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Testo e foto di Giambattista Scuri – Giugno 2011 Leggendo
il titolo dell’articolo, a qualcuno tutto ciò sembrerà poco credibile, quasi
impossibile, ma a quelli che come me frequentano da anni l’ambiente
torrentizio montano, questo dualismo in pesca non potrà che apparire reale e
veritiero. Ogni
anno, dalla fatidica data dell’apertura che da il via alla nuova stagione di
pesca ai salmonidi, il sottoscritto aspetta la bella stagione per potersi
cimentare di nuovo nella ricerca di trote di grossa taglia (sia marmorate che
fario selvatiche). Questa ricerca la pratico sia nei torrenti e fiumi del piano (o di fondovalle) che in quelli che scorrono in contesti montani, perché sono consapevole che anche lì, in quei piccoli ambienti acquatici, c’è la concreta possibilità di arrivare a stretto contatto con grossi pesci - relativamente all'ambiente - sia per la conformazione morfologico - ambientale, sia per la massa pabulante (ovvero la quantità di cibo a disposizione), presente nel torrente. Logicamente
è impensabile trovare in questi ambienti trote di svariati chili dato che in
alcune piccole buche che il torrente contempla, farebbero fatica a girarsi, ma
già trovarsi attaccati in fondo al nostro artificiale
pesci da 40 cm. ed oltre è già un bell’andare, specie se li si scova
e li si cattura in torrenti dove l’alveo a volte fa fatica a superare i cinque
metri di larghezza e le poche decine di centimetri di profondità!! Un altro aspetto che caratterizza gradevolmente questo modo di fare spinning e che mi preme sottolineare, è quello relativo al fatto di poter interagire in pesca con ambienti di una bellezza notevole, fatta di acque cristalline, di fiori dai colori sgargianti e di ambientazioni naturali veramente suggestive, tutto ciò accompagnato dal "rumore" del silenzio, dallo scrosciare argentino del torrente, dal frullo del merlo acquaiolo, dallo sfrecciare di ramo in ramo dello scoiattolo dalla lunga coda, ma anche dalla fatica della risalita che ti mette a dura prova il fisico, ma che contestualmente lo ritempra ogni anno. Tutto ciò appena descritto comporta anche alcuni rischi che inevitabilmente si corrono, ad esempio nel fare un passaggio difficile, nel discendere una riva in frana o nel risalirla per poi accedere alla prossima allettante buca, nell’incontro non raro con la vipera, che a volte te la ritrovi dove meno te lo aspetti, acciambellata sulla roccia dove devi metter mano per risalire il torrente o attorcigliata su un ramo basso di una pianta di rovi, intenta a termoregolarsi. Oppure
si può incorrere nel banale ma concreto rischio di ficcarsi un ramo negli occhi
mentre si tenta di passare nell’unico accesso possibile che si intravede in
mezzo ad un groviglio di piante basse, passaggio che ci permette poi di
proseguire la nostra battuta di pesca. Ecco, questi sono alcuni dei molteplici aspetti della pesca in torrente, dove ogni cosa conquistata, sia essa uno splendido pesce o la scoperta di un nuovo tratto torrentizio mai fatto prima, che costa sudore e fatica, dove niente viene regalato ma tutto va lentamente conquistato ed assaporato, solamente cosi, solo con questi parametri ci si può definire a buon titolo “trotaioli di montagna”! Anche
quest’anno, come da prassi consolidata ho riscoperto tutto questo, andando in
pesca in alcuni torrenti che scorrono dalle mie parti, torrenti che conosco
molto bene e che ogni anno mi gratificano di splendide catture, fatte in
contesti ambientali simili ma diversi fra loro, mai banali e comunque molto
allettanti, cosi come lo sono le catture lì effettuate e le foto a corredo
dell'articolo sono qui a testimoniarlo. In
questi contesti acquei la pesca a spinning che vado ad effettuare è quella
classica, fatta di cose semplici ed incisive, insomma una tecnica
senza tanti fronzoli ma che bada al sodo! Per
praticarla al meglio utilizzo prevalentemente canne ad azione rapida, di punta,
di misura compresa tra mt.1,90 e 2,20 corredate da mulinelli di taglia medio
piccola (dal 1000 al 2500) così da poter eseguire al meglio l’azione di pesca
che è fatta di lanci e recuperi a ripetizione, ecco perché mi affido ad
attrezzi di provata leggerezza e fluidità, doti queste che si fanno sentire a
lungo termine, perciò è estremamente importante avere a disposizione canne
leggere, ben bilanciate e mulinelli di provata affidabilità, che abbiano a
disposizione fluidità nel recupero, archetto che si chiude ad ogni scatto e
leggerezza nell’insieme, doti queste irrinunciabili per attrezzatura da
torrente fatta come “cristo comanda”! Le esche da me utilizzate sono le solite che anche voi utilizzate da tempo e cioè : minnows, rotanti ed esche in silicone; perciò “niente di nuovo sotto il sole” anche perché saper usare bene le solite esche è per un lanciatore già tanta roba da apprendere, ma per saperle usare bene non basta utilizzarle in maniera standard ma occorre presentarle in maniera adeguata, nel posto giusto e recuperarla nel modo che desidera la trota in quel preciso momento. A
tal proposito vi voglio descrivere brevemente un aneddoto riguardante una delle
mie ultime battute di pesca, effettuata pochi giorni fa; la battuta in questione
si è svolta in un torrente montano della media val Brembana, dove sapevo
esserci ancora una buona popolazione di salmonidi autoctoni, con esemplari che,
sia per taglia che per livrea, mi hanno sempre riservato grande soddisfazione a
livello alieutico. Il
torrente in questione non è dei più facili da affrontare, dato che alterna
tratti più o meno facili e pianeggianti ad altri, che definire impervi non è
assolutamente sbagliato. Però
è proprio merito di queste sue indubbie caratteristiche di inviolabilità che
lo rende soggetto ad una bassa pressione di pesca, ecco perché questo stupendo
torrente sa ancora regalare pesci di taglia molto interessante, e soprattutto di
provata stirpe autoctona e di evidente rusticità strutturale. Insomma
pesci veri, ma non per tutti dato che per arrivarne a stretto contatto bisogna
sudare le proverbiali “sette camice” ma credetemi, ne vale la pena! Quel
giorno avevo iniziato la battuta di pesca partendo da una zona intermedia del
torrente, lasciando il tratto impervio per la fase finale, cosi da arrivare in
loco con fase di luce calante, quando le prime ombre della sera creano quelle
condizioni di luce suffusa che risulta ottima per permettere alle trote più
belle di mettersi proficuamente in caccia... e al sottoscritto di poterle
efficacemente insidiare. Avevo
montato per l’occasione un rotante del numero due, ma non ricevendo che
qualche timido e svogliato inseguimento da parte di alcuni piccoli esemplari
appostati nei fondo buca, decido di cambiare montando un piccolo minnow da 5 cm.
dai colori vivaci (colorazione fario) richiamanti le piccole trotelle presenti
in tal posto. Risalendo,
sondo a dovere due allettanti buche con annesso masso centrale, riuscendo a
scatenare l’attacco di due belle fario stimate sui 50 cm. ma che all’ultimo
rifiutano l’esca, complice in negativo l’acqua bassa e chiara. Dopo
altre buche più o meno promettenti e lame di buona profondità che mi fruttano
quattro trotelle appena di misura, mi capita un episodio che cambierà le sorti
della battuta. Dopo
l’ennesimo lancio, si forma una parrucca in bobina ed io, con il filo in
bando, mi appresto a districarla quando, con il minnow ancora in acqua che
scivola lentamente ai bordi di un grosso sasso, ricevo la violenta abboccata di
una trota di buone dimensioni! Ferro automaticamente e, nonostante la parrucca
non mi conceda di recuperare filo, riesco ugualmente a portarla a riva. L’esemplare è stupendo, largo un palmo e con dei colori da fotografia; dopo la foto di rito lo rilascio al torrente meditando sulla fortunosa casualità dell’evento. E
se non fosse una casualità? ... e se le trote in questo frangente predassero
cosi? Per
fugare i miei dubbi, decido di proseguire la battuta mettendo in atto un
recupero dell’esca effettuato in maniera neutra, cioè senza jerkarlo, ma
recuperandolo lentamente e facendolo muovere solo con la forza correntizia. E'
l’uovo di Colombo, perché la battuta di pesca cambia subito in meglio, con
trote che si proiettano da sotto i sassi del torrente in maniera veemente,
predando a fondo l’inerme minnow che scivola leggero in mezzo ai vari rigiri
di corrente. Che spettacolo, che soddisfazione ma soprattutto che abboccate, alla fine me ne torno all’auto con una ventina di catture al mio attivo, fra le quali spiccano cinque fario dai 40 ai 55 cm, incredibile! Bene,
la storia termina qui, ma credo possa servire a farvi capire quanto sia
importante il saper presentare l’esca di turno nella maniera più appropriata,
quella che in quel preciso momento vogliono i pesci e per riuscirci, oltre
all’esperienza, serve intuito e osservazione, serve il giusto approccio, sia
fisico che mentale e queste spesso sono qualità più importanti
dell’attrezzatura stessa! Certo,
trote del genere le può prendere chiunque, magari dopo un bel temporale che ha
fatto alzare l’acqua e l’ha resa torbida quanto basta per non farci scorgere
dalle trote, ma provatevi a fregarle con acqua bassa e limpida e vi accorgerete
che non è per niente facile e scontato come sembra. Per
concludere, voglio dirvi che non è
assolutamente facile intercettare tali esemplari, ma se pescate con fiducia e
intelligenza tattica, vi meraviglierete anche voi di quante e quali trote di
taglia ci siano in certi piccoli torrenti, trote che palesano la loro presenza
solo in certi periodi stagionali, o in certe situazioni torrentizie (vedi acqua
alta e sporca da temporale) ma non solo, anche quando (con livelli d’acqua
bassa e chiara) lo spinner che si
approccia al torrente sa sfruttare orari e situazioni a suo vantaggio. Situazioni
come quella ad esempio da me appena descritta; cosi facendo capiterà anche a
voi di avere in canna trote di cui mai avreste sospettato l’esistenza. La
pesca a spinning in torrente è una stupenda fiaba a colori, dove insieme alla
natura diventiamo anche noi protagonisti; sta a noi poi decidere se il finale
sia triste o a lieto fine... sicuramente sarà a lieto fine se rilascerete con
cura gli esemplari - grandi e piccoli - che vi hanno fatto divertire, a buon
intenditor... Ed
ora come di consueto, buona p... ermanenza sul nostro sito! Scuri
Giambattista giambattista.gs
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