ARTIFICIALI & Co

 

Altri articoli sull'argomento...

Artificiali con antialga per ancoretta

Artificiali antialga ad amo singolo

Fai da te gli antialga estremi

Spinnerbait antialga

Montatura per tubes con antialga

Spinnerbait antialga 2

Tecniche di pesca-uso degli artificiali muniti di antialga

Applicazioni pratiche antialga by Giorgio Gricia 

 

 

 

“Fai da Te” – Costruiamo gli
spinnerbaits antialga

 

 

 Testo e foto di Loris Ferrari (03/03)

 

 

Fra le esche più usate dagli americani per le spiccate doti catturanti ed antialga, troviamo la famiglia degli Spinnerbait.

 

Già così come sono costruiti hanno un ottimo sistema di protezione dagli ostacoli perché la loro piombatura e la struttura rigida a forcella mantiene durante il recupero l’amo rivolto verso l’alto.

 

In quest’articolo impareremo a proteggerli ulteriormente per renderli ancora più antialga.

 

Può accadere infatti che durante un’abboccata rabbiosa o l’urto contro un grosso ostacolo (ad es. un albero sommerso), l’esca si giri per un attimo lateralmente, rendendo vulnerabile e scoperto l’amo che si andrà ad impigliare, facendoci perdere l’esca.

 

Oppure quando lanciamo dentro i fitti banchi di ninfee affioranti o sopra ai canneti appoggiati sull’acqua, per quanto cerchiamo di trattenere l’esca durante l’impatto con l’acqua, finisce inevitabilmente che l’esca si impigli in qualche gambo o foglia o peggio in una radice contorta, costringendoci quasi sempre a perdere l’artificiale.

 

Nella migliore delle ipotesi, quando peschiamo dalla barca o dal belly boat…o quando da riva, riusciamo strattonando a liberare l’esca, avremo comunque ottenuto di spaventare tutti i pesci del circondario, rovinandoci le chances di un ottimo e promettente hot spot.

 

Ci sono poi ambienti, ad es. il lago di Chiusi o i laghi di Mantova, dove sono presenti centinaia di metri quadri a fitta vegetazione acquatica o la diga del Calcione in toscana, con un intero bosco di alberi sommersi, dove gli incagli sono praticamente uno ad ogni lancio.

 

Queste oggettive difficoltà mi hanno portato a pensare di proteggere ancor meglio i validi spinnerbait, ora questa operazione la eseguo in due modi, utilizzando il filo d’acciaio inox.

 

 

Il sistema antialga a ferretto chiuso:

 

E’ il sistema più complesso da costruire perché richiede una precisa misurazione dell’antialga per non sbagliare l’aggancio con l’amo.

 

Imita il sistema antialga a ferretto presente negli ami da worm della Eagle Claw.

 

Si costruisce prendendo sempre un pezzetto di inox da 0,50 o 0,60 millimetri lungo una quindicina di centimetri (per uno spinnerbait medio).

 

ci basterà piegare un pezzetto di acciaio in due parti uguali con le pinze a becchi conici e lasciando una curvatura aperta di ca. un millimetro, stiamo comunque attenti che ci sia spazio sufficiente a far passare l’antialga finito nello spessore del gambo dell’amo.

 

Partendo dall’estremità chiusa della curvatura, dopo circa mezzo centimetro, usando le pinze a becchi quadri, formiamo una piega a ca. trenta gradi; servirà per agganciare l’antialga al gambo dell’amo, vicino all’ardiglione.

 

Ora pieghiamo con le mani i due ferretti facendo loro assumere una semicurva e misuriamo la distanza che occorre per arrivare dalla punta dell’amo al gambo della forcella dello spinnerbait.

 

Pieghiamo a novanta gradi i due ferretti nel punto di congiunzione con la forcella e tagliamo l’eccedenza di filo metallico, lasciandone da 5 a 10 millimetri a seconda della dimensione dello spinnerbait.

 

Spinner_antialga_pezzi.jpg (37328 byte)

 

Ora dovremo fissare i due ferretti alla forcella dello spinnerbait, tenendoli appaiati ed aderenti.

 

Si possono utilizzare due sistemi, uno è quello di utilizzare filo da montaggio dei pescatori a mosca e poi saldare il tutto con Attack, l’altro, più sbrigativo, consiste nell’utilizzare un pezzetto di filo di rame o di ferro zincato da 0,50 millimetri.

 

Spinner_antialga_legatura2.jpg (21023 byte)

 

Basterà avvolgerlo a spire strette attorno alla forcella metallica dello spinnerbait, proprio sopra al piombo. Ovviamente la seconda operazione sarà quella di fissarlo definitivamente utilizzando una colla robusta.

 

Può andare bene il bicomponente KK1 per le legature dei passanti delle canne oppure il mastice trasparente da marmisti (resina al Polyestere), che fra l’altro impedirà al ferro zincato di arrugginire o al rame di ossidarsi, con il tempo.

 

Una volta solidificata la colla, piegheremo con le mani il ferretto fino a fargli prendere la giusta curvatura per ottimizzare l’antialga all’artificiale.

 

Spinner_antialga_pezzi_sfusi.jpg (29613 byte)

Spinner_antialga_finito.jpg (38729 byte)

Spinner_antialga_due.jpg (22330 byte)

Spinner_antialga_finiti_due.jpg (37993 byte)

 

 

Il sistema antialga a ferretti aperti:

 

Questo secondo sistema è ancora più veloce e facile da costruire del primo; non è altro che una forcella di due fili metallici piegati a “V” e che andranno a salvaguardare l’amo rimanendo  alcuni millimetri sopra di esso, proteggendolo maggiormente anche da ostacoli laterali.

 

Si costruisce prendendo sempre un pezzetto di inox da 0,50 o 0,60 millimetri lungo una quindicina di centimetri (per uno spinnerbait medio).

 

Anche questo si piega in due parti uguali, ma con le pinze a becchi quadri, cercando di affiancare le due parti il più possibile.

 

Ora sempre con le pinze a becchi quadri, ad una distanza variabile da 5 a 10 millimetri, pieghiamo a novanta gradi i due ferretti, partendo dalla curva.

 

Ora fissiamoli alla forcella dello spinnerbait con uno dei sistemi sopra spiegati, anche nel caso dell’impiego del ferretto metallico io uso una goccia di Attack, prima del rivestimento definitivo illustrato sopra.

 

Ora pieghiamo con le mani i due ferretti verso la punta dell’amo dello spinnerbait, cercando di formare un’ideale angolo di trenta gradi che parte dalla forcella dello spinnerbait e và verso l’amo.

Piegheremo inoltre che i due ferretti in modo che stiano sopra l’amo dello spinnerbait di alcuni millimetri.

 

Ora non ci resta che piegare le due estremità metalliche nel modo illustrato dalle foto e tagliarli con le tronchesi a misura dopo ca. 5 millimetri da quest’ultima piegatura.

 

L’antialga è ora finito, durante l’utilizzo vi accorgerete ben presto della grande capacità protettiva, pur rimanendo pressoché intatta l’efficacia dell’amo durante l’abboccata e la nostra ferrata di risposta.

 

Spinner_antialga_nuovo_zinco.jpg (52036 byte)

Spinner_antialga_nuovo_zinco_dett.jpg (69204 byte)

 

 

Conclusioni:

 

Le foto che corredano l’articolo credo non lascino alcun dubbio sulle modalità di costruzione di questi due valide protezioni.

 

Sono semplici operazioni che potrete fare da subito anche sugli spinnerbait commerciali, già in vostro possesso, perché richiedono pochi minuti per la loro realizzazione.

 

Entrambe le soluzioni consentono la possibilità di poter mettere trailer (in gomma o in cotenna), dietro allo skirt dell’esca, migliorando la presentazione d’insieme.

 

Non sottovalutate questi accorgimenti, perché il sottoscritto, da quando l’estate scorsa ha adottato il sistema, è riuscito ad utilizzare l’esca davvero ovunque e soprattutto ha ottenuto abboccate in giornate altrimenti destinate a sicuro cappotto.

 

Quando il pesce è spaventato o apatico, si rifugia nell’intrico delle tane, in mezzo agli ostacoli. Solamente con recuperi a saliscendi (flipping), proprio all’interno di questi si riescono talvolta a capovolgere situazioni altrimenti destinate a sicuro insuccesso.

 

Ovviamente per pescare in simili ambienti la canna ed il monofilo (ed ancor meglio il trecciato), saranno al massimo della loro robustezza.

 

Sarebbe infatti un controsenso riuscire ad ottenere un’abboccata e poi perdere l’artificiale in bocca al pesce perché si stava utilizzando un’attrezzatura inadeguata.

 

Se lo provate, tenetemi informato, scrivendomi, sulle vs. esperienze pratiche in pesca, fatemi partecipe dei risultati raggiunti, segnalatemi eventuali vs. particolari avventure, e non fatemi mancare le vs. critiche ed osservazioni, mi servirà per migliorare sempre di più come pescatore e divertirmi maggiormente a pesca.

 

Loris Ferrari

 

  Black Bass & Co
|Home | | Indice per argomento | | Indice per autore |