ARTIFICIALI & Co

 

 

 

 

 

Lippus  Semicrank

Testo e foto di Filippo Fuligni (Lippus)  - Nov./06 

 

Uno degli aspetti positivi dell’autocostruzione, e sinceramente, quello che mi intriga di più, è la possibilità di creare degli artificiali mirati per le condizioni in cui andremo a pescare, realizzando qualcosa di specifico per le situazioni che incontriamo durante le nostre uscite. Quante volte ci imbattiamo in qualche condizione particolare, o qualche luogo particolare, e ci accorgiamo di non avere con noi l’artificiale “giusto”, che non nuota come vogliamo noi, o non arriva dove sarebbe più catturante. Quindi, siamo o non siamo autocostruttori? E allora costruiamocelo !!

Una di queste situazioni mi è capitata lo scorso inverno, volevo insidiare i cavedani nel fiume sotto casa (la Sieve), caratterizzato da continue correntine, qualche giro d'acqua con profondità poco elevata. Dopo i primi freddi, i pesci se ne stavano incollati sul fondo nei rigiri di corrente, e mangiavano solo se gli arrivava qualcosa a 2 cm dal naso, mi occorreva quindi un artificiale che tenesse la corrente, che tenesse il fondo, che non fosse troppo grande, e che possibilmente fosse galleggiante, perchè in alcuni punti la profondità è veramente scarsa, e usare artificiali affondanti vuole dire addobbare il fondo con ennemila aggeggi dotati di ancorette :-(( . In pratica avevo bisogno di un artificiale che lavorasse in maniera simile ad un crank ma che affondasse al massimo 1mt o poco più.

Dopo un po' la mia mente malata ha partorito questo “coso” che però, nonostante l'aspetto, è risultato rispecchiare appieno le specifiche, ed infatti, insieme al filibustiere, è stata l'esca che ha catturato di più lo scorso inverno. Il comportamento in acqua è simile ad un crank, appena comincia il recupero va giù, ma affonda di circa 1mt, entrando subito in pesca, scodinzola al primo accenno di recupero, ed il suo uso ideale è nelle lame di corrente, con recuperi controcorrente, in cui praticamente si tiene tesa la lenza e il lavoro lo compie l'acqua che tira. Si è rilevato oltremodo catturante anche nel famoso No-Kill del Tirino, almeno fino a che non è rimasto ad addobbare un tronco sommerso :-((

Bando alle ciance e passiamo alla descrizione di come costruirselo.

Materiali necessari:

         listello di legno di samba di 10mm di spessore e dimensioni 50x50mm (il Semicrank è lungo circa 4 cm)

         filo di acciaio da 0,60mm per l'armatura

         policarbonato (lexan) da 2mm per la paletta

         stucco da marmisti

         filo di piombo da 2mm

Per aiutarmi nella realizzazione, ho fatto un disegno al computer della sagoma dell'artificiale e della paletta in scala 1:1 in modo da stamparla e usarla come dima, eccola qua:

Come vedete la sagoma assomiglia ad un crank, la differenza sta nel posizionamento dell'occhiello anteriore, che nei crank è circa al centro della paletta, mentre nel mio artificiale e attaccato al muso, da qui deriva il suo nome, cioè SemiCrank, perchè in effetti è “quasi”un crank.

Per prima cosa stampo la sagoma, la ritaglio e la incollo sul listello di samba.

Poi levo il legno in eccesso con il seghetto.

Con la raspa a legno scontorno la sagoma, lasciando per adesso gli angoli “vivi”.

Sul ventre procedo ad effettuare lo scasso centrale, dove verrà posizionata l'armatura.

Sul muso faccio il taglio della paletta, aiutandomi con il segno esistente sulla sagoma, in ogni caso deve essere quasi parallela all'asse dell'artificiale con una leggera inclinazione in avanti, come nei crank per intenderci.

Non rimane che smussare gli angoli e assottigliare leggermente coda e muso, dare una bella lisciata con carta abrasiva, e il grezzo è fatto!!, semplice no? Non servono particolari arti manuali, basta dare una arrotondatina. Per chi piace, può abbellirlo con particolari quali le branchie, la bocca, ecc, ma tenete presente che sono puramente “estetici”, e nella

mia esperienza, non danno nessun tipo di vantaggio in pesca.

 

L'armatura va eseguita come da foto sottostante, ed inserita nello scasso ventrale,

facendo in modo che l'anello anteriore stia a contatto con il muso del pesce.

Fatta l'armatura è tempo di inserire un po' di piombo, anche in questo caso a me piacciono le cose semplici, ed infatti per zavorrare correttamente questo artificiale, basta prendere il filo di piombo da 2mm, tagliarne un pezzo tale che stia tra la paletta e l'anello ventrale. Questo pezzetto basta schiacciarlo leggermente ed incollarlo esternamente , perfettamente al centro, tra la paletta e l'anello ventrale (guarda caso..). A questo punto si stucca il tutto con stucco da marmisti, sagomandolo leggermente dove abbiamo posizionato il piombo.

Ecco l'aspetto finale delle nostre fatiche, dopo la piombatura e la stuccatura

A questo punto un bel bagno nel turapori (cementite), che oltre a turare i pori del legno ed impermeabilizzarlo, contribuisce ad irrobustire la struttura.

Non resta che fare la paletta, ritaglio quindi la sagoma stampata in precedenza e la incollo sul policarbonato, segnando il contorno con un pennarello. Con le forbici da lattoniere, o con un seghetto, ritaglio il tutto stando leggermente largo.

Con la lima e carta abrasiva rifinisco la paletta, che alla fine ha questo aspetto.

Faccio poi uno scasso sulla paletta, largo 2mm e lungo circa 1cm, per fare posto all'occhiello anteriore.

Non resta che assemblarla al corpo dell'artificiale ed il nostro lavoro è praticamente finito, pronto per la verniciatura.

Come mio solito non do indicazioni sulla verniciatura, che lascio alla vostra fantasia, io in genere uso bombolette spray, con colori naturali, cioè faccio quasi sempre la classica colorazione argento/nero.

Per cercare di rendere ancora più chiaro la struttura del minnow ho fatto uno schema che, con colori differenti, evidenzia come sono assemblati i vari componenti, potete usarlo per capire meglio le varie fasi costruttive che ho descritto qua sopra.

Eccoci giunti alla fine dell'articolo, spero che questo artificiale vi sia piaciuto, come è piaciuto ai cavedani lo scorso inverno. Ovviamente non è un artificiale “generico”, cioè adatto ad ogni occasione, ma da il meglio di se in lame di corrente poco profonde, dove occorre fare lavorare l'artificiale radente al fondo. Oltretutto è abbastanza semplice da realizzare, infatti, vista la mia “enorme” capacità manuale (cioè sono mezzo monco ...), ho cercato di ridurre al minimo l'intervento a “mano libera”, anche nella forma della paletta, che è praticamente un rettangolo con un lato stondato.

Non mi resta quindi che augurarvi buona p............ermanenza sul sito.

Filippo Fuligni

 

 

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