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simil
Suick
Musky Thriller autocostruito Testo e foto . Roberto Binario "Robin" (Apr. 2006)
Ecco
qui un’altra esca che mi colpì immediatamente quando la vidi per la
prima volta; il suick musky thriller, aggeggio dalle dimensioni sempre
“importanti” e caratterizzato da una fisionomia tutta particolare.
Da qui anche il movimento che sul recupero lo porta ad affondare in virtù
del palettone deportante presente in coda. Ed è proprio questa la
caratteristica bizzarra che mi piacque e mi insediò il tarlo in testa
di doverlo riprodurre. Passiamo
ora alla descrizione tecnica-costruttiva; per il corpo, ho utilizzato
legno di abete (basso peso specifico) in listello a sezione rettangolare
di 26,0 cm di lunghezza x 1,5 di spessore. In questo modello,
l’armatura l’ho realizzata con filo di ferro zincato passante sopra
la schiena al quale ho assicurato gli occhielli per le ancorette. Sulla
figura 1 e 2 il particolare è ancora meglio evidente. Tenete presente
che il risultato sarebbe stato ugualmente efficace e ben più rapido
semplicemente passando da parte a parte gli occhielli, incollandoli poi
come per quelli dei jerk. La
piombatura è il nodo cruciale di quest’esca. Dovrete praticare una
scanalatura o un bel buco con punta da 12 (1,2 cm) proprio sotto il
“collo”, io in questo caso l’ho posizionata tra l’occhio e la
scritta “self” della fettuccia di misurazione in figura 2.
Considerate poi che anche le ancorette andranno a influire sull’esca
finita bilanciando tutto l’insieme. La paletta di coda andrà
ritagliata da una lamiera di alluminio da 1 mm e posizionata su un
taglio orizzontale praticato sulla coda. La paletta, in seguito la
potrete inclinare a seconda delle esigenze di affondamento usando un
paio di pinze. Dopo averlo stuccato e scartavetrato, si passa poi alla
prima passata di vetrificante per parquet che ha la funzione di indurire
la superficie legnosa. A questo punto ho verniciato il tutto con livrea
che vedete in foto. Per le zebrature, ho ritagliato da nastro da
carrozziere delle mascherine che ho poi attaccato sul corpo prima
dell’ultima mano di verniciatura. L’occhio è ritagliato usando
carta iridescente adesiva. Ultima operazione, è il passaggio del
politex + protettivo da parquet, o in alternativa, tre mani di kk1. Il peso finito è di 78 gr. , per un aspetto finale veramente imponente.. In pesca, risulta molto dinamico, a seguito della “pullata” ovvero lunga trazione, affonda deciso a 45° riemergendo con la coda all’insù zizzagando e ondeggiando vistosamente. Ho già in progetto di realizzarne degli altri ma di misure meno generose da dedicare al bass; con il pinnuto in questione, secondo me potrà avere risultati veramente inaspettati. Figura 1 ▼ Figura 2 ▼ l'artificiale finito Roberto
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