ARTIFICIALI & Co

 

 

 

 

 

 

“Fai da Te” – costruiamo gli

artificiali ad Armatura Oscillante 

 

                                   Testo e foto di Alberto e Loris Ferrari (08/01)

 

Cosa sono gli artificiali ad “armatura oscillante” ?

 

sono esche di fantasia, ideate quattro - cinque anni fa dal sottoscritto, quando stufo dei continui rifiuti da parte degli smaliziatissimi Black Bass, delle acque emiliane, ha cominciato a pensare ad artificiali alternativi, da proporre quando nessuna altra esca sembra interessare i pesci.

 

Sono dotate di un braccio d’acciaio piegato a “V”, portante alle due estremità due robusti ami singoli, che vengono parzialmente nascosti da grub, pesciolini, mini tube…

 

Hanno l’obiettivo dichiarato, di muoversi ad ogni minimo accenno di recupero o di lieve corrente, riuscendo a simulare maggiormente i piccoli movimenti tipici delle prede vive.

 

Penso di avere attenuto lo scopo, perché vengono attaccate sia in pieno recupero, sia quando sono ferme, anche per parecchi secondi, fra un recupero e l’altro.

 

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Come e quando si usano :

 

Si adoperano in tutti gli ambienti di pesca “difficili”, dalla tarda primavera a tutta l’estate, vicino agli erbai, alle ninfee, ai canneti, ai tronchi affioranti… insomma in tutte quelle situazioni che promettono grosse prede nascoste dentro ed in prossimità delle tane.

 

Noi li impieghiamo in tutte quelle situazioni dove i pesci presenti, hanno già visto passare di tutto, e conoscono a memoria, marca e tipo di tutti gli artificiali in commercio.

 

Pescare con esche “uniche”, ci dà quel briciolo di fiducia in più, necessaria per affrontare concentrati la battuta di pesca. Troppe volte, pescando svogliati e disattenti, perdiamo il pesce che aveva attaccato all’improvviso, lasciandoci con l’amaro in bocca ed il rammarico per la bella ed unica occasione perduta.

 

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Com’è nata l’idea :

 

Ero a pesca in uno dei laghi super  battuti, nelle casse di espansione del Panaro; dopo aver provato vermoni, minnow, rotanti, spinnerbait…il massimo che avevo ottenuto era stata la risalita di alcuni bei Bass su un Prop bait della Heddon.

 

I pescioni arrivavano fino a sfiorare con il muso l’artificiale senza decidersi ad attaccarlo, in qualunque modo recuperassi (come se già lo conoscessero!).

 

Forse era davvero così, risalivano per sincerarsi di aver indovinato la marca, il modello, la grammatura… giocavano fra di loro all’artificiale quiz, il loro passatempo preferito !!!

 

Mi venne allora l’idea di costruire un artificiale che mantenesse un minimo di movimenti adescanti anche con recuperi bassissimi o nulli, pronto però a ripartire di slancio, al momento buono.

 

Doveva avere, visto l’ambiente pieno di ostacoli, anche buone doti antialga, e possibilmente presentarsi al pesce con movimenti inediti ed innovativi.

 

Dopo vari esperimenti, arrivò l’idea del braccio a “V” oscillante, da applicare all’artificiale e poi successivamente l’idea di infilare sugli ami singoli, due piccoli artificiali siliconici, per aumentarne il gradimento.

 

Da allora, parecchi Bass, anche piccoli, hanno gradito quest’ultima soluzione perché ogni tanto si attaccano ad uno dei due ami penzoloni.

 

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Le fasi di costruzione:

 

Assomiglia in tutto e per tutto alla costruzione di un qualsiasi Plugo o Minnow, e quindi non mi dilungherò né nell’elencazione degli attrezzi, né nei dettagli dell’armatura o della piombatura bilanciante. Per chi di voi fosse interessato ad approfondire questi argomenti, li invito a consultare gli articoli specifici sul sito.

 

L’unica cosa che davvero li differenzia è la costruzione con un pezzetto di filo d’acciaio inox, della particolare armatura a forma di “V” rovesciata, da collocare dietro ai rotanti o sotto la pancia dei prop bait o dei minnows o in fondo a plughi di fantasia. Questa armatura, viene fissata all’artificiale attraverso un anellino metallico.

 

Con altri due anellini fisseremo poi gli ami singoli, facendo attenzione che la punta rimanga rivolta all’indietro, per ottenere un discreto effetto antialga.

 

Le foto nell’articolo che illustrano gli artificiali, spero chiariscano bene sia le caratteristiche che le fasi di costruzione.

 

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L’artificiale di Alberto, il “Prop  Jig” :

 

Alberto (11 anni, mio figlio), si è dilettato prima disegnando e poi, con il mio aiuto, costruendo il suo primo artificiale…ha iniziato proprio con uno di questa famiglia, ed anche piuttosto complicato…battezzandolo appunto Prop Jig, ma lasciamo direttamente a lui la parola:

 

Ho tagliato longitudinalmente con un seghetto, il corpo di un vecchio galleggiante ed ho costruito, assieme a mio padre, l’armatura d’acciaio e con un pezzetto d’alluminio di 1 mm. di spessore (e tanta pazienza), l’elica posteriore.

 

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Per farla ruotare bene, ho messo: dietro una pallina di ottone e davanti all’elica un’altra di plastica. In questo modo, l’elica girerà in modo ottimale, anche alla minima trazione.

 

Dopo averlo stuccato e data la prima mano di fondo, provandolo in acqua, mi sono accorto che l’artificiale assumeva una posizione scorretta, con tutto il muso fuori dall’acqua e l’armatura, a volte, durante il recupero, si attorcigliava.

 

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Allora ho cambiato tipo di armatura oscillante, adottando quella ad anelli mobili (vedi foto), ed ho messo in testa all’esca un pezzetto di acciaio che trattiene una piccola olivetta di piombo.

 

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Provato di nuovo in acqua, finalmente l’artificiale era perfetto!

 

Tra l’altro il pezzetto di piombo aggiunto, servirà ad aumentare il lancio ed a rendere più difficile ai lucci tagliare la lenza.

 

Per i colori, ho preferito l’oro ed il rosso, con l’aggiunta di brillantini che dovrebbero far ricordare le squame dei pesci foraggio e far scorgere meglio l’artificiale in acque opache.

 

Ho poi decorato, pinne ed occhi con il nero di china, per renderlo il più reale possibile.

 

Una immersione nel barattolo del Plastivel, tenendo fuori l’elica d’alluminio, per non farla bloccare, ha poi reso perfetto l’artificiale, che ho chiamato Prop Jig, visto l’elichetta finale. L’altra avvertenza da seguire è quella di proteggere l’olivetta di piombo ed il pezzetto d’acciaio, con della carta gommata da carrozziere, per impedire che il plastivel blocchi gli anelli e la scorrevolezza dell’insieme.

 

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Lascio a voi la decisione di aggiungere eventualmente al ns. artificiale uno skirt di elastici o alcune piume di Marabù nell’ancoretta finale. Io ho scelto di tenere l’ancoretta nuda, protetta solamente dall’antialga di nylon, perché dovrebbero bastare le bollicine prodotte dalla turbolenza dell’elica, durante il recupero.

 

Conclusioni:

 

Gli artificiali ad armatura oscillante, sono esche di fantasia, che vi consigliamo di costruirvi.

 

Avrete un’arma in più prima di arrendervi al cappotto e comunque, se anche accadrà, muoverete in acqua un artificiale dall’ottimo movimento, molto gradevole da recuperare.

 

D’estate, la stagione principe di utilizzo, è estremamente piacevole veder risalire ed abboccare pesci di tutte le taglie, che si scatenano in bellissimi salti fuori dall’acqua, nel tentativo di liberarsi.

 

Dovrebbero essere potenziali esche anche per i ns. amici Lucci che vivono a ridosso di ostacoli, ma non ne abbiamo, al momento, esperienze dirette.

 

La pressione piscatoria, sta rendendo sempre più difficile lo spinning, situazioni con pesci diffidenti e sospettosi, sarà sempre più facile trovarne… queste esche dovrebbero avere sempre maggiori chances di successo.

 

Se provate ad insidiarli con questi artificiali, teneteci informati sui risultati, scriveteci sulle vs. esperienze pratiche, fateci partecipi dei progressi raggiunti, segnalateci eventuali vs. particolari esperienze e non fateci mancare neppure suggerimenti, critiche ed osservazioni, ci serviranno per migliorare sempre di più come pescatori e divertirci maggiormente a pesca.

 

Salutoni e buona p….. ermanenza sul sito !

 

Alberto & Loris Ferrari

 

e-mail : lorisfer@libero.it

 

 

 

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