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Fai da te il  "Briviètt" o Tramviere

Testo e foto di Segio Filippetto (alias Kabeda) - Sett. 2010 

Un po’ di storia tra le mani…

Questa esca nasce tanto tempo fa nelle zone rivierasche del Lario e dell’Adda da due necessità: arrivare più lontano possibile per perlustrare ampi spazi aperti sia in lago che in fiume, l’altra la caduta veloce dell’artificiale in farfallamento utile per l’immediata entrata in pesca nei vari strati soprattutto in fiume dove la corrente è sostenuta. I pescatori rivieraschi usano questa esca da tempo memorabile che, nonostante la rozza fattura e la semplicità dei materiali con cui viene costruita, è ancora una delle migliori in assoluto, soprattutto per i pesci alloctoni. Le vibrazioni causate dallo farfallamento dell’esca a seguito di recuperi e rilasci, è il fattore adescante principale che scatena l’aggressività dei predatori tra cui trote, marmorate in primis, perca, cavedani, lucci, siluri, aspi e persici anche di taglia.


Un esemplare originale di “Briviètt”

Viene ancora costruita da pochi artigiani locali generalmente in due/tre misure ma con l’avvento di nuovi materiali e forme sempre più “moderne” e “belle”, questa esca non viene quasi più considerata, tanto che molti giovani pescatori non ne conoscono nemmeno l’esistenza.

Rimane tuttavia, nella sua semplicità costruttiva, un’esca di prim’ordine e non deve mancare nella attrezzatura di chi pratica lo spinning.

Questa esca generalmente viene creata con una fusione di piombo che viene successivamente incollata ad un supporto di legno e modellata con lime e utensili. In questo progetto utilizzeremo invece materiali presenti in commercio senza fusione di piombo, materiale con vapori molto tossici e venefici se inalati.

 

MATERIALE OCCORRENTE

  • Un listello di balsa 10x15mm

  • Filo acciaio (o anche ferro acciaioso) da 0,8mm

  • Piombo a siluro da 10 o 15 grammi

  • Carta stagnola o alluminio adesivo

  • Colla bi-componente epossidica

  • Pinza a becchi e a becchi tondi

  • Seghetto per il ferro

  • Carta vetrata grana 80 e 120

Ricordiamoci sempre di utilizzare tutti gli attrezzi in piena sicurezza usando come   protezione personale almeno un paio di occhialini e una mascherina di protezione.

Cominciamo nel tagliare a misura il listello di balsa. La scelta è caduta su questo materiale perché è in grado di sopportare molto peso e quindi possiamo giocare su questo fattore, cosa che usando altri tipi di legni, per la differenza di spinta (legge di Archimede) l’esca ne risentirebbe sullo sfarfallio in caduta che, come spiegato in precedenza, è il fattore adescante principale.

Tracciamo la lunghezza del piombo a siluro che adopereremo per la nostra esca e tagliamo il nostro listello.

Ora, seguendo la sede guidafilo del nostro piombo, ne taglieremo per circa 1cm ai due lati dello stesso, diciamo in prossimità dello scalino.

Questo accorgimento ha due funzioni: il primo è quello di posizionare in maniera corretta gli anelli e il secondo quella di fissare l’armatura ad entrambe i lati per poterla meglio lavorare.

L’armatura sarà chiaramente di tipo passante, realizzata con filo da 0,8mm e sarà fissata al nostro piombo a siluro. Come si vede dalla foto, la forma dell’armatura è un po’ particolare.

Come già accennato in precedenza, i due estremi del piombo a siluro verranno serrati bloccando in posizione l’armatura per facilitarne la lavorazione.

La parte inferiore della nostra armatura con l’anello ventrale, alloggerà nella sede che percorre il piombo per tutta la lunghezza, fissata con qualche goccia di collante ciano-acrilico, mentre i due terminali verranno agganciati fra di loro chiudendo l’armatura in un robusto loop. In questo modo, l’armatura è in grado di resistere anche ad attacchi di grossi predatori senza cedimenti grazie anche alla robusta sezione del filo.

Ora prendiamo una piccola striscia di lamina di piombo lunga circa 30mm, larga 5/6mm e dello spessore di 1,5mm, o in mancanza di questa, va bene qualsiasi pezzo di piombo pressato con il martello e lo deformiamo ottenendo più o meno le dimensioni indicate. Pieghiamo leggermente il nostro piombo a siluro in modo che formi una leggera bombatura verso il centro.

La posizioneremo a circa metà del nostro piombo e le daremo anche a lei la bombatura fissandola con qualche goccia di collante ciano-acrilico.

Bene, la nostra struttura è pronta.

Ora procediamo alla lavorazione della sagoma di balsa.

Prendiamo il listello, lo bloccheremo in morsa e praticheremo un taglio prima verticale nella sua mezzeria che poi allargheremo a “v”. La profondità sarà calcolata più o meno lasciando fuoriuscire parte della curvatura del piombo come da immagine. Proviamo l’assemblaggio asportando eventualmente il materiale in eccesso.

Una volta controllato il tutto, procediamo all’incollaggio che sarà eseguito in due momenti diversi. Prendiamo la colla bi-componente, ne prepariamo una discreta quantità che sia sufficiente a bloccare nella sede a “V” il piombo  e la struttura, la disponiamo sul fondo della nostra “V” e ci adageremo la nostra struttura  pressandola bene e bloccandola con del nastro adesivo di carta in modo che la mantenga bene contro il fondo. Assicuriamoci che la colla non fuoriesca dalle estremità libere, dove ci sono gli anelli della nostra armatura.

Una volta rappresa, prepariamo con del nastro di carta adesivo, due chiusure laterali. Adesso procederemo all’incollaggio definitivo preparando ancora una discreta quantità di colla bi-componente che verrà utilizzata per riempire le zone intorno al piombo ancora libere e la sede del piombo dove alloggia l’armatura.

Qui possiamo vedere in sezione orientativamente la forma che dovrà assumere e la disposizione dei vari componenti:

  • Balsa

  • Armatura

  • Lamina di piombo da 1,5mm

  • Zona di incollaggio

  • Piombo a siluro

Come si può notare, la rastrematura della pancia parte dalla superficie del piombo. Questo accorgimento sposta il baricentro molto in basso e ne facilita lo sfarfallio.

Il più è fatto. Ora manca la sagomatura del nostro tramviere che dovrà assumere una forma che ricorda vagamente un pesce.

Cominciamo ad abbozzare la forma alla testa schiena e coda con della carta vetrata a grana molto grossa o il cutter  e mano a mano useremo carta abrasiva molto fine fino a raggiungere un risultato di finitura soddisfacente. 

A questo punto si immerge l’artificiale nel turapori, nella cementite o si ricopre l’artificiale con una/due mani di vernice o resina bicomponente epossidica, che gli conferisce, oltre che l’impermeabilità, una buona robustezza meccanica.

Lasciato essiccare il tutto si procede con il rivestimento. Qui e’ veramente importante usare rivestimenti molto riflettenti tipo carta stagnola, alluminio adesivo e chi più ne ha ne metta.

Qui uso dall’alluminio adesivo usato dai tecnici dei circuiti di aria condizionata ma nessuno impedisce l’uso di materiali diversi.

Con l’aiuto del manico di un bulino, cacciavite di precisione o altro, creiamo la caratteristica godronatura sui fianchi che simula le squame.

Ora manca la verniciatura e il protettivo finale. Per i colori, le tecniche di colorazione e protettivi finali, vi rimando ai molteplici esempi comparsi sul sito e nel forum di autocostruzione.

Spero di aver accontentato quanti aspettavano un progetto per costruire questa esca che, nonostante l’età, è in grado di essere ancora in grado di riservare moltissime emozioni.

Un saluto e un augurio a tutti una buona p..ermanenza su questo sito!

Per contatti:

hmm.masterAAA@gmail.com (togliere le A antispam)

 

 

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