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FUSION Di
Luciano Cerchi -
foto di Gianna Moi “Fusion” è la mia ultima e personalissima interpretazione della pesca a lancio, con attrezzatura da spinning ultraleggero ma con esche da coda di topo. Questo abbinamento fa subito pensare a tentativi poco riusciti, fatti con galleggianti ad acqua e piombi disposti sulla lenza, per lanciare mosche o esche senza peso. Niente di tutto questo, la mia tecnica prevede l’impiego di artificiali con peso sufficiente ad essere lanciati, seppure con un’attrezzatura molto dedicata. Cominciamo proprio da quest’ultima. Quando ho scritto ultraleggero, intendevo un paio di canne specifiche: una da metri 1,50 che lancia da 0 a 3 gr. e l’altra da metri 1,80 con grammatura da 1 a 5 gr. con azione rapida ed anelli in SIC, abbinate ad un mulinello taglia 1000 con trecciato traslucido dello 0.089 ed un finale in fluorocarbon dello 0.22, di una cinquantina di centimetri circa. La scelta di queste canne è determinata dalla leggerezza delle esche, ma sul trecciato voglio aggiungere che il suo diametro, così contenuto, agevola il lancio e che l’assenza di allungamento, realizza una sensibilità senza pari, oltre che ferrate precise e fulminee. Ora vediamo le esche. La serie comprende due realizzazioni metalliche chiamate Rolling Blades, uno SpoonFoam, tre Walking e tre StreaMinnow, molto simili agli streamer comunemente usati per la pesca a mosca. Non sono però le somiglianze strutturali degli artificiali a determinare la nuova tecnica, ma la “tecnica” stessa. Parliamone subito, prima ancora di vedere le esche. Osservando
la foto si nota subito che sto pescando a scendere in torrente, la freccia rossa
più grande indica il senso della corrente, ma le altre semi/rotate, segnalano
il giro dell’acqua in prossimità delle sponde. Ed è proprio in queste zone
relativamente tranquille dove lancio le mie esche, in modo che la corrente
stessa le animi facendole scendere verso valle. Io mi limito a controllare la
tensione del monofilo, cambiare il livello di nuoto alzando o abbassando la
canna, oppure imprimo maggior
vivacità con piccoli spostamenti di polso (jerking) ma senza mai effettuare un
recupero vero e proprio. Lo stesso tipo di tecnica è efficace anche in ambienti
di maggior portata, semplicemente lanciando sul filo di corrente verso valle.
Dunque cosa ho cambiato? Ho alleggerito (come vedremo) il peso delle esche e
fatalmente ho accorciato il raggio di azione, inoltre ho abolito il
riavvolgimento continuo del mulinello per non ottenere movimenti ininterrotti e
standardizzati. Confesso di aver maturato questa tecnica dopo il lungo periodo
passato praticando lo Spoon
Fishing, e per la grande passione per i Lipless come l’indimenticato
Filibustiere. Praticamente mi sono reso conto che ondulanti e lipless occupavano
completamente le mie scatole porta esche, e che passavo lunghissimi periodi
usando solo questi artificiali, da li, la voglia di fare qualcosa di più. Così
ho iniziato con i Rolling Blades. Per la precisione il Rolls ed il Blade, due
rotanti modificati per evitare la torsione prodotta da queste esche, su questo
stesso sito potrete trovare il tutorial per realizzarli. Pesano entrambi
4,5 gr. circa, la novità
radicale sta nella Round Head, disassata mediante una piccola forcella e
l’inserimento della paletta con uno split ring. Questa piombatura evita la
torsione, al punto che si possono usare con un semplice nodo Palomar, e svolge
anche un modesto antialga, segnalando immediatamente il contatto contro gli
ostacoli; la paletta così inserita, ruota a bassissime velocità mentre scende
con la corrente e fa concentrare su di se l’attenzione del predatore. Sono le
mie uniche concessioni alle esche metalliche. È possibile cambiare grammatura e
forma della paletta a piacere (Colorado, Indiana e Willow) SpoonFoam
–
La forma è quella di un comune ondulante dal corpo molto concavo, in realtà
sono due fogli di foam da 1,5 mm. di diverso colore che racchiudono un filo di
acciaio armonico, opportunamente modellato e piombato. Dopo averli incollati,
l’ho semplicemente ritagliati sulla forma desiderata, aggiungendo un occhio
con una goccia di colla. Pesa circa 4 gr., è lungo 4 cm. - La zavorra interna
è controbilanciata dal foam e
ritarda l’affondamento aggiungendo
un’inedita plasticità. Nuota egregiamente attraversando correnti moderate. Walking
– Questo
gruppo comprende le seguenti esche: FilFish
è un piccolo lipless affondante, costruito sul gambo dell’amo
dritto tipo Aberdeen. All’interno del corpo ho incollato sezioni di piombo,
ricoperte di strisce di foam e rivestito il tutto con Flexi Cord, ho aggiunto
occhi adesivi, l’ho decorato con pennarelli indelebili e rivestito con colla
epossidica per proteggerlo ed impermeabilizzarlo. La coda è ottenuta con un
ciuffo di bucktail colorato e dallo sfrangiamento del flexi cord. Pesa 5 gr. ed
è lungo 4 cm. coda esclusa, CastFoam
è
il più lungo di tutti con i suoi 5,5 cm. per 5 gr. di peso. È un “walker”
con anima in acciaio e piombatura interna. È stato realizzato con una sezione
di Eva ricavata da una sezione bicolore di una ciabatta, lavorata e carteggiata
come balsa. Ho solo aggiunto occhi adesivi e lievi decorazioni con pennarello.
Raggiunge buone distanze e tende a rimanere negli strati alti dell’acqua per
il materiale del corpo, seppure piombato. WalkFoam
è l’unico galleggiante della serie, pesa 2,5 gr. ed è lungo 4 cm.
circa. Il suo anello d’attacco posizionato sotto la testa, la forma del corpo
e la piombatura interna, confermano il suo uso Walking di superficie. Il corpo
è stato ricavato da una sezione di Eva tagliata da una tavoletta avvolgi lenza.
Dopo averlo piombato, ho chiuso la pancia con una striscia di foam rosso. Modellato
e carteggiato come balsa, l’ho
decorato con pennarello indelebile e ho aggiunto occhi adesivi.
Streaminnow
– Questo
gruppo comprende le seguenti esche: FishBug
è il più piccolo in assoluto ed il suo prototipo risale al 26
settembre 2006, praticamente ha dato vita alle mie idee di allora.
È realizzato sul gambo di un
amo dritto n. 4 pesa 2 gr. ed è
lungo 2,5 cm. coda esclusa. La piombatura è ottenuta avvolgendo spire di piombo
sul’’amo, poi rivestito con Cactus Ciniglia colorata. La testa è formata da
una piccola sezione di foam cilindrico infilato sull’amo su cui ho incollato
gli occhi, la coda è in Antron ed una piccola striscia di foam colorato,
ricopre il dorso RedBuggy
anch’esso
è realizzato sul gambo dell’ amo ma di un n.4 tipo Texas, pesa 2 gr. ed è
lungo 2,5 cm. coda esclusa. La testa è formata da una sezione cilindrica di
foam infilata sull’amo. Successivamente ho incollato gli occhi. La piombatura
è formata da spire di piombo avvolte sull’amo, in seguito rivestito con
Cactus Ciniglia bianca. La coda è in Antron ed un ciuffo di bucktail rosso in
testa completa la costruzione. COMET
deve
il suo nome alla sua forma simile ad una
cometa, è l’esca più lunga di
tutte con i suoi 7 cm. per soli 2
grammi di peso, ma anche la più morbida nel movimento. La sua piombatura è
formata da spire di piombo sul gambo dell’amo del n. 2. Il
corpo e la coda sono in Antron “pettinato” e tagliato con la forbice, per
raggiungere la forma allungata. Un ciuffo di bucktail arancione avvolto verso la
testa, su cui ho incollato gli occhi, completano il dressing davvero semplice da
realizzare. CONCLUSIONI Pratico Fusion anche con altre esche di mia progettazione, ma ho pubblicato la linea base, per essere più chiaro possibile. Oltre alla serie dedicata alla trota e cavedano, ho creato anche una linea quasi completamente top water, riservata al bass. Tutte le mie realizzazioni si prestano ad infinite variazioni di lunghezza, peso e colore, senza però perdere la loro caratteristica peculiare di estrema leggerezza., quella anticipata in apertura “La sostenibile leggerezza dell’esca “ che però non deve spaventare, visto che le grammature di massima di queste esche, rimangono negli standard di quelle comunemente usate. Come già detto, in torrente/fiume lancio a scendere con la corrente, senza un recupero vero e proprio; i delicati e discontinui movimenti aggiuntivi, si ottengono spostando la canna lateralmente, dopo aver riavvolto il filo in eccesso. In pratica, il mulinello diviene quasi un contenitore di filo, fino al momento del recupero della preda. Jerkandole, queste esche funzionano bene anche nelle acque ferme del lago, mentre i due Rolling Blades, sono i soli che devono avere un minimo di continuità di recupero, benché anche nel loro caso, la spinta della corrente favorisca la rotazione della paletta. Dello SpoonFoam, esiste anche una versione più semplice, montato su amo Texas, presente sul Forum. Ecco è tutto qui...una manciata di esche da usare in maniera assolutamente non convenzionale, per chi come me ha voglia di uscire dagli schemi, costruendosele con materiali alternativi e dar libero sfogo alla creatività. Non mi sogno neppure lontanamente di aggiungere che queste esche e questa tecnica, catturano più delle altre, ma solo che prendere pesci con qualcosa di completamente mio (tecnica ed esche) aggiunge qualcosa in più al piacere di essere sul fiume. Tutti i miei artificiali nascono con amo singolo a filo sottile barbless, o con ardiglione schiacciato accuratamente e di dimensione adeguata, per evitare il più possibile di arrecare danni al pesce, seguendo una mia ormai incrollabile filosofia. A volte questo sistema e queste esche, possono “mostrare un po’ la corda” e risultare meno adatti, ma il mio pensiero è questo: “non è importante raggiungere soltanto l’obiettivo, ma piuttosto come lo si raggiunge” Luciano Cerchi
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