ARTIFICIALI & Co

 

 

 

 

“Fai da Te” - QUICK MINNOW  
per l'ultraleggero di trote e cavedani -

 

Testo e foto di Gianni Burani
(Pubblicato  Genn. 2001 - aggiornamento Marzo 03)

 

 

 

Ecco  una procedura semplice e rapida per la esecuzione di micro o mini-minnow per la pesca ultraleggera di trote e cavedani.

Si tratta di una procedura molto semplificata con una soluzione costruttiva veramente ridotta all’osso.

Utile per costruire in emergenza e velocemente piccoli minnow, una soluzione veramente  per tutti quindi anche e soprattutto per chi non si è ancora affacciato al mondo della autocostruzione motivando la scelta con l’impossibilità di disporre della necessaria manualità per la sagomatura dei corpi dei minnow o per la mancanza di materiali adatti. Con questo sistema non ci sono veramente più scuse, quello che serve fondamentalmente è solamente tanta voglia di autocostruirsi il proprio artificiale.

 

 

 

Materiali

 

 

Utilizzeremo un galleggiante in balsa della forma come illustrato in foto non troppo grosso di circa 4-5 cm di lunghezza, portata 1,0-1,5 grammi e dotato di astina metallica di diametro 0.5mm almeno, se è bianco o chiaro è meglio, qualche pallino di piombo da 2mm di diametro,  un pezzo di policarbonato non caricato o in alternativa plastica morbida di spessore 0.5-1mm che potrete recuperare da un portarullino fotografico o da qualsiasi altra confezione a perdere, attak, colori a piacere, un po di plastivel per la finitura o in assenza di questo smalto trasparente per unghie, uno split ring del nr.0, un amo del nr. 6 o 8 a gambo corto con occhiello. 

 

Attrezzi

Pinze a becchi tondi, l’unico atttrezzo specifico veramente indispensabile per realizzare gli occhielli, un seghetto o in assenza di questo coltellino seghettato, un pezzo di carta vetrata fine o una limetta per unghie, forbici, un pennarello, pinza, colori acrilici a piacere.

 

Procedura

Togliete la astina, la antenna ed il piccolo guidafilo dal galeggiante con una pinzetta. Ritagliate con le forbici un pochino di coda del galleggiante e rifilate il taglio con la carta vetrata. Come potete vedere la sagoma è già perfetta e del tutto simile a quella di un piccolo ciprinide.

 

 

Prendete il galleggiante e reinserite la astina metallica nella sua sede, quindi spingendo , cercate  di fare uscire l’astina piu in centro possibile dalla parte opposta.

 

Con la pinza a becchi tondi, create il primo anellino di testa chiuso. 

 

 

Spingete ora l’occhiello tutto dentro il galleggiante...

 

 

...e fate in modo che dalla parte opposta vi lo spazio sufficiente per realizzare l’anello di coda che sarà eseguito  allo stesso modo di quello di testa.  

 

Se avete intenzione di montare un amo singolo fate in modo che l’anello di coda rimanga  a 90° rispetto a quello di testa.

Spingete ora avanti l’anello di coda in modo tale che i due anelli prendano la giusta collocazione e con due goccie di attak fissateli al corpo.

 

 

Una goccia dovrebbe essere sufficiente ma visto che non sarà prevista nessuna fase di stuccatura, se necessario per sigillare bene l’armatura al corpo del galleggiante aggiungete un'altra goccia di attak.

 

Con il seghetto realizzate il taglio trasversale  necessario per alloggiare la paletta. Il taglio deve risultare inclinato di circa 30° rispetto al fronte d'acqua . Fate attenzione a non tagliare anche l’armatura e fermatevi quindi poco prima della metà del corpo.

Con la carta vetrata ripassate e rifinite la sede.

 

 

Con le forbici ritagliate un rettangolino di plastica. Le dimensioni del rettangolino devono essere larghezza uguale al diametro del galleggiante , mentre l’altezza deve essere 1.5 volte la larghezza. 

 

 

Infilate la paletta in sede e controllate che la paletta rimanga perfettamente parallela al fronte d’acqua. Se necessario con carta vetrata calibrate la sede . Tenetela per il momento da parte la fisserete dopo.

Con un pennarello fine tracciate una linea longitudinale da occhiello ad occhiello perfettamente nel centro del ventre del nostro artificiale. Prendete bene le misure anche rispetto al taglio trasversale della paletta.

 

 

Prendete 5 pallini di piombo da 2mm e affossateli, spingendo con le mani, nel morbido corpo in balsa  del galleggiante, sulla linea tracciata, uno in fila all’altro, e piu’ o meno a metà lunghezza. Passate una goccia di attak sui pallini in modo da fissarli sul galleggiante.

 

 

Posizionate la paletta in sede, controllare la disposizione e  fissate con attak.

 

Con al carta vetrata passiamo ora l’intera superficie del galleggiante ed eliminiamo la patina di protettivo trasparente. Non è necessario eliminare anche il colore anzi, sarà la nostra base. Questo è il motivo per cui ho raccomandato all’inizio di partire da un galleggiante bianco o chiaro.

 

Se in casa avete dello stucco a pasta fine all'acqua passatene un velo leggero sopra i pallini di piombo e rifinite poi anche il profilo inferiore. Se non avete lo stucco il vostro artificiale non sarà altrettanto bello ma farà lo stesso il suo sporco lavoro :-). 

 

Diamo quindi una mano di fondo bianco acrilico a pennello.

Coloriamo poi a piacere.

 

Quando i colori sono asciutti, applichiamo il protettivo finale, due mani di plastivel per immersione o in mancanza di questo  possiamo applicare un velo di smalto per le unghie. La solita raccomandazione riguarda il protettivo e la sua compatibilità con i colori. Sia il plastivel che il protettivo per le unghie contengono dei solventi pertanto dobbiamo essere certi che il pennarello indelebile sia veramente indelebile ed i colori acrilici veramente acrilici.

 

Mettiamo spli ring ed amo singolo e l'artificiale è finito.

 

Provate il quick minnow sotto i salti, sotto le briglie, lasciato in deriva e poi recuperatelo  lentamente sotto il pelo dell'acqua e poi più allegramente facendolo saltellare sopra il pelo acqua. Vedrete che trote e cavedani gradiranno. 

 

 

Conclusioni
Un saluto infine all’amico Marco, ex pescatore al colpo convertitosi allo spinning soprattutto per colpa di questo nostro sito…sono parole sue. Spero di avere rimediato parzialmente a questa colpa avendo in questo articolo trovato nuova destinazione d’uso per i suoi numerosi galleggianti ormai inutilizzati...

Ciao

Gianni Burani

 

 

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