ARTIFICIALI & Co

 

 

 

 

 

Ovetto da siluri

Testo e foto di Filippo Fuligni (Lippus)  - Genn.2011 

Durante le ultime piene dell’Arno, o capito come bucare con continuità i siluri in caccia nel sottoriva, solo che avevo capito come ma non avevo un artificiale specifico, che si adattasse al mio modo di pescare, ovviamente ho provveduto a rimediare alla mancanza J.

Per non smentirmi, ho creato un qualcosa che sia facile e veloce da costruire, che sia robusto, e che lo si possa fare con attrezzatura veramente minimale.  Inoltre, visto che si tratterà di artificiali realizzati poi in resina, spiegherò tutto il processo realizzativo degli stampi e della loro preparazione per la colata.

Materiali necessari:

  • Listello di balsa spesso 2cm        

  • Filo di acciaio inox da 1,5mm se Aisi 316 (o comunque morbido) oppure 1-1,2mm se Aisi 304 o da saldatura.

  • Gomma siliconica per stampi

  • Resina epossidica bicomponente (ma potrebbero andare bene anche altre resine tipo le poliuretaniche o le poliestere)

  • Microsfere di vetro cave (o altre cariche inerti alleggerenti, ma queste sono qualitativamente le migliori)

  • Foglio di Policarbonato da 1,5mm

Attrezzi necessari:

  • Lima a legno (raspa)

  • Carta abrasiva di un paio di granature, una grossa e una fine

  • Seghetto a ferro

  • Colla ciano acrilica

  • Pinza a becchi tondi

  • Tronchesi

  • Forbici da lattoniere

  •  Stucco da vetrai o plastilina

  • 1 bicchiere di plastica

Come potete vedere l’attrezzatura necessaria è veramente minimale, mentre per quanto riguarda i materiali qualche difficoltà di reperimento ci può essere, ma sul nostro sito (www.bassmaster.it) ci sono tutte le informazioni di  dove poterle reperire, oppure, in alternativa, su ebay le trovate sicuramente.

Bando alle ciance e cominciamo a vedere come costruire il tutto.

Costruzione.

Come ho detto precedentemente  si tratta di un artificiale realizzato in resina, ma per fare ciò occorre realizzare uno stampo partendo da un “master”,  cioè un qualcosa che faccia da “modello”, e visto che siamo autocostruttori, ovviamente ci costruiamo pure quello.

Per farlo, utilizzeremo del legno di balsa, che essendo tenerissimo, ci permette di realizzare sagome facilmente e velocemente. Prendiamo quindi un listello spesso 2 cm.

La sagoma che ho scelto di realizzare è a forma di ovetto (da qui il nome dell’artificiale), e per disegnarla ho dovuto usare uno strumento tecnologico, ad alto contenuto digitale che necessita di anni e anni di apprendimento………….................... un barattolo tondo J ,  avente un diametro maggiore della dimensione del nostro artificiale. Prendendo il barattolo (o comunque una qualsiasi cosa tonda J) come dima, tracciamo un semicerchio, segnandoci poi sopra 2 punti corrispondenti al diametro che vogliamo, e tracciamo un altro semicerchio rovesciato che intersechi questi 2 punti.

Il risultato è questo:

Con il seghetto a ferro eliminiamo grossolanamente le eccedenze di legno intorno alla sagoma.

Con la lima a legno (raspa), rifiliamo con precisione il contorno, lasciando sempre gli spigoli dei bordi a 90^.

Aiutandoci con una morsa, tracciamo sul ventre una linea mediana.

Con un seghetto a ferro, seguendo la linea precedentemente tracciata, realizziamo un taglio, che servirà poi per alloggiare l’armatura.

Spostiamo la sagoma sulla morsa e usiamo il suo bordo esterno come guida per realizzare il taglio per la paletta, che effettueremo sempre con lo stesso seghetto a ferro.

Con la lima a legno rastremiamo in egual misura il muso e la coda, diciamo che 1,5/2cm possono bastare.

Come potete vedere fino ad ora ho lasciato l’angolo dei bordi sempre a 90^, è giunto il momento di ingentilire la sagoma. Per fare ciò prendiamo della carta abrasiva con grana abbastanza grossa (40-80 può andare) e arrotondiamo i bordi fino a che non otterremo una forma che ci piaccia, con una carta abrasiva più fine lisciamo la superficie. L’arrotondamento non è una funzione strettamente legata al nuoto o all’efficacia dell’artificiale, che potrebbe anche essere lasciato con gli spigoli vivi , ma ha una funzione puramente “estetica”.

A questo punto non resta che realizzare l’armatura (come in foto) ed inserirla nel relativo scasso, fermandola con alcune gocce di colla ciano acrilica.

Stucchiamo lo scasso dell’armatura, in modo da rendere la superficie omogenea.

Prepariamo un po’ di resina epossidica bicomponente e spalmiamola su tutta la superficie. Questa operazione serve per indurire e rendere impermeabile la superficie, che altrimenti la gomma siliconica da stampo ci rimarrebbe attaccata rovinandosi.

Quando la resina si è indurita, con della carta abrasiva fine, lisciamo la superficie ed eventualmente realizziamo dei dettagli estetici, tipo branchiette in rilievo, o come nel mio caso, lo scasso per gli occhietti 3d.

A questo punto la sagoma è pronta, possiamo passare alla realizzazione dello stampo. Quello che mostrerò è come lo realizzo io, e faccio così per essere in grado di inserire, in fase di colata sia l’armatura che la piombatura , in modo che dallo stampo esca un artificiale già pronto senza bisogno di ulteriori lavorazioni.

Per prima cosa prendiamo una superficie lisca e dura, nel mio caso un quadrato di policarbonato spesso 5mm, su di essa stendiamo uno strato di stucco da vetrai o plastilina spesso circa 1cm e leggermente più grande della nostra sagoma, praticamente occorre eccedere di circa 2cm per ogni lato di essa.

Su questo strato  ci infiliamo con il dorso, il nostro artificiali, “affogandolo” per circa 1cm o anche meno, e ritagliamo intorno ad esso un rettangolo che sarà la base del nostro stampo (il nostro ovetto è quello in basso a sinistra nella foto).

Prima di realizzare i bordi dello stampo,  sulla superficie dello stucco, pratichiamo una serie di fori, che serviranno da guida e da fermo per parte superiore dello stampo stesso, che realizzeremo in seguito.

Le pareti dello stampo le realizzeremo facilmente e velocemente con lo stucco da vetrai/plastilina.  Volendo si possono fare dei contenitori migliori e più precisi, ma spesso, questa precisione non serve a molto se non a rendere carino a vedersi lo stampo stesso, e quindi difficilmente lo faccio J.

Adesso è tutto pronto per fare la prima colata di gomma siliconica per stampi, quindi prepariamola nella giusta quantità e coliamola nei contenitori appena creati.

Quando la gomma siliconica si è indurita completamente (ha terminato la catalisi), tolgo tutto lo stucco, sia quello esterno che inferiore, e capovolgo il semi stampo, a questo punto ci ricostruisco intorno un’altra “cassetta” con lo stucco, facendo in modo che i bordi superino di almeno un paio di cm l’altezza del semistampo. Fatto ciò, con l’aiuto di un pennello, cospargo tutta la superficie della gomma siliconica, con del grasso di vasellina (o un altro distaccante grasso qualsiasi), per evitare che la successiva colata di gomma siliconica vada ad incollarsi indissolubilmente con quella sottostante.

Prima di procedere alla seconda e ultima colata, occorre predisporre il cosiddetto “cono di colata”, cioè il buco dove andremo poi a colare la resina nello stampo. Prendiamo un pezzetto di stucco da vetrai/plastilina, lo modelliamo a cono e lo facciamo aderire nel punto più alto del master, io aggiungo anche uno o due ulteriori “tubicini” di stucco, posizionandoli ai lati del precedente , questi saranno degli sfoghi d’aria per evitare la formazione di bolle durante la colata di resina.

Prepariamo adesso la giusta quantità di gomma siliconica per stampi, e coliamola nella nostra “cassetta”.

Lo stampo è finito, ed una volta indurita la gomma, possiamo levare tutto lo stucco esterno ed estrarre il master. Come potete vedere dalla foto sottostante, abbiamo realizzato un bellissimo J (notare la modestia) stampo a 2 valve.

Lo stampo è un po’ diverso dai normali stampi bivalva, in quanto, in genere, le 2 valve sono create verticalmente rispetto al master, mentre queste lo sono orizzontalmente.

I motivi di tutto questo sono vari:

  •  In questo modo l’armatura può essere inserita negli spazi lasciati dall’armatura del master, senza bisogno di alcun tipo di supporto esterno, tipo perni, chiodi o cose del genere.

  • A meno di essere particolarmente precisi, e di avere una notevole esperienza nella realizzazione degli stampi, difficilmente riusciremo ad allinearli al decimo di mm, questo crea uno scalino, anche piccolissimo tra una valva e l’altra, se questo avviene sulla linea verticale e c’è pure la paletta in colata, questo difetto è difficilmente correggibile, mentre se ciò avviene orizzontalmente specie sulla parte terminale della schiena, bastano 2 passate con carta abrasiva e non si vede niente .

  • Non hai da tenere in forma le due valve con sergenti, rinforzi, elastici ecc ecc ecc ecc.

Bene, ora che abbiamo il nostro bello stampo, guardiamo di realizzare l’artificiale vero e proprio.

Per prima cosa realizziamo l’armatura, che nel nostro caso sarà fatta con occhielli a vite, ovviamente li autocostruiamo, utilizzando filo di acciaio inox morbido da 1,5mm, li faremo lunghi circa 3cm, con la particolarità che invece di tagliare pari le eccedenze, lasciamo 2 baffi di qualche mm che aiutano a tenerli ancorati ancora di più alla resina.

Inseriamo questi occhielli negli alloggiamenti creati nello stampo, dagli occhielli dell’armatura del master.

A questo punto andrebbe inserita anche la piombatura, ma, per questo artificiale, non serve,  in quanto viene bilanciato correttamente dall’ancoretta da siluri che metteremo in pancia.

Prepariamo adesso la resina, prendiamone quindi la giusta quantità e addizionamola al suo catalizzatore, una volta mescolato bene il tutto, aggiungiamo le microsfere di vetro cave, per rendere la resina galleggiante. Ora mi domanderete quante microsfere aggiungere, ma se vi aspettate una risposta precisa da me vi sbagliate di grosso J, come mio solito vado abbastanza ad occhio (ma in genere ci azzecco ;-)), in ogni caso se aggiungiamo un volume di microsfere uguale alla resina cominceremo ad avere un composto galleggiante, se aggiungiamo un volume di microsfere doppio a quello della resina avremo un composto molto galleggiante, con un peso specifico che è una via di mezzo tra quello della balsa e quello del samba.

Attenzione però, più aumentiamo le microsfere, più il composto è viscoso,  tanto che se vogliamo ottenere un qualcosa di molto galleggiante, sarà più denso di uno stucco, in questo caso più che colarlo negli stampi, ce lo spalmiamo J.

Torniamo al nostro artificiale, abbiamo quindi preparato la resina unita alle microsfere, non facciamo altro che versarla all’interno dello stampo, se fosse troppo densa, con l’aiuto di una spatola la “spalmiamo” all’interno dello stampo stesso, riempiendo prima la valva inferiore e poi quella superiore.

Riempiamo lo stampo fino a che sia il canale di colata sia gli sfiati non sono completamente pieni.

Aspettiamo che la resina si indurisca, quando consideriamo che sia sufficientemente dura da poter essere maneggiata, estraiamo l’artificiale dallo stampo. Quando lo  apriamo questo è l’aspetto che ha.

E questo è l’aspetto della nostra creazione una volta estratta.

Eliminiamo con un cutter le eccedenze più grossolane e lisciamo la superfice con della carta abrasiva. E’ probabile che nel solco che avevamo lasciato per la paletta sia in parte ostruito dalla resina, poco male, perché in realtà il solco è stato fatto solo per indicare la posizione e l’inclinazione della paletta. Con una lima da modellismo ripassiamo questo scasso e puliamolo.

Per terminare manca un’ultima cosa, la paletta, anche questa è molto semplice da realizzare. Con il foglio di policarbonato da 1,5mm disegnamo e poi ritagliamo di un trapezio avente base minore di 12mm, base superiore di 25mm, altezza di 28mm, alla base maggiore ho tagliato gli angoli a partire da 5mm dall’angolo stesso. Io ho realizzato anche la bombatura centrale, perché volevo un movimento ancora più accentuato anche a velocità superbasse, in realtà se ne può fare tranquillamente a meno.

Finalmente abbiamo finito, basta inserire la paletta nello scasso che abbiamo fatto, provare l’artificiale in acqua, montandoci split-ring da 90lbs e ancorette specifiche per siluro, per la precisione si tratta di Owner st-66 del nr.2 in pancia e Owner st-66 nr.4 in coda. Quando siamo soddisfatti del nuoto fissiamo definitivamente la paletta con colla epossidica bicomponente.

Per completare la nostra opera non resta che verniciarla a piacimento ed impermeabilizzarla con resina epossidica bicomponente, la stessa che abbiamo usato per la colata, ovviamente senza le microsfere J. Mi soffermo un attimo su come fare questa ultima importantissima fase. Prepariamo la quantità di resina necessaria unendola al suo catalizzatore, poi la lasciamo catalizzare per un po’ (dipende dal tipo di resina), fino a che non ha raggiunto la consistenza della marmellata (notare la precisione tecnica J), questo si può capire inclinandone il contenitore, e quando vediamo che impiega del tempo a coricarsi di lato allora è pronta. Se facciamo questo riusciamo a stendere una mano omogenea di prodotto discretamente spesso, tanto che può bastare anche una sola mano per avere una superficie omogenea,  liscia, dura e resistente ai morsi dei siluri.

Questo è l’aspetto finito del nostro ovetto.

Abbiamo finito, il nostro artificiale è pronto, solo un paio di riflessioni conclusive e poi non vi stresso più J.

Come potete notare, la parte complessa di tutto il processo è la realizzazione dello stampo, al contrario la lavorazione  dell’artificiale vero e proprio porta via solo pochi minuti, non solo, ma abbiamo realizzato un qualcosa di estremamente resistente, che non teme la lotta con pesci che possono superare i 50kg. Questo stesso risultato lo potevamo avere con il legno solo utilizzando essenze dure, tipo il mogano, e comunque anche con la Samba, lavorarla in spessori di 2cm è estremamente difficoltoso, ed è necessario usare attrezzature che difficilmente possiamo usare in un qualsiasi appartamento (tipo platorello, smerigliatrice, traforo elettrico, ecc ecc ecc). Mentre utilizzando questo metodo si possono realizzare questo tipo di artificiali anche sul tavolo di cucina J (magari quando la consorte è fuori a fare la spesa, altrimenti il seghetto lo usano per altro….), facendo poco sporco e con attrezzi che tutti possiamo avere in casa. Non solo, ma una volta fatto lo stampo possiamo fare decine di copie identiche con pochi minuti di lavorazione a pezzo.

Con questo ho veramente finito e vi saluto con il classico… buona p............ermanenza sul nostro sito.

Filippo Fuligni

lippusCHIOCCIOLAinwind.it  

 

 

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