ARTIFICIALI & Co |
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Fabeel, anguilletta in 3 pezzi Testo e foto di Mariano Randazzo (Dosanthos) - Genn.2011 Vi mostro le foto delle fasi costruttive di una delle mie anguillette. Questo è il procedimento che adotto io ma tutti sanno che le interpretazioni possono essere molteplici ed esistono diverse soluzioni per piombare e regolare queste esche. Ne possiedo diverse e di vari costruttori e sono certo di poter dire che non ne ho due uguali. Sono tantissimi i piccoli accorgimenti che possono differenziare due anguillette, quello che conta in assoluto è il nuoto che deve essere ben regolato in modo da emettere le forti vibrazioni che contraddistinguono queste esche ma allo stesso tempo fare in modo che l'esca si presti a diverse velocità di recupero senza soffrire le accelerazioni ( o i flussi delle acque di una foce). 1: Dopo aver provato altri legni come kotò e ramino attualmente realizzo le aguillette con un tondino di tiglio da 12mm , ritengo sia il giusto compromesso tra durezza e facilità di lavorazione. 2: Sul tondino grezzo traccio le linee dei tre segmenti che hanno lunghezze decrescenti (5,4 e 3 cm) 3: Con una raspa e carte a diversa grana (80 e 240) smusso ad occhio le estremità per creare testa e coda. 4: Divido i tre segmenti e pareggio con la carta da 80. 5: Con una penna traccio alcune guide per realizzare la fresatura ventrale e lo scasso della paletta che posiziono ad 1 cm dal muso. 6: con un punteruolo effettuo un invito per guidarmi nella realizzazione di un foro passante sul tondino. 7: Realizzo un foro su tutta la lunghezza del segmento utilizzando una punta sottile.non affondo mai da un solo lato ma faccio in modo che i due fori si congiungano. 8: I tre segmenti forati 9: Con il multiutensile dotato di lama da taglio pratico il taglio ventrale. Ecco quella che per me è l'utilità del foro passante, con la lama infatti taglio fin quando questa raggiunge il foro praticato in precedenza. In questo modo sono sicuro di non affondare troppo. inoltre la sezione circolare del foro è un'ottima sede per l'armatura. 10: Con il multiutensile dotato di una punta diversa allargo leggermente lo scasso nei punti che dovranno ospitare la piombatura ovvero tutto il primo segmento e pochi millimetri del secondo a ridosso dell'anello ventrale. 11: Per realizzare
l'armatura non mi servo di una dima, mi sono abituato così e così
paradossalmente riesco ad essere più veloce e preciso. L'armatura è in
acciaio inox 316 da 1mm. Fisso l'armatura con qualche goccia di colla
cianoacrilica. 12: Taglio i due pezzettini di filo di piombo che utilizzo per piombare le prime due sezioni come descritto in precedenza. Il filo è un po' più lungo del necessario, successivamente con l'aiuto di un cutter rifilerò il tutto. Non ho mai pesato il piombo che utilizzo, vado assolutamente ad occhio 13: Nelle prime due sezioni
utilizzo il filo di piombo per "stuccare" la fresatura,
successivamente ripasso il taglio della paletta portandolo alla
larghezza finale con una fresa. 14: Quando lo stucco è ben
asciutto con l'ausilio di una piccola mola smusso le estremità di ogni
segmento. Adesso l'artificiale è praticamente pronto per il turapori.
le mani di turapori saranno 2, tra una mano e l'altra è molto
importante carteggiare la superficie. 15: Mentre asciugano le due mani di turapori mi dedico alla paletta che realizzo con lexan da 2 mm e la classica tecnica dado/sfera. per queste anguillette utilizzo una sfera da 10 mm ed un dado di adeguate dimensioni. Non ho una dima per la paletta, la realizzo grezza e successivamente la sgrosso adattandola al muso dell'esca aiutandomi con un calibro. Realizzo lo scasso della paletta ad occhio e senza un'angolazione standard. Il tempo che intercorre prima del completo indurimento della colla epossidica che utilizzo per il fissaggio della pala mi consente di apportare le giuste regolazioni di inclinazione. 16: Quando le due mani di
turapori saranno asciutte l'artificiale è pronto per un rapido test in
vasca. Per fare ciò monto due ancorette di prova e fisso
momentaneamente la paletta senza colla aiutandomi a tenerla in posizione
con degli spessori di nastro adesivo. Se noto delle piccolissime
anomalie del nuoto che reputo correggibili non intervengo adesso
sull'anello di testa dal momento che la paletta deve essere ancora
rimossa e riattaccata definitivamente alla fine. Questa prova in
sostanza mi serve per capire se l'esca "ha speranze" di
nuotare. con un po' di pratica si riesce a capire fin da questo momento
se l'artificiale una volta ultimato avrà un nuoto soddisfacente. Ultimata la livrea incollo gli occhietti olografici flat o 3D, per questi ultimi è opportuno realizzare una piccola sede durante le fasi di lavorazione del grezzo. L’artificiale ancora
privo di paletta è pronto per la prima mano di resina epossidica. 17: Le restanti due mani di
rivestimento verranno date dopo aver incollato la paletta con colla
epossidica bi componente. Con questo è tutto, a presto e buona p............ermanenza sul
nostro sito. Mariano Randazzo (Dosanthos)
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