TECNICA

 

 

 

ERRORI & CAPPOTTI: COME EVITARLI

 

Autori : Claudio Saba & Loris Ferrari (11/00)

 

 

I cappotti: analisi di un insuccesso

 

Dovete abituarvi, se volete praticare lo Spinning ; con questa tecnica è assolutamente normale tornare a casa a mani vuote. Non è possibile eliminarli, ma capire le cause, può aiutarci a ridurli a percentuali fisiologiche accettabili.

Per un vero appassionato un cappotto non costituisce mai motivo di malumore ; in altre parole, non si va a pesca solamente per catturare (certo se si "prende" è meglio), ci si va per ritemprare il corpo e lo spirito ed eliminare le tossine e stress causate dai ritmi frenetici imposti dalla civiltà moderna.

 

Cause possibili di un cappotto:

 

a)  il predatore non c'è

 

In questo caso possiamo fare ben poco se non cambiare zona.

 

L'assenza di predatori potrebbe essere dovuta alle sfavorevoli condizioni (fasi lunari, grosse perturbazioni, siccità, alta pressione, mare calmo...) ; al luogo non adatto (ma questo può dircelo solo l'esperienza), ai disturbi di varia natura presenti sulle rive ed  all’eccessivo traffico di sub e natanti (come avviene nei mesi estivi nei laghi ed in mare) ; alla stagione non idonea.

 

In mare, è spesso inutile, nei mesi freddi, pescare dalle punte su fondali profondi (zone tipiche per i pelagici); con le basse temperature è meglio sondare fondali bassi alla ricerca della Spigola.

In fiume, a dicembre, non possiamo dare la colpa alla luna, se non abboccano le Cheppie !... è meglio se ci dedichiamo a Lucci, Cavedani e Persici reali.

 

L'assenza del pesce è la principale giustificazione del pescatore che torna a casa a mani vuote "non c'era niente !"

 

... ma in realtà queste motivazioni non sono le cause principali dei cappotti, quasi sempre il pesce c’era, ma non siamo riusciti ad interessarlo, a monte spesso c’è un grave errore nostro !

 

b)  il predatore c'è, ma non attacca gli artificiali

 

Capita più spesso di quanto non si pensi perchè la presenza del predatore non sempre è evidente. Questo capita, ad esempio, quando i pesci inseguono l'artificiale fin sotto ai nostri piedi, senza attaccarlo.

 

E’ un'esperienza frustrante anche perchè, il più delle volte, non c'è verso di farli abboccare in alcun modo.

Se il predatore non è in caccia (capita spesso con la Spigola in mare e con il Persico Trota in acque dolci), non attaccherà alcun artificiale, ma si limiterà al massimo ad inseguire svogliatamente le esche, solo per curiosità e istinto, con l’unico effetto di aumentare la nostra secrezione di bile !

 

Spesso, però, il predatore non attacca per l’errato uso degli artificiali: un'esca non gradita per tipo o colore, dimensioni troppo grandi o troppo piccole, oppure dal nuoto non corretto...

 

L’errore più frequente commesso dal lanciatore è però quello di recuperare troppo lentamente o troppo velocemente. Purtroppo ce ne accorgiamo, quando arriva sul posto un altro lanciatore ed inizia a catturare ! Basterà precipitarsi verso di lui, scambiare quattro chiacchiere e scoprire che artificiale usa e come lo impiega (... magari ringraziandolo !).

 

Se invece non arriva nessun “maestro” da imitare, l’unica soluzione che ci permette di evitare il cappotto, è quella di non arrendersi e cambiare spesso l'artificiale e contestualmente tipo di recupero, per cercare di scoprire l’esca gradita in quel momento e la velocità di recupero che provoca l’attacco.

 

La regola generale recita che, di fronte a pesci attivi ed in caccia, il recupero va eseguito velocemente ed in modo regolare.

Quando ci troviamo davanti a pesci svogliati ed apatici, si può tentare di far loro cambiare idea, con recuperi irregolari e variegati, recuperi lenti ed in prossimità del fondo, con frequenti soste, saliscendi, arresti, ripartenze... insomma tutto il repertorio conosciuto... e  a volte, comunque, non basta !

 

c)  il predatore c'è, ma non è a tiro di artificiale

 

Può essere una situazione frequente in determinati ambienti : in mare, in zone di risacca molto ampia con predatori che cacciano al limite della schiuma, acque sporche di alghe in prossimità degli scogli e in luoghi particolari come"piane" estese con bassi fondali, spiagge, ecc..

In acqua dolce, ad esempio nelle grandi estensioni acquatiche di fiumi o laghi molto ampi, o lungo fortissimi correntoni, che non permettono il corretto recupero dell’artificiale e la sua navigazione all’altezza voluta.

 

Ma spesso è l'uso di esche di peso insufficiente che impedisce di raggiungere la zona buona.

L'unica soluzione possibile è ovviamente l'utilizzo di artificiali dal buon rapporto peso/dimensioni, tra l’altro, così facendo, possiamo stimolare l’attacco di prede di maggior mole, selezionando le catture verso l’alto.

 

d)  rottura della lenza durante il recupero

 

Nello Spinning è possibile l'incontro con prede di grossa taglia (pelagici in mare, Siluri o grossi Lucci in acque dolci) e spesso il recupero avviene in condizioni difficili (canneti, alberi in acqua, strapiombi, rocce, acque tumultuose e mare mosso rendono impegnative le fasi di salpaggio).

 

Se a questo aggiungiamo gli errori di valutazione del pescatore, frequenti tra i neofiti, quali : l'uso di canna, mulinello o filo inadatto, la mancanza di un guadino o di un raffio, l'uso scorretto della frizione o i tentativi di salpare di peso il pesce allamato, capirete che è piuttosto facile perdere una preda di qualche chilo di peso.

 

Questo problema è sottovalutato all'inizio della carriera, una delle frasi che ci è capitato spesso di sentire è "l'importante è che abbocchi, poi ci penserò!"; solo dopo i primi "mostri" persi, si prendono i necessari provvedimenti (o si cambia sport).

 

Gli errori più frequenti

 

Qualcuno ha definito l'esperienza quella forma di conoscenza, non trasmissibile, che consente di ridurre al minimo gli errori.

Se è vero che l'esperienza non si trasmette, è anche vero che i suggerimenti di chi per anni ha imparato "sbagliando" sulla propria pelle, possono consentire di eliminare dalla nostra attività gli errori più grossolani che spesso determinano l'insuccesso di una battuta di pesca.

 

Di seguito indichiamo gli errori secondo noi più frequenti per i lanciatori in erba e che, spesso, cominciano ben prima della battuta di pesca (ad es. dal nostro rivenditore).

 

1)  Acquisto ed utilizzo di artificiali inadatti

 

Frequentissimo tra chi inizia, ma anche tra le mogli dei pescatori che continuano a regalare ai mariti pescetti inutilizzabili per scarso peso o artificiali assolutamente improponibili nelle nostre acque (es. scatola di popper per le Trote !)

Purtroppo, non tutti gli artificiali in commercio vanno bene per insidiare le prede che abbiamo a portata di canna; il mercato offre una enorme quantità di esche artificiali e questo non fa che aumentare la confusione nel principiante, spesso alimentata dallo stesso negoziante, in genere convinto che un'esca valida per la traina lo sia anche per lo Spinning da terra e viceversa.

 

L'errore più diffuso è l'acquisto di un artificiale troppo leggero, anche perchè non tutte le ditte indicano il peso nella confezione. Ai primi lanci, quando vi accorgerete di non riuscire a lanciare a più di pochi metri, vi verrà voglia di piombarlo. Lasciate perdere, eseguite invece le seguenti operazioni:

a)  togliete le ancorette e trasformate l’artificiale in un grazioso ed originale portachiavi;

b)  tornate al negozio e acquistate una scorta di artificiali di peso idoneo alla vostra canna ed alle prede che volete insidiare.

 

Oltre che per il peso, l'artificiale può rivelarsi inadatto semplicemente perchè non idoneo ai nostri predatori. Nei negozi di pesca vi troverete spesso di fronte ad un numero di esche finte di incredibile varietà e vi verrà voglia di comprarle tutte (capita anche agli esperti, il pescatore a Spinning davanti agli artificiali ritorna bambino, “abboccando” lui per primo, attraverso l’acquisto !).

 

Octopus, piumette, jigs, pirker, kona..... ricordate che non state andando a trainare ai tropici, se volete limitare i cappotti utilizzate sempre, almeno all'inizio, solo le esche più affidabili e collaudate.

 

Rotanti, ondulanti, minnows, spinnerbait, plughi, popper... non tutti vanno bene per tutti i pesci, informatevi innanzitutto dagli altri lanciatori che frequentano gli stessi ambienti, con quali artificiali sono state effettuate le maggiori catture.

 

2)  Utilizzo di un filo inadatto

 

Ne abbiamo già parlato in occasione dei cappotti, ma è fondamentale sottolineare l'importanza della lenza, unico tramite (assieme all’esca), tra il pescatore e il pesce. Con il sole, l’uso, lo sfregamento contro gli ostacoli e la salsedine, qualsiasi lenza perde elasticità e resistenza, cambiatela almeno ad ogni stagione (se andate con una certa frequenza conviene sostituire il monofilo due volte all'anno, all'inizio della primavera e alla ripresa autunnale).

Non affrontate luoghi frequentati in mare, da pelagici (Ricciole, Barracuda, Dentici) con filo sottile da Occhiate o, in acqua dolce, non andate a Lucci con filo esili da Trote o Cavedani.

 

3)  Affrontare una battuta di pesca con attrezzatura e abbigliamento troppo pesanti

 

Abbiamo visto spesso pescatori iniziare una battuta di pesca con: canna principale, canne di scorta e relativi mulinelli, borsone con artificiali, lenze, piombi, galleggianti ed esche naturali (non si sa mai...), guadino di 3 mt. e 2 kg di peso, cestino per i pesci, maglione, giubbotto, mantello antipioggia, cestino con la merenda (tipo orso Yoghi).

 

Questo è l'atteggiamento tipico di chi proviene da altre tecniche, ma nello Spinning è controproducente perchè limita fortemente la mobilità, essenziale per avere buone probabilità di cattura.

Basta una canna (magari una di scorta nel baule dell’auto), un mulinello, una cintura o marsupio da pesca contenente artificiali e bobina di ricambio, un guadino o raffio (se lo adottiamo).

Tutto qui.

Anche l'abbigliamento va tenuto leggero : dopo alcune centinaia di metri percorsi lungo le rive o inerpicandosi come capre sul greto di un torrente, sulla prismata o sulla scogliera, vi troverete in camicia anche in pieno dicembre.

 

4)  Operare una pesca statica

 

Lo ripeteremo all'infinito, a Spinning si pesca più con le gambe che con le braccia.

E' difficile da digerire per chi ha sempre praticato altre tecniche di pesca (ed è forse la ragione per cui molti abbandonano lo Spinning), ma non si pesca molto se si ripetono infiniti lanci dalla stessa postazione (magari vicino alla macchina).

 

Lo Spinning non è per i pigri... viene premiato solamente l’impegno !


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