ARTIFICIALI & Co

 

 

 

 

 

 "Autocostruzione" 

 costruiamo il Jerkbait  "scardola" 

  Testo e foto di Loris Ferrari - Dicembre 2005

 

 

Premessa:

 

Nell'aprile dello scorso anno, stimolato dalle notizie sull'efficacia dei Jerkbait  per la pesca al grosso luccio e dalle discussioni sulla costruzione dei popperoni per la pesca in mare, nate su vari forum di pesca, mi sono deciso ad affrontare anche questo tipo di costruzione.

 

Non mi convinceva però l'utilizzo dei pur comodi occhielli a vite di acciao inossidabile utilizzati da tanti e neppure la potenziale tenuta di questi occhielli, soprattutto pensando di utilizzare i Jerkbait anche nei confronti dei grossi siluri che popolano il Po ed ormai quasi tutte le acque della pianura padana.

 

Sono infatti convinto che con il tempo, un infiltrazione d'acqua dentro l'artificiale, una crepa creatasi nel legno a seguito di una forte trazione per liberare l'artificiale impigliato, durante la lotta con un pesce o la mancata completa stagionatura del legno impiegato, possano potenzialmente indebolire il sistema del semplice occhiello avvitato nel legno.

 

La costruzione, i materiali:

 

Ho cominciato inizialmente a pensare ad un loro incollaggio con una forte bicomponente, subito prima dell'avvitatura , pensando come soluzione ottimale di utilizzare mastice liquido da marmo

 

Sottolineo mastice da marmo "liquido" e non di tipo "verticale" poiché questo tipo di mastice essendo molto più fluido, si presta meglio ad essere colato dentro ai buchi praticati dal trapano.

 

Il passo successivo è stato quello di costruirmi autonomamente degli occhielli partendo da un pezzetto di acciaio inox.

 

Questo sistema ritengo abbia l'indubbio vantaggio di poter fare gli occhielli della lunghezza desiderata e con la sezione di acciaio che riteniamo più idonea. 

 

Ho cominciato allora ad attorcigliare le barre di filo di acciao da saldatura ( in questo caso di sezione 1,2 millimetri), fino ad arrivare alla soluzione definitiva che vi illustro qui sotto.

 

 

 

 

 

Credo che piegando l'acciaio in questo modo si ottenga una superficie metallica di notevole contatto con il mastice in grado di resistere maggiormente rispetto ad una vite ad occhiello di pari lunghezza. 

 

Una cosa appare sicuramente certa, visto che l'occhiello non è di tipo aperto, non sarà possibile aprirlo sotto forti trazioni se non cede la colla utilizzata.

 

Il mastice poi se ben colato dentro il foro praticato dalla punta di trapano, è in grado di occupare tutti gli interstizi del legno, rendendo incredibilmente resistente tutta la zona interessata. 

 

Potendosi insinuare anche nelle più piccole fessure è persino in grado di migliorare la tenuta del legno andando ad irrobustire ad esempio una piccola crepa interna che fosse presente nel pezzo di legno utilizzato.

 

Gli altri materiali occorrenti sono davvero pochi:

 

- Lastra di piombo da 2 millimetri per ritagliare la piombatura del Jerk da inserire in una o più fessure sottopancia, secondo le caratteristiche di nuoto che vorremo conferire al nostro artificiale.

 

- Legno in listelli di essenza dura, io mi sto trovando bene con pezzi di scarto dei pavimenti in legno (parquet), reperibili in parecchi magazzini edili, vanno solitamente dal centimetro di spessore al centimetro e mezzo. 

 

Ovviamente si possono impiegare altri tipi di legno, quali il rovere, il mogano, la quercia, il tek e parecchie altre essenze dure e soprattutto stagionate.

 

Se invece parliamo di attrezzi e pensiamo di dover realizzare parecchi artificiali in serie, trovo molto comodo il traforo elettrico, che vedete nella foto sottostante. Ci basterà fare attenzione all'incolumità delle nostre dita ed impiegarlo con gli appositi occhiali protettivi per velocizzare notevolmente il lavoro, producendo in breve tempo molte sagome grezze.

 

 

 

 

 

La verifica di tenuta:

 

Per verificare l'effettiva efficacia del sistema ho fatto una prova su un pezzo di legno a perdere, fissandoci con il mastice un occhiello lungo 3 centimetri. 

 

Dopo un giorno di attesa per permettere la massima essiccazione, all'occhiello che fuoriusciva ho collegato un pezzo di fune che ho legato al soffitto poi tenendo in mano il pezzo di legno, ho iniziato ad oscillare, facendomi sostenere di peso ( vestito sono sugli ottanta Kg... direi un bel silurotto! ).

 

L'unica cosa che si è verificata è stato un leggero allungamento ed ovalizzazione dell'anello metallico, ma il mastice ha perfettamente tenuto, mantenendo l'occhiello nella sua sede, facendomi perciò ritenere superata alla grande la prova.

 

 

 

 

Una costruzione davvero semplice:

 

Rispetto ad altri tipi di artificiali, sagomare e costruire un Jerk davvero non è difficile. Ci basterà costruire una sagoma con un cartoncino, appoggiarla sul listello di legno e passarci nel contorno con una biro, in modo da definire il taglio da eseguire con il traforo (o con una sega manuale da legno). 

 

Cerchiamo di ritagliare il contorno rimanendo un millimetro più abbondanti, in modo da poter ritornare esatti con l'aiuto di una o più lime per metalli ed infine terminando l'opera di lisciatura dei bordi con carta abrasiva di varie misure.

 

La scardola che andremo a vedere nelle foto sottostanti è decorata con l'immagine di un pesce, duplicato e ribaltato a computer e stampato come da esempio su carta comune. 

 

E' perciò evidente che ci basterà dopo la lisciatura dei bordi del legno, arrotondarne leggermente gli spigoli in modo da non lasciarli taglienti e farli risultare più gradevoli.

 

 

 

 

 

 

Sulla foto andremo ad appoggiare la nostra sagoma del Jerk con un software di grafica (o fisicamente se non abbiamo queste capacità con il computer), ed andremo a ritagliarne il contorno dopo la stampa, con un paio di forbici.

 

La prova in acqua:

 

Prima della decorazione finale, ovvero subito dopo l'essicazione della prima mano di vernice di fondo, sarà assolutamente indispensabile effettuare la prova in acqua per verificare la correttezza della piombatura e del movimento di insieme dell'esca, durante le "Jerkate" date dalla canna durante il recupero. 

 

In questo caso specifico ho voluto costruire un'esca prettamente di superficie, il piombo pertanto è stato messo solamente nella parte sotto la pancia, fra l'anello di testa e quello ventrale; è costituito da un rettangolo di piombo spesso 4 millimetri, ottenuto piegando su se stessa una lastra di piombo da 2 millimetri ed inserito dentro il Jerk, dopo aver praticato un alloggiamento impiegando soprattutto una piccola fresa circolare inserita nel minitrapano.

 

L'assetto finale in acqua della nostra scardola (shad), risulterà ideale quando la stessa rimarrà inerte con il dorso a pelo d'acqua, pronta ad essere recuperata a strappi e rilasci. Imita un pesce morente e riesce al massimo ad affondare per alcune decine di centimetri.

 

Una volta inseriti gli split rig negli anelli di acciaio e montate le ancorette, ci si reca con canna, mulinello ed occhiali polarizzanti in uno specchio d'acqua vicino, magari con acque trasparenti e si iniziano i primi lanci e recuperi, proprio come poi faremo durante l'azione di pesca. 

 

In questo specifico caso davanti all'artificiale, c'era persino l'asta da Jerk, proprio per simulare esattamente il movimento dell'esca in pesca. Solamente in questo modo verificheremo dal vivo il corretto movimento dell'esca.

 

 

 

 

 

Non dovremo avere tentennamenti e dovremo essere molto critici nei confronti del nostro operato, qualsiasi cosa non ci soddisfi, dovremo andarla a correggere intervenendo nuovamente sulla piombatura e ripetendo una o più volte la prova in acqua fino alla completa realizzazione dei requisiti che vogliamo ottenere dall'esca.

 

Se non lo facessimo e proseguissimo per la decorazione, non faremmo altro che ritrovarci fra le mani un'esca che non ci convince e che diventerà solamente un aggeggio colorato da appendere ad uno scaffale o da dimenticare per sempre in fondo ad una scatola.

 

Se invece vogliamo ottenere un fedele alleato di pesca che ci infonda fiducia e speranze di grosse catture, la parte più impegnativa che dovrà superare questo artificiale sarà appunto la prova in acqua.

 

La decorazione rimane solamente una gioia per i nostri occhi, una soddisfazione magari da esibire con orgoglio ai nostri amici lanciatori. 

 

Sono profondamente convinto che sia il movimento che fa scattare all'attacco il predatore, la colorazione spesso è ininfluente o comunque di un importanza davvero relativa almeno nell'ottanta per cento dei casi.

 

Non per questo sto dicendo di trascurarla, anche l'occhio vuole la sua parte ed anzi è proprio la decorazione dell'artificiale la molla che ci fa scegliere l'artificiale fra tanti altri uguali quando siamo in un negozio di pesca, poiché non siamo certo in grado in quel momento, di provarla in acqua.

 

La decorazione e la protezione trasparente:

 

Dopo la prova in acqua e dopo aver aspettato un paio di giorni per garantirci la perfetta asciugatura del supporto, tenendo l'artificiale appeso in un luogo fresco ed asciutto, andremo innanzitutto a dare la seconda mano di fondo.

 

Consiglio il colore bianco perché fa risaltare molto meglio gli altri colori che andremo a mettere successivamente.

 

Ora sulla sagoma di legno del Jerk andremo ad incollare le due foto del pesce; io ho usato colla per legno, un vinavil rapido (Pattex legno Express), ma direi che tantissimi altri tipi analoghi possano andare bene. 

 

Asciugata bene la colla (aspettiamo comunque almeno 24 ore), andremo a rifinire il nostro Shad Jerk sui fianchi con i soliti colori ad acqua, già descritti negli altri articoli. Tenete presente di lasciare passare almeno un'ora fra una tonalità ed un'altra in modo da evitare sbavature.

 

Le altre fasi di decorazione penso possano essere comprensibili dalla sequenza delle foto sottostanti. La protezione trasparente infine è stata ottenuta con vernice trasparente bicomponente da carrozzeria. 

 

Quest'ultima è stata data dopo aver aspettato almeno 48 ore dall'ultima fase di verniciatura.

 

E' assolutamente indispensabile, per evitare spiacevoli sorprese, che il supporto sia assolutamente asciutto, prima di dare un paio di mani di protezione trasparente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Conclusioni:

 

La nostra scardola "Jerk shad" è terminata. Ora non ci resta che portarla con noi a pesca; soprattutto nelle acque con sicura presenza di grossi esemplari. 

 

La taglia notevole di questo artificiale (20 centimetri), lo fa destinare ai grossi lucci o ai siluri, nulla vi vieta però di utilizzare questo procedimento riducendo le misure e costruirvi magari un'esca lunga la metà, da destinare anche ai bass o a prede di dimensioni più modeste.

 

Se avete bisogno di ulteriori ragguagli sulla costruzione dei Jerkbait od avete provato con successo altre soluzioni, non esitate a scrivermi all'indirizzo e-mail che trovate in Home Page del sito, sarà un piacere  scambiare con voi pareri sull'argomento.

 

Buona p... ermanenza sul sito!

Loris Ferrari

 

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