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Fai
da Te - Spinner
bait facile -
Testo
e foto di Gianni Burani
Premessa Vediamo in questo articolo, tra le varie altre possibili, una soluzione che ci consente di realizzare le testine degli spinnerbait. Lo faremo senza ricorre alla fusione del piombo o senza utilizzare resine e paste bi-componenti. Per la fusione del piombo e per l’utilizzo di resine bicomponenti abbiamo la necessità di operare in ambienti adatti, areati e con adeguate protezioni individuali , ecco perchè questo sistema è particolarmente indicato per chi non dispone di questi ambienti e di questi dispositivi. Utilizzando un analogo procedimento , oltre alle testine degli spinnerbait, possiamo realizzare le testine piombate o jig head. Il procedimento è molto semplice, veramente alla portata di tutti. Vediamolo insieme. Materiali Amo con occhiello Filo acciaio inox Piombo ad oliva o goccia con foro passante Perline Girella Palette e cavaglierino Colori di finitura Gonnellino e grub di
innesco nota: non ho messo le misure dei singoli componenti in quanto questa procedura è generica. Procedura Prendiamo il filo e fissiamolo al nostro amo. Per evitare rotazioni anche minime dell’amo, visto che non consolideremo con piombo fuso, pasta o mastici, facciamo una doppia spirale, la prima classica sullo stelo dell’amo e la seconda , dopo essere ripassati (se c’e’ spazio) un’altra volta dentro l’occhiello dell’amo, sulla stessa armatura. Queste spirali non belle a vedersi, ci saranno in ogni caso utili in quanto serviranno da ancoraggio per il grub con cui farciremo l’amo, come ultima operazione. Prendiamo il nostro piombo ad oliva che possiamo trovare facilmente in svariate grammatura in un qualsiasi negozio di pesca. Il piombo deve essere rigorosamente con foro passante in linea. Infiliamo il piombo nella armatura e portiamolo a ridosso della legatura. Procediamo adesso a dare forma alla nostra testina. Per farlo procuriamoci un comune martello ed una base piatta in metallo sufficientemente robusta. Un piccolo incudine naturalmente è l’ideale e molte morse da banco anche di piccole dimensioni hanno un piccolo piano che funge proprio da piccolo incudine. Poggiamo la testina sulla base tenendo la curva dell’amo parallela alla base e cominciamo a dare delle leggere ma decise martellate per appiattire i fianchi.
Come vedete dalle foto e potrete verificare di persona, dopo pochi colpi il piombo assume una bella forma che ricorda quella di un pesciolino affusolato. A questo punto dobbiamo creare in coda alla testina, il classico “camino” che ci servirà per ancorare il gonnellino e/o la la parte anteriore dell’eventuale grub innescato. Per farlo ho trovato particolarmente adatte le pinze che gli elettricisti utilizzano per bloccare gli spinotti cosi detti “fast”. Queste pinze nelle due ganasce principali hanno una serie di semilune che consentono di modellare il piombo in maniera perfetta.
Qualche pizzicata ben dosata intorno alla circonferenza e questo è il risultato finito Procediamo adesso alla verniciatura della testina. Va detto che il piombo presenta sempre sulla sua superficie una patina di ossido, assolutamente ostica per molte vernici. Io non amo e non suggerisco di trattare il piombo con abrasivi tanto meno se non siamo in un locale adatto e se non abbiamo dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Le vernici che consentono una finitura tutto sommato accettabile posso essere in ogni caso diverse, dagli smalti per unghie colorati, ne esistono per altro di splendidi con finiture perlate , satinate o cangianti, alle vernici per vetri. Veramente ottima come fondo , come suggerito dall’amico Simone Zanola, è la vernice utilizzata da Anas e comuni per disegnare i segnali stradali sull’asfalto. Si puo’ trovare anche in alcune ferramenta diversamente occorre fare leva sulle nostre capacità persuasive e trovare un cantiere e un operaio disposto a farci omaggio di qualche cc. Un’altra alternativa è quella di verniciare la testina con una normale vernice acrilica e poi passare diverse mani di protettivo trasparente (vetrificante monocomponente da parquè per esempio) in modo da creare una pellicola solida e robusta sopra la vernice. A piacere possiamo anche aggiungere un paio di occhietti e sfumature varie anche se devo confessarvi che il piombo nudo e crudo farà ugualmente ed efficacemente il suo sporco lavoro alla stregua di un piombo verniciato alla perfezione e con mille ed accattivanti sfumature. Finiamo adesso il nostro spinner , dando la forma classica all’armatura, inseriamo le perline , le palette, fissiamo il gonnellino e per ultimo l’innesco, in questo caso un grosso grub marrone.
Un ultimo consiglio sulla geometria della armatura Prendiamo il nostro spinner bait finito e mettiamo in tensione la armatura tenendo con una mano l'occhiello e con l'altra l'amo ovvero, simuliamo la condizione di carico a cui è soggetto il nostro spinner bait, durante l'attacco di un pesce. Se osserviamo che la armatura si flette troppo, è meglio intervenire. Questa flessione infatti, se è troppo accentuata, potrebbe causare la slamatura del pesce. Per rimediare possiamo intervenire sulla geometria. Quello che dobbiamo fare è semplicemente piegare verso il basso l'amo o meglio, la piccola porzione di armatura che esce dal piombo (vedi foto sotto). Spesso questo è sufficiente per evitare flessioni troppo accentuate. Purtroppo se questo non dovesse bastare altro non rimane che utilizzare un filo di acciaio di dimensioni piu' generose. Naturalmente cominciando dalla prossima realizzazione...
Conclusioni Come avete visto il procedimento è molto semplice e soprattutto non richiede un ambiente dedicato e particolare. Martellate e rumore a parte, possiamo realizzare spinner bait di questo tipo anche in salotto. Naturalmente il procedimento ci consente di creare spinnerbait o buzz bait di qualsiasi dimensione ma anche jig head. La forma piatta che ho dato in questo esempio è appunto solo un esempio. Il piombo è estremamente malleabile è utilizzando bulini, matrici di varia natura possiamo creare e personalizzare veramente una infinità di disegni e forme senza ricorre alla fusione o la modellazione di paste bicomponenti
Ciao ed alla prossima Gianni Burani
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