TECNICA

 

 

 

 


Trote di Ferragosto

Testo e foto di Giambattista Scuri Agosto 2012

Premessa:

Da sempre nell’ambito della pesca sportiva, è opinione comune e consolidata il ritenere le giornate estive del mese di agosto poco produttive in termini di abboccate, dato che, specialmente per quanto riguarda i salmonidi, le giornate con caldo afoso e grande luminosità inibiscono non poco l’attività trofica di questi fantastici pesci.

In tali frangenti stagionali le finestre di attività predatoria si riducono di molto rispetto ad altri contesti stagionali più favorevoli quali per esempio quelli primaverili o autunnali, dove l’attività di caccia si protrae a volte in diversi momenti della giornata.

Detto ciò, per avere qualche pesce  in canna, non ci resta che sfruttare a dovere le prime ore del mattino, fascia temporale questa che risulta molto produttiva, a patto di presentarsi sul greto del fiume o del torrente alle primissime luci dell’alba. Questo ci servirà  per sfruttare a fondo sia il cambio di luce (particolare questo di estrema importanza per ingannare le nostre prede) sia per avere maggior  tempo valido a nostra disposizione, che  solitamente scade quando il sole salendo in cielo da dietro le coperture montuose, riflette i suoi raggi nell'alveo, inondando di luce ogni meandro o tana del fondale.

Questo che vi ho descritto in breve, è esattamente il contesto acqueo e ambientale con  il quale da circa un mese sto interagendo, se poi ci mettete anche l’acqua bassa e chiara, il quadro è completo.

Nonostante ciò, entrando in pesca nelle fasce orarie da me citate, sono riuscito a togliermi grosse soddisfazioni, catturando pesci in buon numero e - a volte - di buona e ottima taglia.

 

Le esche impiegate:

Il ventaglio di esche da me utilizzato nelle mie mattutine battute estive è sempre il solito: rotanti, minnows ed esche in silicone, badando bene di utilizzare tutte e tre le tipologie di artificiali citati adottando taglie più grandi rispetto a quelle standard, così da stimolare pesci apatici o svogliati, o comunque poco incentivati a livello predatorio dal caldo e dai bassi livelli idrici caratteristici di questa stagione. 

Nell’arco delle mie battute di pesca ho catturato bene sia con il rotante che con il minnow, esche queste che uso con profitto da una vita, ma se devo essere sincero vi dico che con le softbaits - soprattutto con le moderne esche siliconiche di ultima generazione - ho catturato molto di più e con taglie ben maggiori!

Credo sia risaputo che sono un estimatore della pesca a spinning con le esche in gomma; chi legge i miei articoli, sa che da anni amo utilizzare questo genere di esche, ed ogni volta che mi ritrovo in pesca, e mi capita di catturare qualche bel pesce - e fortunatamente sono parecchie - mi ritrovo talmente soddisfatto ed appagato dal farmela piacere sempre di più, tanto da portarla in pesca con sempre maggiore convinzione e fiducia.

Questo è uno dei segreti per farla funzionare al meglio, crederci ed utilizzarla !!! 

Forse ora vi domanderete quali e quante tipologie di esche in silicone io utilizzi durante le mie sessioni di pesca, ma vi dico  subito che non sono molte, anzi sono solo due o tre: Worm (da 4 a 6 pollici), Shad (da 3 a 5 pollici) e imitazioni di larve (da 2 a 3 pollici), come camole, caimani, sanguisughe... in varie colorazioni, ma principalmente con tinte molto vicine a quelle che i pesci trovano in natura, dato che quando non faccio gare, non vado certo ad insidiare trote di semina, ma preferisco cimentarmi con pesci veri e selvatici quali sono le fantastiche fario di torrente o le splendide marmorate  che abitano nel reticolo idrografico della provincia bergamasca. 

Fra tutte queste softbaits, ho naturalmente le mie preferite, ossia quelle che utilizzo in pesca con maggior fiducia, quelle insomma a cui lego i miei risultati in pesca sia in termini di catture, sia sotto l’aspetto del puro divertimento; il mio cavallo di battaglia è il vermone di buona taglia, per intenderci, quello conosciuto ai più e commercializzato da Berkley della lunghezza di 6 pollici ( 15 cm.) che sin dai primi utilizzi - sia in fiume che in torrente - mi ha sempre regalato costanti e numerose catture, alcune di taglia veramente rilevante.

E' un esca nata appositamente per il black bass e naturalmente vista la taglia non lo utilizzo intero, rischierei - data la sua lunghezza - di “ciccare” la maggior parte delle abboccate, anche se con grosse trote di mia conoscenza, non è assolutamente improbabile, vista la loro stazza, che se l’ingoino all’istante.

Di solito lo taglio in due pezzi proprio all’altezza dello stomaco, che è quel grosso rigonfiamento lungo un paio di centimetri situato vicino alla testa, utilizzando prevalentemente proprio la parte di questa, perché di maggior volume e perché è quella che in acqua sa scatenare l´interesse delle trote in maniera significativa, con abboccate perentorie e repentine così dal permettermi di portare a buon fine la sempre entusiasmante cattura.

Anche la parte più sottile, ossia quella che finisce con la coda piatta è molto valida, ma la utilizzo prevalentemente con pesci di semina durante le gare di pesca, perché essendo queste, trote abituate ad avere il cibo senza dover entrare in competizione, risultano meno aggressive di quelle selvatiche e abbisognano di qualche stimolo in più, come appunto riesce a dare la lunga e sinuosa coda di verme che si dimena in acqua!

Arrivano le nuove esche proteiche:  

Visto che come pescatore cerco di migliorarmi continuamente, da quasi due anni ho valutato anche altre tipologie di vermoni e di soft baits, in particolare quelle realizzate dall’amico Loris Ferrari, che molti di voi conoscono bene attraverso internet ed i forum di pesca.

Ho avuto la fortuna di conoscerlo a novembre 2010 in occasione del WTO svoltosi in quel di Sansepolcro, dove entrambi facevamo parte della giuria preposta al giudizio di esche rigide dedicate allo spinning e dove ho scoperto che lui, oltre che un ottimo realizzatore di esche rigide fatte a mano, era anche un valido costruttore di esche in  gomma siliconicha dedicate a tutti i predatori d’acqua dolce, compresi i salmonidi, e che aggiungeva alla gomma particolari sostanze attiranti e proteiche atte ad aumentare l'appeal delle stesse.

Non fece molta fatica a convincermi della bontà delle sue esche siliconiche perché l'ultimo giorno che eravamo a Sansepolcro pescammo assieme per alcune ore le trote in un laghetto e scoprii subito che quelle esche facevano davvero la differenza in termini di quantità e qualità di catture.

A fine battuta, io ed altri agonisti piacevolmente sorpresi, ci facemmo regalare tutte le esche che gli erano rimaste e da quel giorno non c'è stata una mia battuta di pesca in cui non ne avessi con me qualcuna, dando man mano loro sempre maggiore fiducia.  

Da quel momento con Loris è nata una bella amicizia, che poi è sfociata col tempo in una soddisfacente e proficua collaborazione riguardante proprio le softbaits dedicate ai salmonidi.

Aggiungo che considero Loris un uomo dotato di una mente estremamente creativa, e che riesce a mettere al servizio di tutti noi pescatori la sua enorme passione per la pesca sfornando di continuo esche che ben si adattano ai pesci ed alle acque italiane.

Io generalmente mi limito a dargli suggerimenti sui colori che, secondo il mio modesto parere, catturano di più - e che una volta prodotti in alcuni esemplari, immediatamente utilizzo in appositi test in pesca per verificare l'eventuale veridicità delle mie/nostre convinzioni.

Proprio con tali esche da lui realizzate e da me testate - in questo ultimo periodo estivo - ho catturato a ripetizione trote di tutte le taglie sia in torrenti montani che di fondovalle, passando momenti veramente soddisfacenti, con catture a volte esaltanti sia per la taglia, sia per i colori e sia per il contesto ambientale in cui sono state conseguite.

Per chi volesse approfondire il discorso su queste belle esche siliconiche di fabbricazione artifgianale, li invito a visitare il suo blog personale ( www.lorislures.it ), dove mette in mostra anche tutte le esche “hand made” da lui realizzate, corredate da una tabella colori veramente fantasiosa e completa in grado di affrontare ogni tipo di acque.

Le catture impresse nelle foto a corredo di questo mio report, hanno tutte lo stesso denominatore comune, tutte sono state realizzate nel mese di agosto 2012  e tutte sono state effettuate con le soft baits targate Lorislures, a conferma, se mai ve ne fosse il bisogno, che meritano davvero la mia fiducia !

Gli inneschi:

Vediamo ora come innescarle bene queste catturanti esche; di solito io uso ami a gambo lungo e diritto - tipo Aberdeen - di buona misura - dal n. 4 al 2\0 - dove inserisco lungo il gambo fermandole vicino all'occhiello una o più sfere in tungsteno forato in misura e peso variabile da un minimo di un grammo al massimo di tre grammi.

Questi ami così piombati mi consentono di operare in pesca in maniera ottimale anche in situazioni di corrente sostenuta, riuscendo così a portare la mia insidia gommosa in profondità tanto da arrivare a contatto dei pesci più belli.

Oggi ci sono in commercio varie tipologie di ami adatti a questo tipo di tecnica, perciò avrete solo l’imbarazzo della scelta dato che, sono quasi tutti egualmente validi anche se io vi consiglio quelli che hanno un gap (apertura tra gambo e punta) molto accentuato (cosiddetto a “ciliegia”) e perché consentono un’ottima tenuta sul pesce.

Comunque, visto che siamo in tema, ve ne segnalo due tipi, quelli che proprio ora sto utilizzando assiduamente e con i quali ho conseguito la quasi totalità delle mie catture: il primo è il 947BL della Tiemco nella misura del n. 4, un amo dorato utilizzato nella pesca a mosca per la realizzazione di streamer, ha una conformazione particolare che si adatta molto bene a questo tipo di tecnica.

L'altra interessante caratteristica è quella che è già barbless, ossia senza ardiglione, perciò oltre che in zona libera potrete utilizzarlo anche in zone a regime particolare come quelle dei No Kill, dove solitamente questo tipo di ami è obbligatorio.

Di questo amo apprezzo la grande tenuta che ha sul pesce ferrato, nonostante sia senza ardiglione, e questo credetemi... non è mai così scontato!

L’altra tipologia di amo che vado a descrivervi è il T-Trout targato OMTD, che Molix su mio suggerimento, ha realizzato specificatamente per la pesca a spinning con le esche in silicone.

Si tratta di un amo in un’unica misura del n.1 con inserito sul gambo e posizionato sotto all’occhiello d’aggancio un peso variabile che parte da 1,5 grammi e arriva fino ai 2,5 grammi.

Il piccolo cono con cui viene formata la testa è in tungsteno, un materiale molto più pesante del piombo, è perciò a parità di peso ha rispetto al piombo minor volume; questo permette alla testina in questione performances più marcate sia nel penetrare le correnti, sia nel tenere il fondo in maniera migliore.

Anche questo amo ha un gap molto accentuato, che garantisce ottima tenuta anche su pesci di grande mole, come quella che vedete comparire in questo articolo. 

Ci sono varie maniere di innescare le esche siliconiche su queste testine piombate, ma vi darò indicazioni riguardanti le due tipologie di innesco che vanno per la maggiore. Il primo è relativo all’innesco del worm tagliato a metà, che va innescato su un amo di lunghezza adeguata, leggermente ricurvo così da avere in pesca un’esca che vada in rotazione alla minima trazione, movimento questo che piace molto alle trote, sia in torrente che in fiume.

L’altra maniera di innesco è quella in asse, cioè diritta, che ben si presta all’utilizzo di esche quali gli shad a coda piatta (a martello) che ben si adattano a questo tipo di innesco in quanto utilizzandoli così, esprimono tutte le loro potenzialità mettendo in evidenza la grande mobilità e attrazione che sa esprimere in acqua la marcata coda piatta che li contraddistingue.

Di solito in questa tipologia tecnica, si lancia leggermente a monte e in trasversale rispetto al moto correntizio, così da sfruttare in maniera adeguata la forza della corrente per poter animare in maniera positiva la nostra esca, presentandola al pesce in maniera totalmente naturale.

Se poi abbiniamo a tutto questo un movimento a “saliscendi” avremo messo in opera un buon repertorio di mosse che quasi sempre portano il pesce ad aggredire la nostra esca in gomma.

La Ferrata :

Mi raccomando, questa è una pesca che viene definita “a vista” in quanto pescando a spinning in questa particolare maniera, saranno molte le volte in cui vi capiterà di vedere in diretta l’abboccata, e se il pesce è di grossa taglia, potrebbe venirvi la tentazione di ferrare in maniera repentina alla prima tocca.

Non lo fate, ma lasciate che il pesce si giri e se ne vada con l’esca in bocca! Solo allora ferrate in verticale, ed in maniera franca, tanto da affrancare in maniera decisiva la ferrata.

Non sempre avrete a che fare con linfe trasparenti, e qui le cose si complicano un poco, perché dovrete rischiare di ferrare sull’abboccata e a volte perderete il pesce che vi ha appena abboccato.

Niente di male, ci sta ogni tanto di perdere qualche pesce, ma così facendo e con il passare del tempo, acquisirete l’esperienza necessaria ad attendere l’istante propizio per ferrare in maniera ottimale anche in presenza di acqua sporca o comunque velata.

Un cenno all'attrezzatura da impiegare con la gomma:

Per finire diamo uno sguardo anche all’attrezzatura che è sempre una parte molto importante del nostro bagaglio di pescatori, se vogliamo ottenere buoni e costanti risultati.

Di solito per questa tecnica, privilegio canne leggere, sensibili e con una buona riserva di potenza, così da poter gestire al meglio anche combattimenti con prede di una certa mole, ma non voglio certo avere in mano un “palo della luce”  con il quale avrei sì tanta potenza, ma con cui perderei quella sensibilità che occorre per far lavorare al meglio una categoria di esche  per le quali la percezione dell'abboccata è una dote fondamentale per catturare.

La lunghezza di tali attrezzi la lascio scegliere ad ognuno di voi, dato che, come ho sempre asserito, la scelta della canna è soggettiva! Sappiate comunque che, essendo io un essere irrequieto, tendo a cambiare canna dopo 3-4 battute, sia in lunghezza, sia in tipologia !

Una volta uso la classica 2,40, un altra una leggera e grintosa “monopezzo” oppure una saettante 2,70 che mi consente di pescare bene in allungo. Con tutte quante ho comunque sempre catturato, ma cambiare ogni tanto - dal mio punto di vista - serve ad arricchire la mano dello spinner, così ci si abitua pian piano ad utilizzare e sfruttare con profitto i punti di forza di canne anche molto differenti fra loro, sia per lunghezza, sia per azione e peso, tutto ciò si trasformerà col tempo in un innegabile vantaggio in pesca.

Concludo dicendovi - a completamento di quanto asserito nelle righe iniziali di questo articolo - che, rimane vero che pescare a spinning in estate è sicuramente difficile ed impegnativo per tutte le problematiche temporali evidenziate in premessa, ma però, per chi come me non demorde e cerca di sfruttare a suo favore le giuste esperienze, può essere un periodo particolarmente produttivo, a patto di saperlo ben interpretare.

A buon intenditor...

Scuri Giambattista

giambattista.gs CHIOCCIOLA fastwebnet.it

 

 

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