ARTIFICIALI & Co

 

 

 

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“Fai da Te” - Artificiali bi-materiale

 

Testo e foto di Gianni Burani
(Ultimo aggiornamento  febb. 2005)

 

Ovvero artificiali COMPOSTI con il corpo costituito da una parte pesante in resina e da una parte leggera.

 

 

 

 

 

L’utilizzo di stampi e resine nella autocostruzione di artificiali non è certo una novità. Questa pratica costruttiva viene ormai utilizzata  da molti autocostruttori per replicare spoon e grossi jerk in particolare da quando l’amico Loris Ferrari (vedi “artificiali in resina plastica” e "come realizzare uno stampo ”), sviluppando ottimamente una intuizione di Andrea Rumualdi (vedi "minnow spoon"), defini'  i pilastri del procedimento illuminando orizzonti costruttivi fino a quel momento oscurati dall'utilizzo di materiali non adatti e quindi poco efficaci. Continuando quel percorso sono arrivato al metodo che passo ad illustrare e che ci consente di affrontare la costruzione in resina di molte altre tipologie di artificiali. 

Ho chiamato i risultati di questo procedimento,  artificiali bi-materiale  ed il motivo sarà chiaro molto presto. 

Il metodo nasce per una precisa esigenza ossia  realizzare in resina un artificiale con la paletta e non affondante. La resina si sa è piu pesa dell'acqua per cui un artificiale completamente in resina affonda inesorabilmente. Anche il tentativo di aggiungere cariche leggere alla colata non mi soddisfaceva a pieno per tutta una serie di problemi  che ho incontrato, primo fra tutti l'indebolimento proprio della paletta. 

La soluzione la ho trovata in questo metodo che prevede la riproduzione della sola parte ventrale di una matrice  a cui aggiungere una schiena leggera in balsa o in un altro materiale leggero. 

Una delle particolarità più importanti del procedimento quindi riguarda la realizzazione dello stampo che è composto da una semplice conchiglia ricavata riproducendo il solo ventre della matrice. L’eventuale  seconda conchiglia è ricavata in un secondo momento, sulla schiena della stessa matrice. Non a caso ho scritto l’eventuale, in quanto come vedremo, la seconda conchiglia è solo complementare alla prima e fondamentalmente non necessaria. Niente valve speculari quindi e niente canali di iniezione e di sfiato.   

L'altra importante particolarità riguarda  la assenza di pesi da aggiungere nel corpo dell'artificiale. Tutto il metodo infatti si basa sulla considerazione che la resina, con cui realizzeremo il ventre, ha un peso specifico maggiore di quello dell'acqua e sufficiente per mantenere di pancia l'artificiale. Per dare assetto quindi, opereremo  sulla parte leggera , equilibrando, contrastando o assecondando la parte pesante oppure  preventivamente, doseremo il rapporto tra parte pesante parte leggera gia in fase di formatura dello stampo. Capito il procedimento sarà poi più chiaro anche questo concetto.

Il procedimento è di estrema semplicità e ci consente  di replicare veramente di tutto, anche se è nato  come detto per realizzare in particolare  artificiali  con la paletta e con assetto non affondante.  

 

Fondamentali per la buona riuscita del nostro artificiale sono i materiali con cui andremo a realizzare lo stampo ed il corpo (dovrei dire il ventre) del nostro artificiale.

1)     lo stampo deve essere in gomma siliconica,  bicomponente , antiaderente, liquida e dotata di elevata elasticità tale da consentire l’estrazione di figure complesse e rientranti (si pensi per esempio alla grossa paletta a forma di cuore di un crank)

2)     La resina epossidica per il corpo deve avere bassa viscosità (deve essere molto fluida e colabile) ed avere una elevata resistenza agli urti  dopo l’indurimento.

Più avanti nell’articolo approfondirò un po meglio l’argomento materiali.  

 

Cosa ci potremo fare

 

Come detto di tutto. Ad oggi posso dire di avere replicato veramente qualsiasi tipologia di artificiale e con risultatati piuttosto soddisfacenti. Possiamo replicare  vecchi artificiali  introvabili che potremo ulteriormente personalizzare ma anche e soprattutto i nostri prototipi che avremo progettato nei minimi particolari magari per uno specifico utilizzo in un preciso luogo di pesca. 

 

 

 

 

 

Anche il timore che possiamo avere nell'utilizzare un artificiale costruito  con un materiale piuttosto fragile come la resina epossidica, puo'  essere accantonato considerato che per un normale utilizzo non potremo veramente fare alcun danno ( a patto che si utilizzino le resine adatte).  In ogni caso, potremo comunque replicare in un qualsiasi  momento il nostro master, spendendo pochissimi soldi e pochissimo del nostro tempo. 

 

Un movimento particolare

 

Non nascondo che dai primi prototipi non mi aspettavo molto.  Pensavo infatti che la massa omogenea di resina avrebbe smorzato di parecchio le oscillazioni ed avevo in effetti gia preparato le contromosse fatte di spiralina di piombo e pezzi di balsa. Potete immaginare la mia gioia nel constatare invece che mi sbagliavo!. E di grosso! Fu una piacevolissima ed inattesa sorpresa ammirare  il nuoto dei primi esemplari puri ossia senza peso aggiunto. Nuoto sinuoso ed oscillato anche in rilascio ed anche in maniera più evidente rispetto alle matrici in legno o plastica e piombo (ho  capito poi il perchè e visto che ritengongo la cosa assolutamente degna di nota ma tuttavia ancora da approfondire ,  tengo per me per ora i pochi appunti e magari  piu' in là pubblico un articoletto completo e dettagliato...).

 

Un’altra cosa che certamente merita una notazione è la facilità con cui si riescono ad ottenere artificiali suspending. Il peso specifico della resina infatti, è poco superiore a quello dell’acqua. Considerando che la massa di resina è certamente predominante,  con una tolleranza piuttosto ampia ,  possiamo aggiungere una quantità di massa leggera (balsa per esempio) per ottenere questo effetto suspending. Ho scoperto questa particolarità, casualmente. Senza volerlo infatti i i primi minnow erano tutti così. Sulla base di quelle prime esperienze ho poi successivamente calibrato la costruzione dei successivi pezzi ed oggi con facilità posso  dosare  le parti di massa leggera per ottenere un qualsiasi tipo di assetto. Prima ancora di regole empiriche  vi posso solo dire di fare lo stesso ed osservare in particolare i primi pezzi ed il loro comportamento. Questo imprinting iniziale sarà fondamentale per le costruzioni successive.

 

I materiali

Sicuramente la cosa piu difficile di tutto il procedimento è riuscire a reperire i materiali adatti. Spero con queste righe di aiutarvi nella scelta.

 

Mi raccomando di leggere sempre le istruzioni e le precauzioni di uso dei prodotti. Tutti i materiali bicomponenti in particolare l'indurente per gomme siliconiche e le ammine presenti negli indurenti epossidici possono essere nocivi ed irritanti! Le resine sono prodotti dalle potenzialità eccezionali per il nostro scopo ma non trattiamole mai con leggerezza. In ogni caso effettuiamo le miscelazioni in un ambiente ben areato, proteggiamoci con una mascherina e se abbiamo dei bambini in casa teniamo le confezioni lontano dalla loro portata. 

 

Per lo stampo ho utilizzato della gomma siliconica molto elastica. La elasticità è fondamentale per consentire, deformando lo stampo, la estrazione di figure molto complesse e contorte. Naturalmente non è cosi importante se la matrice ha una forma facilmente estraibile.

 

Per la colata , la resina epossidica è certamente il materiale che piu’ si addice a questo tipo di realizzazione.

Essa infatti solitamente presenta buona colabilità, bassissimi ritiri,  è sovraverniciabile. Tuttavia non tutte le resine epossidiche sono uguali in quanto nascono per gli scopi piu’ disparati. La resina epossidica infatti viene utilizzata come collante, isolatore, vernice , matrice per compositi ecc…

Serve quindi una resina epossidica trasparente ed incolore che disponga di almeno queste caratteristiche:

-         ottima colabilità (molto fluida)

-         Ottima tenacità e resistenza agli urti

Queste caratteristiche si possono trovare in molte resine epossidiche. 

Per la parte leggera la balsa è certamente il legno da preferire a tutti gli altri per lavorabilità e per leggerezza. Ma qualsiasi altro legno o materiale leggero lavorabile e sufficientemente solido e compatto può andare bene al nostro scopo.

Se abbiamo poi realizzato anche la conchiglia superiore , ricalcando la schiena della matrice, potremo utilizzare  della resina (epossidica o poliestere) miscelata con inerti leggeri.

 

 

Il procedimento...


La matrice

La matrice come detto può essere un artificiale commerciale oppure  un nostro prototipo, studiato, progettato e realizzato allo scopo.

Se vorremo clonare un artificiale commerciale dovremo semplicemente staccare gli split ring e le ancorette e dare se necessario una bella pulita alla superficie con semplice acqua e sapone e quindi di asciugarlo molto molto bene (la gomma siliconica non ama l'umidità).

Se invece vogliamo realizzare un nostro prototipo possiamo utilizzare un qualsiasi materiale modellabile o naturalmente il morbido legno di balsa. Ricordiamoci sempre di prevedere gli anellini di fissaggio del filo e di aggancio di ami ed ancorette in quanto saranno anch’essi ricalcati dalla gomma siliconica, diventando, un punto di riferimento per il posizionamento della armatura. Inoltre saranno utilizzati per sostenere la matrice durante la colata della gomma. Importante anche la finitura superficiale che deve essere ben curata e priva di pori.

 

La realizzazione dello stampo

 

Dovremo trovare o realizzare un contenitore dalle dimensioni appena più grandi rispetto alla  matrice.

 

Prendiamo la nostra matrice e con l’aiuto di due sostegni agganciati agli anellini di testa e di coda , posizioniamola all’interno del contenitore disponendola orizzontalmente con il ventre verso il basso. Facciamo in modo che i sostegni tengano in trazione la matrice in modo da evitare rotazioni durante la colata.

 

 

Prepariamo la gomma siliconica con l’aggiunta del catalizzatore e dopo averla mescolata per bene coliamola nel contenitore fino a coprire come minimo gli anellini di testa e di coda. Se  utilizzate l'RTV11 o una gomma simile non serve nessun agente distaccante. Non preoccupiamoci neppure se un poco di gomma siliconica finisce per sporcare la schiena dell’artificiale. Una volta indurita verrà via con estrema facilità.

 

 

 

Attendiamo pazientemente l’idurimento che solitamente con queste gomme molto fluide non è meno di 24 ore.

Nota:Per ricavare anche lo stampo della schiena vedi la appendice in fondo.

Quando la gomma è indurita, estraiamo lo stampo dal contenitore .

 

Prendiamo un cutter e facciamo due incisioni  centrali. La prima dalla testa della matrice al punto di uscita del sostegno anteriore, la seconda dalla coda al punto di uscita del sostegno posteriore.

 

 

Da questi tagli estraiamo i ferretti di sostegno.

 

Piegando poi leggermente lo stampo agli estremi , estraiamo la matrice, prima dalla coda poi dalla testa o viceversa, cercando di estrarre per prima la parte di testa o di coda che risulta meno affogata nello stampo. 

Lo stampo è fatto e pronto ad accogliere la nostra colata di resina.  

 

 

Realizziamo l’artificiale bi-materiale

 

La primissima cosa da realizzare è l’armatura. La cosa migliore è quella di preparare una dima. Eviteremo cosi di creare una armatura “fuori sagoma” . Io  utilizzo la dima solo come riferimento per la forma e le dimensioni della armatura preferendo sempre la preziosa pinza a becchi tondi per realizzare gli anellini. Per come fare una armatura vedi qui

L'armatura può tranquillamente essere del tipo aperto, la resina infatti la avvolgerà completamente ed i due materiali saranno tra loro solidali. Non è pertanto possibile nessun tipo di sfilamento sotto trazione. L'armatura continua inoltre rafforzerà ulteriormente la resistenza del corpo e per questo motivo, oltre ad una serie di motivi pratici e realizzativi, è certamente da preferire alle viti ad occhiello.

 

Posizioniamo quindi la armatura all’interno dello stampo centrando i riferimenti lasciati dalla matrice.

 

Prepariamo la resina miscelando le parti nelle giuste proporzioni. La resina epossidica in generale non tollera le basse temperature per cui, se è inverno, cerchiamo di effettuare questa operazione al calduccio (15-20 gradi almeno). 

 

Dopo avere  miscelato e mescolato accuratamente i componenti noteremo due cose. Innanzi tutto che la resina  aumenta di fluidità. Questo è normale anzi è una caratteristica della resina epossidica ( tixotropica ). L’altra cosa è che il composto sarà letteralmente pieno di piccole bollicine assorbite per effetto del mescolamento. Lasciamo quindi il composto a riposo per qualche minuto (quanto dipende dal tipo di resina e dalla viscosità della stessa) . Questa operazione faciliterà il naturale abbandono delle bollicine d’aria dal composto. L’indurimento (in termine tecnico  si parla di reticolazione) è già iniziato ma le resine suggerite hanno un tempo di reticolazione piuttosto lungo.  

 

Attenzione:  Durante il processo di indurimento della resina si innesca una reazione che libera calore. Se lo spessore è elevato e soprattutto se la resina non nasce per questo utilizzo, questa reazione può essere particolarmente intensa (per non dire violenta) e tutto il lavoro potrebbe essere compromesso (per non dire altro) .  Cautela quindi e leggere SEMPRE le precauzioni d'uso e i limiti di utilizzo del prodotto.

 

Con l’aiuto di una siringa coliamo ora la resina nello stampo iniziando dalla paletta cercando di favorire l’evacuazione dell’aria. Per fare questo coliamo solo da un lato in modo tale che dal lato opposto l’aria, incalzata dalla resina, abbandoni la sede. Riempiamo poi tutto il resto del corpo (n.b. non è necessario arrivare fino all'orlo, se vogliamo per esempio realizzare un artificiale particolarmente galleggiante possiamo riempire molto poco...).

La resina è trasparente ed incolore. In questa fase possiamo anche inserire nella colata dei pezzi di carta argentata, glitter , perline colorate, pigmenti colorati (secchi mi raccomando), sagome o livree stampate al computer... o quello che vi suggerisce la fantasia. 

 

 

 

Lasciamo a riposo in attesa dell’indurimento che per queste resine è nell’ordine di 12-36 ore a seconda del tipo e della temperatura ambiente.

 

Estraiamo quindi la sagoma dell’artificiale aiutandoci piegando  lo stampo da tutti i lati (ricordate le incisioni fatte per estrarre i sostegni... in questa fase anche quelle  aiutano in particolare per le forme molto complesse)

 

 

 

 

 

Rifiliamo l’artificiale con un cutter per togliere eventuali bave e con una punta da trapano o una fresina, rifiliamo l’interno degli anellini eliminando l’eventuale resina presente.

 

Sulla schiena incolliamo con attak la parte leggera.  Un pezzo di balsa (o di un altro materiale leggero) o resina alleggerita con inerti e colati nella conchiglia superiore.

 

Se abbiamo incollato un pezzo di balsa sagomiamolo con cutter e carta vetrata fino a trovare il bordo della resina, creando poi un profilo superiore di fantasia. A seconda dell’assetto che vorremo ottenere lasceremo poi maggiore o minore massa leggera.  

 

 

Se  e dove necessario, stucchiamo la linea di giunzione tra i due materiali con pochissimo stucco all’acqua a pasta fine ed aspettiamo l’indurimento (visto il velo leggero veramente pochi minuti) e quindi carteggiamo lo stucco con carta vetro fine per perfezionare ulteriormente il profilo.  

 

A questo punto possiamo semplicemente disegnare o incollare gli occhi e  mettere il protettivo finale sfruttando al trasparenza della resina per ottenere un effetto certamente singolare e passatemi il termine minimalista. Non aggiungo altro se non la raccomandazione di  provare questa soluzione in particolare se l'esca è destinata a un utilizzo in luoghi  soggetti a forte pressione di pesca . 

 

 

 

Naturalmente possiamo anche verniciare l'intera superficie in maniera convenzionale. In questo caso dovremo preparare il fondo, irruvidendo con carta del 100-150 la superficie in resina ed applicando poi su tutta la superficie almeno una mano di buon primer acrilico come la Cementite o il Caparol. Se non vogliamo colorare la eventuale paletta proteggiamola con carta adesiva da carrozziere.

Quando il primer è secco, se necessario, ripassiamo ulteriormente la superficie con carta abrasiva fine (250-400).

 

 

 

 

Nel caso in cui intendiamo verniciare la sola parte  leggera ad esempio  se abbiamo inserito precedentemente glitter o altri effetti  speciali nella resina, applichiamo il primer solo in questa zona.

 

Per il protettivo finale nelle soluzioni non verniciato e parzialmente verniciato, suggerisco il  plastivel, almeno 3 mani per immersione paletta inclusa. Quel leggero velo plastificante anche sulla paletta aiuta a migliorare l'estetica ( e  l'impressione è che migliori anche la tenuta agli urti sulla resina!).  Inoltre sfruttando a nostro favore l'effetto dissolvenza che il solvente presente, esercita su certi pigmenti applicati a bomboletta , è possibile ottenere delle livree sgranate e particolarmente accattivanti (prima di immergere, lasciare asciugare il fondo per bene, i colori intermedi "cosi cosi" e l'ultimo poco e dare sempre come intermedio,  magari poco poco, un velo di grigio;  mani leggere e distanti 35-40 cm almeno)

 

 

 

Nella soluzione tutto verniciato, oltre al plastivel, possiamo  utilizzare lo stesso prodotto epossidico usato per la colata o un altro epossidico a piacere, evitiamo tuttavia  in questo caso di proteggere la paletta .  

 

Terminiamo inserendo gli split ring ed ancorette o ami singoli.

 

 

 

 

...non rimane che la prova in acqua e la soddisfazione di una cattura per sancire nella maniera migliore il buon esito della nostra realizzazione. 

ciao e buona p...ermanenza sul nostro sito.

Gianni Burani 

 

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Appendice

... per ricavare  la conchiglia superiore, in alternativa alla cera distaccante, stendiamo un foglio di domopak sulla schiena della matrice e con un cutter ritagliamo a ridosso del profilo. In questo modo le due conchiglie non aderiranno tra loro e non sarà necessario tagliare con un cutter per dividere le due parti.  

Coliamo quindi la gomma siliconica fino a coprire completamente la schiena della matrice ed attendiamo l’indurimento. A gomma siliconica indurita estraiamo la conchiglia creata forzando leggermente per favorire il distacco della piccola cartilagine formata a ridosso della matrice e separiamo le due parti. 

La conchilglia superiore è pronta per ricevere la colata di resina leggera che incolleremo sul ventre realizzato con resina piu' pesante.

Avrete notato che non ho messo testimoni.  Il motivo è semplice non servono in quanto i due stampi si utilizzano separatamente.

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