRA’ essere quella del gambo dell’amo singolo, saldato sugli altri due.

 

1)  Tagliare uno spezzone di monofilo lungo una quindicina di centimetri ;

 

2)  Tagliare tre pezzetti di tubo di plastica (vedi nota sotto) ;

 

N.B. Il pezzetto di tubo in plastica vorrà lungo come la lunghezza della curvatura del singolo amo dell’ancoretta da proteggere, meno un millimetro

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3)  Si infila il nylon nel tubino di plastica facendolo uscire per ca. un centimetro, e partendo dalla punta dell’ancoretta (ricavata dall’amo singolo), si spinge delicatamente il tutto verso il gambo dell’amo, assicurandosi di far passare tutto dalla punta dell’ardiglione senza rompere il tubicino. Poi andrà fatto scorrere fino a fargli toccare il gambo dell’ancoretta stessa. Ora dovremo tirare il nylon in eccesso fino a far coincidere l’inizio dello spezzone all’inizio del pezzetto di plastica, facendo attenzione che il nylon stia dalla parte esterna del gambo dell’amo da proteggere e non presenti alcuna torsione.

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Il primo amo dell’ancoretta è protetto.

 

4)  Ora il pezzetto di monofilo è bloccato assieme al gambo dell’ancoretta. Infiliamo il nylon libero dentro all’occhiello dell’ancoretta e poi inseriamo, facendolo scorrere, il secondo pezzetto di tubino di plastica andando a posizionarlo a circa tre centimetri dal primo tubo già fissato.

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5)  Infiliamo il tubo ed il nylon dentro ad un’altra punta dell’ancoretta, scelta a caso fra le restanti due libere, fino al gambo, badando bene di tenere il nylon all’esterno del filo metallico dell’ancoretta. Noterete che il nylon forma un arco che protegge, ancora grossolanamente, le due punte. Tirare con la mano il nylon libero verso l’esterno, fino a formare un arco di nylon della giusta proporzione e curvatura.

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6)  Ora con il pollice e l’indice della vs. mano piegare il nylon sull’occhiello dell’ancoretta per fare in modo che il monofilo acquisti, così piegato, uscendo dall’ancoretta, l’esatta curvatura in asse dei due ami dell’ancoretta.

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Il secondo amo dell’ancoretta è protetto

 

7)  E’ rimasto ancora un pezzetto di nylon libero ed una punta dell’ancoretta da proteggere, prendete il nylon libero rimanente ed avvolgetelo, (come il serpente si arrampica sul ramo), sul gambo dell’ancoretta  e fatelo uscire dall’occhiello dell’ancoretta.

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8)  Piegatelo verso l’ultima punta, infilategli l’ultimo dei tre pezzetti di tubo ed infilateli assieme sulla punta dell’ultimo amo. Noterete che il filo è già perfettamente in asse con il gambo metallico.

 

9)  Portate il tubo di plastica vicino al gambo (e vicino agli altri due già fissati), regolate tirando con le mani lo spezzone di nylon fino a far assumere la giusta curvatura all’antialga e poi tagliate raso l’eccedenza di monofilo con il tagliaunghie.

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10) L’antialga è fatto, rigiratevelo fra le mani e noterete subito che la protezione è davvero notevole, in grado di difendere il nostro artificiale da quasi tutte le insidie.

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L’ancoretta è stata interamente protetta e l’antialga terminato.

 

 

Conclusioni, punti di vista e controindicazioni:

 

Se avrete la pazienza si seguire le mie di cui sopra, avrete davvero notevoli soddisfazioni, andrete di rado dal vs. negoziante ad acquistare artificiali, e potrete soprattutto pescare, con fiducia, nei posti più promettenti, con TUTTI i vostri artificiali,  aumentando di colpo le vostre performances di pesca, sia in termini di qualità che di quantità di pescato.

 

Alcuni ritengono che proteggendo gli ami con il nylon, le ancorette diventano meno sensibili ed evitano di catturare quei pesci che abboccano “dolcemente”. Personalmente, è ovvio, non sono dello stesso parere, ho catturato con questo antialga centinaia di  piccoli pesci di pochi ettogrammi di peso. Avrò forse perso qualche delicatissima abboccata di qualche furbissimo pinnuto, ma mi consolo pensando ai tantissimi pesciotti e pescioni che mi hanno letteralmente “masticato” l’antialga in nylon ferrandosi perfettamente.

I casi più eclatanti che mi sono capitati in questi anni sono due, il primo con un Amur sui 4 kg. che si è liberato dopo una lunga lotta, aprendomi l’ancoretta del Rapala 7 cm. snodato.

Il secondo, mi è capitato con un Siluro di 19 kg. Che è alla fine è stato fortunosamente catturato, scoprendo che  mi aveva letteralmente masticato anche le ancorette, aprendole e contorcendole ! ! !

 

La controindicazione maggiore, è quella ovviamente che l’antialga non è eterno, in caso di attacchi davvero bruschi, portati da pesci di taglia (lucci soprattutto), riporterà danni tali da comprometterne l’efficacia. Va da sé che, visto il poco tempo occorrente per eseguirlo ed il bassissimo costo dei materiali impiegati, varrà la pena rifarlo nuovo immediatamente.

 

Le sperimentazioni sui luoghi di pesca, tese a migliorare il sistema antialga,  non sono finite, chiedo l’aiuto di voi tutti per riuscire sempre di più a portare attacchi vincenti ai ns. amici pinnuti. Personalmente provo particolari soddisfazioni nelle catture, se l’antialga è montato su un artificiale interamente costruito dal sottoscritto... ma queste sono altre storie.... magari ve le racconterò.

 

Tenetemi informato, scrivendomi via e-mail, sulle vs. esperienze pratiche in pesca, fatemi partecipe dei progressi raggiunti, segnalatemi eventuali vs. particolari avventure, e non fatemi mancare le vs. critiche ed osservazioni, mi servirà per migliorare sempre di più il mio modo di essere pescatore.

 

... in bocca alla balena ! ! !

 

Loris Ferrari

(per la e-mail vedi in home page)

 

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