ARTIFICIALI & Co |
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IL CALAMARO DA SPINNING
Durante
la progettazione di questo artificiale pensavo soprattutto a due
possibilità di impiego. La
prima riguarda la pesca a spinning in mare, che costituisce l’habitat
naturale di queste creature, la seconda è la pesca del siluro in acqua
dolce, essendo il calamaro, infatti, una delle esche preferite dai
siluristi. Dopo
le prime prove in acqua, però, una volta verificata la vivacità del
movimento dell’artificiale, è sorto il desiderio di sperimentarlo con
altre prede, pensando soprattutto al black bass. Le fasi di costruzione che seguiranno, si riferiscono alla
costruzione di un artificiale pensato per il Bass. Se invece vogliamo rivolgere le nostre
attenzioni al siluro, sarà il caso di potenziare l’acciaio inox
impiegato per l’armatura, portandolo almeno ad un millimetro di
diametro ed usare due ami di provata robustezza per resistere a questi
grossi baffoni (ad es.del n. 6/0). Oppure impiegarne uno solo, di
grandezza maggiore (ad es. un 10/0), nella parte centrale dopo la testa. In quest’ultimo caso, un tentacolo lo
infileremo sul gamo dell’amo, mentre gli altri due mobili, formati
dagli spaghetti in silicone bianco, potremo sempre infilarli in
un’apposita armatura a “V”, da inserire nel robusto split rig
che collegherà l’amo all’occhiello di acciaio
dell’armatura. Quest’ultima sarà semplicemente
costituita da un unico spezzone diritto di acciaio terminante in testa
ed in coda con due anelli chiusi da avvolgimenti dello stesso metallo,
in modo da garantirci da qualsiasi sorpresa. I materiali e le fasi di costruzione: E’
un materiale molto interessante, che può essere scaldato un numero
infinito di volte sino al raggiungimento della forma desiderata. Può
essere lavorato a mano o anche
comprimendolo in stampi di silicone, ottenendo in modo facile e veloce
artificiali anche di una certa complessità. E’ disponibile in tre
colori: nero, grigio e bianco. La
prima fase di costruzione è stata la modellazione di un’anima in
balsa da inserire nel corpo del calamaro. Questa
specie di “osso di seppia” svolge diverse funzioni: innanzitutto
limita la quantità di materiale plastico da utilizzare, facilita la
successiva modellazione della plastica e consente un più semplice
inserimento dell’armatura interna.
Infine,
essendo la plastica leggermente negativa, la balsa ci permette di
rendere l’artificiale più positivo. Questa caratteristica ci dà la
possibilità, infatti, di controllare meglio l’assetto in acqua
mediante l’inserimento di una zavorra di piombo sotto il corpo
dell’artificiale.
Le
pinne laterali sono state modellate divise in due parti, di cui una
libera.
La
parte centrale dell’armatura ha una estremità libera (a sin.) ed una
piegata ad occhiello. Viene inserita nell’artificiale passando dalla
coda con l’estremità libera sino ad uscire dalla testa (per aprire i
fori in questi due punti è sufficiente utilizzare una pinza e filo
spesso d’acciaio scaldato alla fiamma), avendo cura di spingere
l’occhiello finale fin quasi dentro la plastica.
Dopo aver collegato i due ami, tirando l’occhiello di coda dell’armatura si fa penetrare l’estremità anteriore in un solco orizzontale scavato nel muso del calamaro:
Questo solco può essere poi chiuso scaldando
leggermente la plastica. Un sistema più semplice potrebbe essere quello di
ricorrere ad una armatura lineare che agganci in testa una ancorina di
generose dimensioni.
Anche in questo caso è
sufficiente scaldare il filo alla fiamma per inserirlo nella plastica:
In questa foto si nota come la plastica tenda a
diventare trasparente una volta scaldata, per poi tornare bianca
raffreddandosi. Questa caratteristica rende più semplice capire quando
la plastica è pronta per essere lavorata. La zavorra è stata aggiunta creando un spazio sotto
il corpo dell’artificiale.
Scavando ulteriormente nel corpo del calamaro (e
quindi nell’anima di balsa) è anche possibile inserire dei rattles,
da me costruiti con pezzi di piccoli tubi di plastica contenenti tre
pallini di piombo ciascuno:
La vibrazione prodotta dai rattles ha un forte potere
attirante su molti predatori. Il siluro, in particolare, compensa la sua
vista debolissima con una sensibilità molto accentuata che gli permette
di avvertire le vibrazioni emesse in acqua dalle sue prede e di guidarlo
nell’attacco. Per completare l’artificiale è ora sufficiente
aggiungere i tentacoli. Per quelli più corti ho utilizzato un pezzo di tube
bianco facendovi passare attraverso gli ami e infilandolo sul muso del
calamaro; per fissarlo è sufficiente una goccia di Attack.
Il righello mostra le dimensioni totali, nel complesso
abbastanza contenute.
Secondo
la mia idea questo artificiale va fatto lavorare come se fosse un
jerkbait, recuperandolo con piccoli e frequenti strappi che simulino le
improvvise fughe di questi cefalopodi
e che animino il calamaro grazie al movimento dei tentacoli di
silicone e delle parti snodate delle pinne laterali. Un
particolare interessante è dato dal fatto che le parti fisse delle
pinne laterali possono essere sfruttate come la paletta di un minnow per
modificare il movimento del calamaro. Variando infatti l’inclinazione
delle stesse, cosa che si può fare all’istante scaldandole con un
accendino, si consente all’artificiale di lavorare a profondità
differenti. Conclusioni: L’aspetto
che più mi appassiona nella autocostruzione di artificiali è la
possibilità che essa ci offre di dare sfogo alla nostra creatività e
fantasia. Possiamo
fare infinite cose: possiamo copiare artificiali già noti,
moltiplicarli, modificarli in base alle nostre esigenze e quindi in un
certo senso migliorarli. Possiamo
copiare la natura, cercando di capirne ed imitarne le infinite
manifestazioni, oppure inventare forme completamente nuove, trasformando
noi stessi in pionieri, sperimentatori. Possiamo
esaltare l’estro che è dentro ognuno di noi, con il segreto obiettivo
di stupire noi stessi ed il chiaro intento di sorprendere le nostre
prede: penso non esista maggior gratificazione di quella derivante dalla
fusione di queste forze, la passione per l’autocostruzione e la
passione per la pesca che sicuramente accomuna tutti i frequentatori di
questo sito. Per
qualunque domanda o chiarimento, potrete contattarmi via e-mail. Gianfranco Madini
giasilva@libero.it
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