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Jerkbait Testo e foto Mauro Maccagnani (Sipadan) - pubblicato Nov. 2006 - aggiornamento Dic. 2007
Jerk Cos’è
un jerk? Principali
avvertenze I
requisiti principali perché un jerk autocostruito funzioni sono:
Ottenuti
questi requisiti e procedendo ad una piombatura sensata in genere il
jerk funziona, in qualche maniera.
I
test in ogni caso per me vanno fatti col cavetto rigido, che
aiuta molto. Se
poi il jerk va anche col cavetto morbido tanto di guadagnato (e a mio
giudizio solo per i casi 2 e 3) ma il suo uso è col cavetto rigido,
almeno per quelli grossi e medi Quelli
piccoli creati per i bass li uso senza cavetto, ma sono oggettini da 4 o
5 cm x 1 cm di spessore, se usati in acque dove sono sicuro non ci siano
lucci Piombatura e tipi di legno da usare Io i jerk li piombo di norma simmetricamente rispetto l’asse dell’anellino di pancia. Più
piombo in testa li tiene inclinati in avanti. Il
piombo in un unico punto non mi piace, ma da movimenti che possono
piacere, più reattivi. In
alcuni casi consente anche un moto automatico Il
piombo concentrato da jerk molto nervosi e reattivi, in genere con
scodinzolii stretti, il piombo distribuito in genere
da un moto ampio e sinuoso tipo filibustieri Piombo
in coda prevalente mai provato..ma si va verso i walking the dog Per
il legno inizialmente usavo tipi di
legno molto duri (faggio,
rovere, mogano) che sono molto resistenti ma anche molto pesanti e molto
duri da lavorare. La
resistenza ai “morsi” è utile ma da un altro aspetto da non
trascurare, cioè crea un jerk intrinsecamente pesante che richiede meno
piombo ma il peso totale è alto e richiede canne molto specifiche e si
generano jerk assolutamente poco “nervosi” ovvero stabili con
oscillazioni regolari. Si
ha però la possibilità di renderli molto affondanti o meglio
affondanti velocemente tipo countdown (in assenza di recupero). In seguito sono passato a jerk più piccoli e uso legni più leggeri ma a pasta molto densa (cirmolo , un tipo di abete usato dai modellisti meccanici e pioppo) che hanno una fortissima resistenza alla scheggiatura e grande tenuta per le viti e gli anellini. La
qualità del legno si vede per es. quando lo si fora col trapano, se il
foro è netto la pasta del legno è denso, se viene un foro con grossi
trucioli e sezione irregolare (abete per esempio) la pasta non è così
densa. Si
fa più fatica a rifinirlo liscio e si creano schegge facilmente se si
fora o si piantano viti. La
resistenza ai “morsi” è minore, richiedono più piombo per dare il
giusto assetto ma sono in ogni caso più leggeri a parità di assetto. Inoltre
hanno moti molto più “nervosi” che si possono accentuare jerkandoli. Come
piombarli? Io uso cilindri di piombo (me li sono fusi ad hoc della
dimensione adatta, 4, 5, 6, 8, 10 mm), ma va altrettanto bene usare
olivette, pallettoni o al limite anche pallini. Sono
adatti anche i fogli di piombo arrotolati su se stessi. Poi
per eventuali correzioni piombo in lastre o in fili su un lato per
bilanciare al meglio. Il
tutto stuccato poi con stucco da carrozzaio o stucco per marmisti. Adesso
non inchiodo ne incollo più i piombi, basta lo stucco per me. Arrotondamento degli spigoli In genere io provo prima il jerk squadrandolo pochissimo (raccordi da 2 mm sugli spigoli)
Si può fare di più ma si rischia di “rovinare” il jerk Mai
fare assieme modifiche sull’arrotondamento degli spigoli, del muso e
della coda, se no non si capiscono gli effetti della singola modifica Arrotondamento coda Si
può o meno rastremare la coda. Rastremandola
in genere scoda meglio, ma procedere con estrema attenzione alla
simmetria
Muso piatto o a punta? Escluso il muso completamente piatto si può agire facendo il muso a punta
O arrotondato, più o meno simmetrico Questo
per la parte rispetto all’asse orizzontale Il
caso (A) aiuta il galleggiamento, il (B) l’affondamento Il
non rastremare la punta del jerk li crea un po più difficili da muovere
(vanno jerkati), ma con un movimento quasi certo. Più
si rastrema la punta più ci si porta vicini al movimento quasi
automatico, ma con minimi ritocchi se si esagera si perde del tutto il
movimento (vanno dritti…..) Tanto più se si procede a rastremare punta, coda e a fare ampi raccordi sugli angoli Ovviamente
un jerk rastremato davanti, dietro e con ampi raccordi se molto ben
fatto jerka da solo…. Caso (3) L’assetto in acqua I
jerk naturalmente tendono a risalire durante il recupero, per cui è
molto difficile fare jerk affondanti che lavorino fissi sul fondo È
certo possibile fare jerk affondanti, ma più pesano più sono difficili
da muovere Io
non ho più jerk pesanti e affondanti Ho
jerk di peso medio e leggero, alcuni affondanti e altri galleggianti da
fermo. In
base alla posizione dell’anello frontale, di eventuali appendici e
della forma in azione sono da superficie o affondanti, fino a 1 metro,
massimo 2. Anche
gli affondanti, che possono essere usati in count down ovvero
lasciandoli affondare, in recupero tendono a risalire per la trazione
che avviene sempre dall’alto. Anelli o armatura o altro ? Io
uso sia viti con l’anello (in acciaio di lureparts.nl) che anellini
intrecciati di acciaio da 1mm fissati con mastice per marmisti,
meraviglioso quello “orizzontale” che è molto fluido. Sono
testate sui legno che uso (mogano, faggio, cirmolo, rovere) fino a
minimo 30 kg, provati col dinamometro, poi di seguito testato che mi
reggono appeso (alla lunga si deforma l’anello…). Viti
montate senza colla, di norma per poterle riposizionare. Un
grosso vantaggio è provare due o tre posizioni, quando si trova
l’ottimale si stuccano i buchi inutili (recuperando le viti
oltretutto). Se
invece si preferisce l’armatura si perde l’opportunità di modifiche
facili in corsa. Altro
mezzo appunto anelli autocostruiti di acciaio fissati col mastice da
marmisti in un forellino fatto in anticipo, altrettanto valido e robusto Perché a volte non va… Galleggia
troppo, si ovvia o con altro piombo o togliendo legno (banale, ma sono
le uniche due soluzioni. Affonda
troppo: si rifà in genere…. O si toglie del piombo (se si riesce, io
provo sempre i jerk non verniciarti col piombo fissato con pochissimo
stucco o un chiodino) se
galleggia troppo si mette una superficie inclinata superiore piatta
come nel caso (B) visto prima. recuperando
orizzontalmente il moto crea una componente che tende a spingere in
basso il jerk, forse non si riesce a farlo affondare ma a tenere il
fondo meglio si se
avete gli anellini a viti provate a spostarli sopra o sotto, in genere
metterli sopra fa affondare un po di più. Questo
è il vero punto di forza degli anellini a vite, io adesso per i
prototipi uso gli anellini a vite, per quelli che so come vanno uso gli
anelli arrotolati di acciaio bloccati con il mastice da marmisti. Casi
difficili non va
proprio… le
tre regole fondamentali all’inizio sono rispettate? Allora
c’è un infelice rapporto tra: volume/peso/superfici
laterali/superficie frontale/rastematura anteriore/rastrematura
posteriore/ raccordi negli angoli praticamente
conviene operare per ultimo sulle rastremature e sui raccordi se
si è partiti da un modello noto e non va può dipendere dal tipo di
legno che da pesi e volumi diversi da quelli attesi. Allora
conviene provare a togliere una striscia di legno (non dove piombato) da
sopra o (dopo) da restringere lo spessore del jerk. Se
va dritto provare a fare un muso non rastremato. I più facili Sono
in genere lunghi e stretti o cilindrici, che sono le forme più
idrodinamiche tipo Fox belly up o Fox slim dolphin Media difficoltà Fox
tipo raider, più grosso ma sempre lungo Difficili Fox
tipo runt, corto e grosso in proporzione alla larghezza Gli snodati Gli
snodati spesso salvano progetti fallimentari, far andare uno snodato è
più facile che uno intero Per
congiungerli senza armatura io metto dalle due parti due viti chiuse e
le unisco con uno split ring o uso i classici anellini autocostruiti
bloccati con il mastice per marmisti. È
opportuno incassare il più possibile le teste delle viti e usare split
ring piccoli (ma con la resistenza voluta) e raccordare bene con un
bello scasso a 45 gradi le pareti del jerk dove tagliato Non è detto che un jerk intero che non va non possa produrre un ottimo snodato, cosi come un jerk che va bene intero se diviso di certo andrà bene… NB se si fa un jerk grande è più facile, più lo si fa piccolo più si rischia. Gli
spessori Di
regola tutti fanno jerk con spessori minimi di 15 se non 25 mm, con
punte di 30 mm. In
realtà funzionano anche jerk spessi 15 o 12 mm (non sono ancora
riuscito a farli spessi meno di 10 mm e funzionanti), ovviamente più
piccoli e meno piombati, in genere con un moto a scatti molto bello. Ben
difficilmente assumono assetti molto affondanti. Io
sono arrivato a jerk da 2 o 3 cm di lunghezza
per 0,8 cm di spessore, che funzionano, il limite sta nello
spessore e nella capacità di lavorare lo spessore sottile, che rischia
di rompere parecchie esche in fase di costruzione. Una nota
“eretica” Visto
che le regole ferree non mi convincono in Irlanda
ho sperimentato con successo un jerk con uno spoiler sulla testa
e uno diverso con lo spoiler sulla coda. Si
riesce a muovere un jerk con andature strane, lo spoiler in coda da un
moto altalenante, in testa aiuta moltissimo a tenere il fondo. Se
per caso un jerk viene sbagliato e non si riesce a correggere resta
sempre un’ultima idea, metterci una bella paletta davanti e realizzare
un crank……. Riepilogo Suggerimento
operativo
Si
deve avere la pazienza di segnare il peso, la posizione e la profondità
dei pesi, sagoma (di fianco, da sopra, da sotto, da davanti e da dietro
del jerk o su carta millimetrata o su digitale, con vicino un pezzo di
metro. Mauro Maccagnani (Sipadan)
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