ARTIFICIALI & Co

Costruzione di artificiali Siliconici  

Parte 1
Parte 2
Parte 3
Parte 4

 

 

 

Parte 2
COME AFFRONTARE LA REALIZZAZIONE DI UN SILICONICO

(DALLA NOSTRA IDEA AL MASTER)

Testo  di Adriano Orlandoni (02.06)

In questo articolo parleremo della fase più importante della realizzazione di un esca siliconica.

Proprio in questa fase l’unione tra la nostra idea e la manualità daranno vita a tutto il progetto.

 

Tra tutte le fasi questa è la più importante , anzi direi fondamentale, dovremo infatti pianificare con attenzione praticamente tutto cercando di rispettare la nostra idea iniziale ma contemporaneamente renderla realizzabile.

 

La fase di studio richiederà il tempo maggiore e dovrà essere eseguita senza fretta, anche un solo particolare non considerato, vanificherà la possibile riuscita della nostra creazione.

 

Per riuscire ad affrontare questa fase è necessario partire da alcuni concetti basilari riguardanti la realizzazione del master e la tipologia dello stampo, il tutto in funzione dei materiali  rigidi o morbidi  con i quali intendiamo realizzarli.

 

Parliamo quindi di:

  • Angoli di sformo
  • Sottosquadra
  • Sformabilità del master
  • Tipologia di stampo

 

ANGOLI DI SFORMO:

Vengono così chiamati gli angoli (espressi in gradi di inclinazione) dati a determinate parti o facce del master che consentano allo stesso di separarsi dallo stampo con il minor attrito possibile.

Per chiarire meglio questo concetto facciano l’esempio di due stampi usati per realizzare due forme geometriche semplici:

 

  1. Cono
  2. Cilindro

Come si può chiaramente vedere dal disegno, l’estrazione della figura dallo stampo sarà più agevole nello stampo del cono, dato che le pareti della forma si separeranno immediatamente dallo stampo appena inizieremo l’estrazione.

Nello stampo del cilindro invece le pareti della forma resteranno a contatto dello stampo fino alla completa estrazione , generando attrito tra esse e rendendola quindi particolarmente difficile se non impossibile.

 

Possiamo considerare il nostro ANGOLO DI SFORMO l’inclinazione della parete del cono.

Questo angolo non dovrà certo essere particolarmente accentuato, al punto da limitarci nelle forme della nostra creazione, basterà infatti anche un solo grado di inclinazione perché l’espediente funzioni a perfezione.

Starete pensando che difficilmente realizzerete delle esche a forma di cubo o cilindro, ma stranamente questo tipo di pareti sono presenti anche nelle normali esche.

Pensate al un master di un Grub realizzato in materiale rigido, le pareti della coda a falcetto saranno sicuramente verticali, e in caso di realizzazione di uno stampo in materiale rigido, basterebbero anche questi pochi millimetri per rendere impossibile l’estrazione del master dallo stampo.

 

 

SOTTOSQUADRA:

 

Vengono chiamati SOTTOSQUADRA tutte quelle facce del master che impediscono lo scorrimento e il successivo sfilamento dello stesso dallo stampo.

 

Per capire questo concetto basterà fare un semplice esempio.

immaginiamo di realizzare lo stampo di un comunissimo chiodo:

 

 

Risulta evidente che qualsiasi materiale costituirà lo stampo, sia esso morbido che rigido, l’estrazione della forma  risulterà impossibile.

 

Il nostro SOTTOSQUADRA è costituito in questo caso dalle facce della testa del chiodo.

Sarà necessario praticare delle sezioni di stampo che consentano ,quando separate di eseguire una agevole estrazione del master, possiamo vedere due esempi di sezioni (la riga BLU) che permetterebbero entrambe lo sfilamento dello stesso.

C’è però da dire che “angoli di sformo” e “sottosquadra” possono presentarsi anche contemporaneamente!

 

Nei due esempi avremmo sì risolto il problema del “sottosquadra” ma solo in quello con sezione verticale anche i limiti dati dagli “angoli di sformo”.

Nel caso della sezione orizzontale la testa risulterebbe libera dopo la separazione dello stampo, ma avremmo comunque i problemi precedentemente spiegati, legati proprio agli “angoli di sformo” , inesistenti sulle pareti verticali del corpo del chiodo.

 

SFORMABILITA’ DEL MASTER:

 

Useremo spesso i termini “sformabilità” e “ sformo”, il primo relativo alla capacità del master di uscire agevolmente dallo stampo, il secondo inteso come l’azione di estrazione dallo stampo del master.

 

Quanto detto nei precedenti punti va comunque considerato in funzione di alcune variabili:

 

  • durezza dei materiali con in quali creeremo il master (rigido o morbido)
  • durezza dei materiali usati per lo stampo
  • spessori del materiale ottenuti dalla colata della nostra esca siliconica
  • tutte le varie combinazioni tra essi possibili.

 

Usiamo due tabelle per capire quando risulti necessario applicare le regole di “angoli di sformo” e “sottosquadra”:

 

Combinazioni stampo/master

Master rigido

Master morbido

      Stampo rigido

Si

No

      Stampo morbido

No

No

 

Combinazioni stampo/spessori esca

Stampo rigido

Stampo morbido

      Spess. bassi con Sottosquadra e Pareti Verticali

Si

Si

      Spess. bassi senza Sottosquadra ma con Pareti Verticali

Si

No  

      Spess. bassi senza Sottosquadra e Pareti verticali

Si

No

      Spess. medi con Sottosquadra e Pareti Verticali

Si

No

      Spess. medi senza Sottosquadra ma con Pareti Verticali

Si

No

      Spess. medi senza Sottosquadra e Pareti verticali

No

No

      Spess. alti con Sottosquadra e Pareti Verticali

Si

No

      Spess. alti senza Sottosquadra ma con Pareti Verticali

No

No

      Spess. alti senza Sottosquadra e Pareti verticali

No

No

 

E quindi da queste combinazioni e dalla forma della nostra creazione che decideremo come e con quali materiali costruire i nostri master e i nostri stampi.

 

Per fare un ulteriore esempio:

un master realizzato in plastilina, con il quale ricaveremo uno stampo rigido non avrà problemi di sformo , non sarà necessario quindi applicare le regole sopra riportate, riusciremo infatti asportando poco per volta la plastilina a liberare la cavità dello stampo con estrema facilità.

Ma se lo stesso master venisse realizzato in materiale rigido, pur essendo perfettamente identico nella forma al precedente,sarà necessaria l’applicazione delle suddette regole, per renderne possibile lo sformo.

 

L’applicazione delle regole della seconda tabella riguarda i vincoli e le difficoltà di sformo dati dalla vera e propria forma fisica dell’esca finita.

 

Ripetiamo quindi il precedente esempio, riferendolo però alle difficoltà legate all’estrazione dell’esca finita.

 

Realizzato un master morbido ma con spessori bassi e sottosquadra, dal quale verrà ricavato uno stampo rigido, dalla lettura della prima tabella non risulta necessario applicare le regole di “angoli di sformo” e “sottosquadra”, bisogna comunque tenere conto che la nostra esca colata avrà forme e dimensioni identiche al master.

 

Per operare l’estrazione del master ,se difficoltosa, potremo come già detto renderlo inutilizzabile sezionandolo in piccole parti, questa operazione è però di impensabile applicazione per lo sformo della nostra esca, tornerà quindi necessaria l’applicazione delle regole sopra citate. Sarà necessario rispettare queste regole data la natura del materiale che costituisce la nostra  esca, che  pur essendo particolarmente elastica e deformabile.

In caso di bassi spessori uniti a forti sottosquadra, verrebbe favorito il trattenimento della colata all’interno della cavità dello stampo, causandone l’inevitabilmente la rottura durante la trazione applicata per la fase di sformo.

 

L’unione di tutte le possibilità e la corretta applicazione di questi concetti darà come risultato una semplicissima e agevole operazione di SFORMO.

 

Potrà sembrare complicato, ma come normale dopo pochi e piccoli errori,queste regole diventeranno per noi di normale applicazione e particolarmente scontate.

Vi assicuro che è molto più difficile spiegarle che metterle in atto.

 

TIPOLOGIA DI STAMPO:

 

Le tipologie di stampo che possono interessare le nostre realizzazioni sono esclusivamente due :

 

  • monovalva
  • bivalva

 

Stampo monovalva :

 

costituito da una sola parte di stampo, che  permette di ottenere esche con un lato piatto corrispondente all’apertura di entrata del materiale fuso.

 

E’ la tipologia di stampo più semplice da realizzare e da utilizzare.

 

Si potrebbe pensare che le esche con essi ottenute possano essere di scarsa qualità o di forme estremamente semplici, in realtà studiando con attenzione ciò che vogliamo ottenere e utilizzando materiali appropriati si possono ottenere anche discreti risultati.

 

Questo è un esempio di stampo monovalva molto semplice , realizzato in resina epossidica e l’esca che se ne ottiene:

 

 

Come detto prestando maggiore attenzione alle fasi di studio e scegliendo materiali elastici , come le gomme siliconiche per la realizzazione dello stampo che permettono di  sorpassare i limiti dettati dai possibili sottosquadra e angoli di sformo si possono ottenere risultati discretamente più complessi. Questo Jerk di 30 cm (Giant Jerk) è realizzato con uno stampo monovalva in gomma siliconica per stampi (Silimold Ms).

 

 

Stampo Bivalva:

sicuramente più complesso come tipologia e realizzazione è costituito da due semiparti o valve che compongono lo stampo.

 

Vengono utilizzati per ottenere esche completamente tridimensionali o quando la presenza di un lato piatto , ottenuto dall’uso di uno stampo monovalva renderebbe non funzionale la realizzazione (es. Stick Bait).

 

Questa tipologia di stampi richiede di mettere in atto particolari accorgimenti che permettano, per prima cosa di ottenere sempre un perfetto allineamento e una  perfetta chiusura tra le semiparti al fine di evitare bave sulla nostra colata .

Sarà anche necessario realizzare appositi canali di entrata del materiale e “sfoghi” per la fuoriuscita dell’aria.

 

Questo è un esempio dello stampo “Bivalva” di uno Stick Bait , realizzato in resina epossidica e l’esca che si può ottenere con esso:

 

 

Approfondiremo definitivamente l’argomento “ Stampi” nell’ quarto e ultimo articolo introducendo però alcuni concetti base già dal prossimo articolo ”TECNICHE E MATERIALI PER REALIZZARE UN MASTER”.

 

In questo terzo articolo partiremo da uno schizzo su carta della nostra idea per finire con la vera e propria realizzazione del Master.

 

Buona p…….ermanenza sul sito.

 

Adriano Orlandoni

 

 

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