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La
manutenzione delle esche artificiali
Testo e foto
di Loris Ferrari, ultimo aggiornamento 09/03 Le lunghe serate
invernali, si prestano ad essere impiegate per rivedere tutta la nostra
attrezzatura e far quella manutenzione necessaria ai ns. artificiali per
mantenerli in perfetta efficienza. Se poi ci viene a
trovare un amico pescatore, il tutto scorre via molto più velocemente
raccontando di pesca, di tecniche provate e da provare, fantasticando sulla
cattura di quel pesce mostruoso che ci ha strappato e... la serata vola via in
un attimo. Man mano che si
spunta un’ancoretta, si rovina un ciuffo di piume o di elastici, si opacizza
una paletta, si riga un minnows... il sottoscritto perde la fiducia nei
confronti dello stesso e lo ripone in letargo nella valigia “costruzione & manutenzione” in attesa di cure. Possono passare
pochi giorni o lunghi mesi, ma l’artificiale malandato in questione non verrà più usato in pesca dal sottoscritto...
perché non gli da più fiducia (ognuno di noi ha le proprie manie !). E’ vero che mi è
successo di catturare anche con artificiali “malconci”, ma li considero episodi
sicuramente dovuti al caso (leggi: pesce con difetto visivo). A me piace pescare
con artificiali “in ordine”, ben lucidi e ben colorati, dalle belle rotazioni e
bei sciacquii... mi piace lanciare avendo fiducia delle mie esche... mi piace pensare che se fossi pesce, non saprei resistere a
quell’esca ! Non lancio a caso in acqua, battezzo ogni volta la posizione
di caduta dell’artificiale e ne traccio mentalmente il percorso che dovrò
fargli fare. Quando il pesce
abbocca, la soddisfazione è grande, perché mi rendo conto di avere fatto tutto davvero bene. Viceversa, se
catturo un pesce in un lancio a caso in mezzo all’acqua, non ho lo stesso tipo
di gratificazione, perché lo considero solamente un episodio fortunato che
poteva capitare a chiunque Durante la stagione
di pesca, può capitare di accumulare diversi artificiali da sistemare. Non li
aggiusto man mano che si deteriorano, aspetto il periodo propizio, quello
invernale, prima di mettermi in “officina”. La manutenzione degli artificialiDobbiamo
innanzitutto dividere le manutenzioni in ordinarie e straordinarie : 1) Per manutenzione ordinaria intendo il semplice cambio di un’ancoretta, di un’amo o
l’affilatura di una punta. Durante le battute di pesca, ho sempre con me la pietra affila ami, verifico ad ogni
incaglio o dopo ogni cattura, con le dita, l’acutezza delle punte, se noto la
perdita dell’affilatura, estraggo dalla sacca la pietra, la bagno in acqua ( o
con un po’ di saliva), ed inizio, partendo
dalla parte esterna del gambo dell’amo (dove inizia l’ardiglione), e sfregando più volte la pietra verso la
punta (nella stessa direzione e non avanti e indietro), la ripristino,
rendendola di nuovo penetrante. Molto comode risultano anche quelle lime da
unghie con superficie diamantata che si trovano nei supermercati, io la
porto sempre con me, nel tascone dello zaino. Fra
le manutenzioni ordinarie, possiamo annoverare altre due cose : n L’asciugatura degli
artificiali impiegati durante la pesca ; n Il rifacimento di un’antialga in
nylon ad
un’ancoretta; n La lubrificazione
degli ami e delle ancorette e delle parti metalliche in generale. 2) Per manutenzione straordinaria invece, intendo interventi più lunghi e
complicati quali il cambio di una paletta in un minnows, il rifacimento di
un'asse in un cucchiaino, il ripristino di un ciuffo di piume in un popper...
insomma tutte quelle cose che non
possiamo fare in pesca perché troppo lunghe (dobbiamo pescare !) e
bisognose di attrezzature e materiali specifici. Le manutenzioni
ordinarie e straordinarie : Impareremo ora come
mantenere i ns. artificiali al meglio, capaci di darci soddisfazioni il più a
lungo possibile. Cambio di un amo o di un’ancoretta
Occorre acquistare
in un fornito negozio di pesca l’apposita pinza
per aprire gli anellini metallici. E’ molto più comoda e pratica, invece di
usare le unghie, e magari spezzarsele nel tentativo di aprire gli anellini di
collegamento fra l’artificiale (es. Minnow) e l’occhiello dell’amo stesso. Tanto per citare una
marca conosciuta posso indicare della Rapala la “Sportman’s Split Ring
Pliers”da 4 ½” che ha un ingombro di soli 11,5 cm. e che viene
commercializzata da noi dalla Shimano Italia. Basterà poi avere
una buona scorta di ami ad occhiello
di diverse misure (personalmente trovo ottimi quelli da carpfishing) e buone ancorette assortite, per mettere a
nuovo qualsiasi tipo di artificiale. Sarebbe stupido
perdere un grosso pesce perché si è trascurata questa semplice operazione di
ripristino. Spesso
è conveniente questa operazione subito dopo l’acquisto dell’artificiale
perché le ancorette con cui lo stesso è corredato sono di qualità alquanto
discutibile. Ricordatevi che il
pesce viene attirato ed attacca l’artificiale, ma viene tirato a riva
esclusivamente dall’amo; l’efficienza di quest’ultimo è quindi fondamentale ! L’asciugatura e la conservazione
degli artificiali :
E’ buona norma, ma è
meglio diventi un’abitudine tassativa, che tutte le volte si ritorna da pesca,
si aprano scatole e scatolette, si
estraggano gli artificiali usati in pesca e si mettano ad asciugare all’aria
per alcuni giorni. Alcuni
consigliano di bucare le scatole di plastica, praticando fori per il ricambio
dell’aria, ma personalmente non lo ritengo sufficiente. Troppi pescatori,
trascurano questa fondamentale fase della manutenzione, ma si ritrovano ben
presto, tenendo le scatole chiuse fino alla battuta successiva, con un ammasso
di legno, plastica e metallo arrugginito ! ! ! Le ancorette bagnate, ben presto arrugginiscono e
propagano la ruggine a tutti gli artificiali, rendendoli poco attraenti ed
inservibili. Dopo essere tornati
da pesca, si dovrà aprire le scatole, estrarre gli artificiali impiegati, lavarli sotto l’acqua corrente e pulirli da alghe e detriti vari. Poi si mettono appesi
ad asciugare per alcuni giorni. Io utilizzo dei
rettangoli di legno appesi alle pareti, dove ho conficcato dei chiodini o dei
gancetti ad “L”. Un altro sistema consiste di utilizzare lunghe barre a sezione rettangolare o cilindrica, dove andremo a conficcare a distanze di alcuni centimetri l’uno dall’altro dei chiodini o dei gancetti metallici. Per gli artificiali più piccoli io costruisco piccoli gancetti ad L con l’acciaio inox dello 0,80 e poi li infilo nel legno preventivamente bucato, con una piccola goccia di colla cianocrilata.
L’asciugatura e la conservazione delle esche, appesi ai rettangoli di legno, risulta poi indispensabile per gli artificiali muniti di ancorette con l’antialga in nylon. Se li tenessimo nelle scatole, ammassati, dopo l’uso, finiremmo per deformare i pezzetti di nylon, vanificando l’effetto di protezione. Risulta perciò indispensabile conservare questi artificiali appesi singolarmente e separati fra di loro, se vorremo mantenerli integri a lungo. Le scatole
contenenti gli altri artificiali, quelli non usati direttamente in pesca, vanno
tenute comunque aperte per un paio di giorni, in modo da togliere la pericolosa
condensa. Gli artificiali
piumati o quelli muniti di gonnellino ad elastici (skirt), dopo l’asciugatura
hanno anche bisogno di essere mantenuti adescanti, i primi ripristinandoli con
le dita, fino a far loro riassumere la forma originale, i secondi cospargendoli di borotalco in polvere. Tenere
conservati in questo modo gli artificiali alle pareti,
ci permette di conservarli per tantissimi anni in perfetta efficienza; l’altro
indubbio vantaggio è che quando torneremo a pesca, in un attimo avremo la
visione completa delle esche e metteremo nelle scatole quelli che ci
sembreranno per quella stagione, per quei pesci o per quel luogo più indicate. Lubrifichiamo Ami,
Ancorette e parti metalliche
Una volta all’anno, il sottoscritto
rivede tutti i propri artificiali (uno per uno), e li lubrifica nelle parti a
“rischio” con un velo di olio lubrificante. Personalmente, da
anni, mi trovo benissimo con un olio
“tuttofare” come il W D 40, un lubrificante spray, acquistabile nelle migliori ferramenta o nei
laboratori di riparazione dei motori elettrici. Ne basta un velo piccolissimo
per mantenere in perfetta efficienza l’ancoretta a lungo essendo un ottimo idrorepellente. Lo stesso olio poi lo
impiego per lubrificare i mulinelli e tutte le parti dell’attrezzatura da pesca
in metallo. Rinnoviamo le
palette dei cucchiaini
Con l’uso, alcune
palette dei rotanti si opacizzano, diventando “bruttine” e necessitano per
ridare fiducia al pescatore, di un semplice maquillage estetico. Acquistiamo un
prodotto per la lucidatura dei metalli (es. SIDOL), stendiamone un poco su di un panno di lana e strofiniamo fino a rendere di nuovo la paletta
splendente. So bene che una
delle regole auree dello spinning recita che: in acqua chiara paletta scura e viceversa, ma non credo che “la
paletta vecchia faccia buon brodo !”, ne consiglio quindi periodicamente
la lucidatura. Soprattutto pescando
i cavedani in fiumi ad acque sporche
o velate (ormai tutti !), ho notato parecchia differenza nelle catture
utilizzando palette opache e palette lucenti; queste ultime risultano di gran
lunga più catturanti ! Ora quando vado a cavedani, trote, cheppie... lucido
sempre le mie palette ! ! ! Ripristiniamo la brillantezza dei
minnows e dei plughi
Quando si segnano e
rigano i corpi in balsa, il legno ed in plastica dei minnows, a causa del
contatto con i denti, gli ostacoli sul fondo, o con le stesse ancorette che
sfregano sulla superficie dell’artificiale...
l’artificiale peggiora d’aspetto e, a mio parere, diventa meno appetibile. La verniciatura
lucida iniziale lo rende sicuramente più naturale e “vivo” ai nostri occhi
(così abbocchiamo con l’acquisto !), ed a quelli del predatore a cui è rivolto,
ragion per cui, quando questa condizione si altera, bisogna riportarlo al suo antico splendore. Basterà stendere sul
corpo del pesciolino una mano di vernice trasparente ed il gioco è
fatto ! Attenzione però al
tipo di vernice, non tutte vanno bene, il Flatting
per imbarcazioni (spesso consigliato a sproposito) non va bene, perché è un tipo di vernice che ingiallisce col tempo
e si screpola, formando sull’artificiale una fitta ragnatela di crepe. La vernice bicomponente KK1:Dopo prove e controprove,
con i più svariati prodotti, il sottoscritto ora utilizza una vernice bicomponente incolore, il KK1. E’ lo stesso
bicomponente che usano tanti negozianti e che serve loro per fissare le
legature degli anelli nelle canne da pesca. Lo trovate nei migliori negozi di pesca, venduto in una confezione a due siringhe, oppure se vi metterete a costruire artificiali in maniera quasi industriale, allora vi consiglio l’acquisto di due barattoli (componente A e B), da ½ Kg. ciascuno. Va
applicata con un pennellino a setole dure,
dopo averne messa una piccola quantità (ad es. 1 cc. di componente A
ed 1 cc. di componente B) dentro un bicchierino di plastica ed aver
mescolato con cura i due componenti. Se acquistate i barattoli grandi, per essere sicuri di dosarne la stessa
quantità, vi suggerisco l’acquisto di due siringhe in plastica monouso. Vi
basterà togliere gli aghi ed aspirare una piccola quantità identica da ogni
barattolo. At Potrete così utilizzarlo sui
minnows, sui plughi,
sugli spinnerbait, sui Jigs…insomma su tutti gli artificiali diventati opachi,
attenzione però che la vernice catalizzata, una volta indurita, non potrà più
essere utilizzata. Vi consiglio pertanto di preparare (togliendo anellini, ancorette, piume e skirt), molti artificiali da restaurare, in modo da finire tutta la piccola parte di vernice catalizzata. L’ultimo
accorgimento che vi suggerisco è quello di mettere uno strato sottilissimo
di KK1 sulla superficie da ricoprire, stendendola bene e con cura,
con l’aiuto del pennellino a setole dure, altrimenti potranno verificarsi
antiestetiche colature ed ispessimenti. E’ invece molto
meglio, se l’artificiale davvero vi preme, dare un’altra mano di vernice
trasparente, a distanza di un giorno dalla precedente. Non crederete a voi
stessi... li fa tornare nuovi ! La vernice per parquet: Se non riuscite a reperire la KK1, potrete ripiegare sull’acquisto di una
vernice bicomponente da parquet. Non tutte però vanno
bene, generalmente oggi si impiegano quelle a finitura opaca; preferite fra le
vernici da pavimenti di legno, invece quella a finitura lucida, per dare
l’effetto bagnato e vivo al nostro artificiale. Conclusioni: Se tenere in ordine
i vostri artificiali diventerà una costante, di ogni vostro periodo
invernale, avrete l’enorme vantaggio di farli durare davvero tantissimi anni e
di doverli ricomprare solamente nel malaugurato caso, di un’eventuale perdita
accidentale, risparmiando così parecchi soldi. Per concludere,
restaurare gli artificiali, vi farà pescare più tranquilli e sicuri; pescherete
con maggiore fiducia e…come d’incanto, miglioreranno anche la quantità di
abboccate! Ciao a tutti e buona p... permanenza sul ns.
sito ! Loris Ferrari
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