ARTIFICIALI & Co

 

 

 

 


La Swim-bait in 62 Gr. di stupendo nuoto.

Testo e foto di Rossi Gianluca  (basshunter.1) - Marzo 2008  

Chiunque volesse cimentarsi nella sua realizzazione potrà trovare in queste poche righe dei validi ausili al compimento della propria opera super Catturante.

Il tutto comincia con il procurarsi delle immagini ( meglio se si possiede l’originale) effettuate da diverse angolazioni attraverso le quali cogliere i particolari delle finiture, ma soprattutto le reali dimensioni e il rapporto in cui esse sono tra di loro. In questo modo, in ogni momento dovremmo essere in grado di risalire al quel particolare mancante.

Come tecnica personale ( ma molto diffusa ) utilizzo delle immagini ( ricavate un pò qua e la, oppure fotografando direttamente il campione ) stampate su carta per ottenere le sagome ( almeno la proiezione  orizzontale e quella verticale ) del modello da realizzare.

Da qui la solita plottatura sul legno per poi passare  alla solita sagomatura, ampliamente descritta in tutte le sue fasi su diversi articoli di questo sito, e pertanto,volutamente omessa. Ma  è proprio sulla scelta del legno che mi soffermerei un attimo per darvi qualche consiglio:

Una Swim di queste dimensioni,  se realizzata in legno di balsa, vi richiederà una consistente quantità di peso per la sua equilibratura idrostatica, ecco perché come scelta personale opto per legni decisamente più pesanti ( e purtroppo anche più duri da lavorare) della balsa ( cedro, acero, ecc ), scelta, però da tenere in considerazione, visto che comunque stiamo realizzando una “Jointed Swim-Bait” , e qui, un legno in grado di resistete agli sforzi concentrati lungo il perno di articolazione tra la sezione frontale e quella posteriore, non può che giocare in nostro favore.

Realizzato quindi il nostro grezzo ancora tutt’uno, passo a trattarlo velocemente con della vernice simile al vetrificante da parquet per  impregnare ed impermeabilizzare il tutto, carteggio in seguito, eliminando le prime imperfezioni e preparandolo per la verniciatura successiva.

A questo punto si comincia a pensare dove vogliamo che la nostra super swim si posizioni durante il nuoto in acqua, quindi al suo equilibrio idrodinamico ( completamente diverso da quello idrostatico) scaturito dalla  risultante della sommatoria delle forze agenti  sull’artificiale durante il suo moto in acqua ( per la cui trattazione servirebbero un paio di annetti alla facoltà di aerodinamica-Ing. Navale e che vi risparmio in questa sede ).

Facendola molto semplice, per chi si cimenta alle prime armi, come vogliamo che nuoti la swim, e quanto deve scendere o galleggiare in acqua quando recuperata. Nella swim qui presentata , questa scenderà di circa in metro al di sotto del pelo dell’acqua e con la paletta realizzata e posizionata in questa maniera , essa avrà un ampio, sinuoso e fluido movimento,aiutata anche dalla coda terminale del tipo a testa di martello, che tenderà a smorzare i movimenti frenetici della sezione posteriore tramutandoli in fluttuazioni del tutto  simili al nuoto di un pesce in agonia.

Passiamo quindi all’inserimento delle grammature di peso ( circa 25 Gr.) nel nostro fuso, anche qui vi risparmio una lunghissima trattazione sulla realizzazione dell’equilibrio  idrostatico ( equilibrio intrinsecamente stabile, indifferente e instabile…in tutte le sue  sfumature ) ma che purtroppo è la  principale causa di pessimi risultati a lavoro finito. Procedete a “grammare” come mostrato nell’immagine successiva inserendo il peso da 15 gr. verso la parte centrale del fuso e quello da 10 gr. verso la parte frontale come in figura, facendoli sprofondare all’interno del legno di un paio di mm.

Prepariamo della resina epossidica bicomponente e fissiamo le grammature al fuso.

Siamo ora pronti a realizzare i fori da 1mm  per gli anellini di fissaggio ancorette e portanodo frontale, da posizionarsi rigorosamente come nell’immagine, prepariamo poi il materiale per l’articolazione delle due sezioni che andremo a realizzare tra breve ( vite ad occhiello da 2,5 x 40 mm.  ed un chiodo di acciaio inossidabile  da 2 x 40 mm.).

Per la realizzazione dell’articolazione, detto anche snodo, personalmente preferisco optare per quelle del tipo singolo ( quelle con un solo anello di giunzione passante attraverso il perno di fulcro) rispetto a quelle doppie, per una questione di semplicità realizzativa , a meno che, non sia  imposto da specifiche esigenze costruttive. Realizziamo quindi il taglio con un a qualsiasi sega a lama sottile come  fatto in questa immagine, ricordandoci  che , una volta separate le due sezioni, bisogna aumentare l’angolo creatosi  nella sez. frontale e di rendere più acuto quello della sez .posteriore, questo per rendere possibile il movimento di oscillazione della coda che altrimenti si troverebbe fortemente limitata nel movimento.

Fato ciò, si realizza lo scasso di circa 2 mm. per 12 mm. di profondità, per alloggiare la vite ad occhiello  centrale ( non troppo alto, per evitare eccessivi movimenti di rollio della sez. posteriore ), sotto il trapano a colonna , posta la sezione posteriore in perfetto squadro verticale, con una punta da legno di mm.2 si realizza il foro che andrà ad ospitare il perno. Personalmente non realizzo il foro passante, per non indebolire eccessivamente la struttura ( che proprio in questo punto ha il massimo dello sforzo) ma mi fermo qualche millimetro prima del dorso.

Con l’aiuto di una piccola fresa a cono allargo l’unica entrata del perno ( quella sul ventre) per circa 2mm di profondità ed un diametro di 5mm. Ora finalmente passo a realizzare questo benedetto perno ,prendendo dei chiodi di acciaio inossidabile da 2 mm. di  diametro  e della lunghezza di 40 mm., taglio con il microdisco  dremel, a lunghezza pari al foro realizzato, il chiodo, ottenendo così il mio perno in acciaio. A questo punto passo a realizzare il piccolo foro di 1 mm. sull’altra sezione, all’altezza dello scasso orizzontale realizzato in precedenza per ospitare il la vite ad anello. affiancando le due parti per un perfetto riferimento assiale ( in questa fase un foro non in asse porterebbe ad avere le due sezioni  fuori squadro, con conseguente decadimento sia dell’effetto visivo che delle prestazioni di nuoto).

Avvitiamo la vite all’interno della sezione frontale come nella fotografia precedente, trovando  la giusta profondità di questa ( troppo poco consentirebbe dei movimenti eccessivi alla coda, e troppo in fondo rischierebbe poi di far toccare le due parti con il conseguente blocco, indicativamente un movimento angolare di 90°-120°  è l’ottimale ) passiamo il perno in acciaio all’interno del foro e della vite ad occhiello per fissare le due sezioni e vedere se tutto è in squadro, ma senza incollarle, poiché a breve dovremmo nuovamente disgiungerle per le successive lavorazioni. Fatto e ricontrollato il movimento, si separa il tutto e  si passa al resto dei processi lavorativi. Ovvero la realizzazione di un piccolo scasso nella sezione posteriore per montarvi la coda siliconica a testa di martello ( o altre code se siete in grado di realizzarvele da soli ) che donerà il sinuoso e realistico movimento alla vostra realizzazione artigianale. La lunghezza della coda si aggira intorno ai 7 Cm, e per le mie swim utilizzo quelle dei pesciolini siliconici da Cm 18 che si trovano in commercio in varie colorazioni ( per una questione di costi e di praticità ) semplicemente tagliandoli ed adattandoli alla misura finita.

Eseguito anche questo passaggio  è ora di pensare alla paletta, in lexan in questo caso da mm 2,5, sul cui posizionamento , forma , dimensioni ed angolatura si potrebbero effettuare numerosissime  varianti ( lascio a voi le prove ), ma che per semplicità , per il momento vi suggerisco di eseguire come nella successive figure.

Ritagliata, sagomata e rifinita incollatela con della resina epox bicomponente.

Realizzate le pinette dorsali e ventrali sempre in lexan da 1 mm., create una sella per il loro inserimento ( almeno 2 mm. All’interno del dorso della Swim), e prima di incollarle realizzate delle incisioni su di esse a mo di ……pinna… smussate e rifinite  per poi fissare con della resina epox.

Avvitate tutti gli anelli, tranne quello di giunzione delle due sezioni, facendo precedere l’avvitamento dall’immissione nel foro di Attac o equivalente ( in questo modo la porosità del materiale l’ assorbirà con conseguente indurimento e rafforzamento dei punti critici strutturali ), altra attac e rapido avvitamento a collante fresco fino a misura finita degli occhielli.

Ora sono terminate quasi tutte le procedure costruttive , si passa quindi ai processi di verniciatura, lasciando a voi la più  ampia libertà realizzativi in tal senso.

Terminata la lucidatura con vetrificante, o resine, delle due sezioni ,è ora giunto il momento di unirle per sempre, come in precedenza, riempire il forellino di attak, aspettare il suo completo assorbimento, poi attac, e avvitamento a misura pre-riportata dell’occhiello. Una volta pronto , un pò dia attac nel foro da 2 mm del perno, avvicinare la sezione di coda all’anello, inserire in soluzione unica il perno nella sua sede attraversando l’occhiello. Ora la Swim è pronta, o quasi , un piccolo ritocco alla testa del chiodo ( appena sotto il livello del ventre della coda) , facciamo cadere una goccia di resina epox sulla testa del chiodo, portiamo accuratamente a filo ventre, e il lavoro è ben  fatto.

Adattate o realizzate la vostra coda in silicone , incollatela con dell’attac lungo e all’interno dello scasso , armate con delle ancorette di ottima qualità 3/0 e buon divertimento.

Occhio ai predatori di grossa taglia…un  buon trecciato vi aiuterà sicuramente

By  BASSHUNTER .1

 

 

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