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Testo e foto di Giambattista Scuri – Nov. 2010 Da
subito, fin dalla prima volta che ebbi la fortuna di catturare una trota
marmorata degna di tal nome, nacque in me la grande passione che tuttora mi
permea, volta alla ricerca di questo stupendo endemismo nostrano. Il
fatto accadde alcuni anni or sono, e precisamente in una dolce serata di metà
settembre del 1984, quando, inesperto nello spinning ai grandi predatori, stavo
effettuando sulle sponde del fiume Adda una battuta di pesca al mitico luccio.
Ricordo come fosse ieri, quel che successe in quel fortunato frangente, dato che
stavo lanciando da alcuni minuti il mio “martin” da 15 grammi ai lati di un
bel correntone, alla spasmodica ricerca del tanto agognato esocide. L’ultimo
lancio decisi di farlo a centro corrente, dove intravedevo un invitante slargo
che presentava un bel rigiro d’acqua. Detto fatto lanciai in quella direzione,
lasciando al mio rotante il tempo di entrare in pesca prima di metterlo in
trazione e... avvenne una cosa strana, il mio rotante si incagliò in quello che
mi sembrava un ostacolo del fondale, ma che poi piano piano vidi muoversi
lentamente contro corrente. Potrete
certamente immaginarvi il mio stupore, quando “l’ostacolo” prese ad
accelerare ulteriormente, con una trazione che ad ogni istante diventava sempre
più potente, fino a divenire insostenibile, sia per me che per la mia povera
“cannetta”!!! La
sarabanda che fece poi quel pesce, non me la dimenticherò fin che vivo, fatta
di lunghe filate da cardiopalmo lungo tutta l’asta della grande corrente,
infarcite infine dai rotolamenti su se stessi che questi eccezionali combattenti
sanno mettere in atto nel tentativo di slamarsi dall’insidia che li tiene
prigionieri, per poter poi riacquistare la tanto amata liberta. Finalmente
portai a riva quello che avevo giudicato essere un grosso luccio, ma la
mia sorpresa fu totale quando adagiatolo sulla sponda della riva, mi accorsi che
invece di un bel pike avevo catturato una trota marmorata da urlo, una di quelle
che - fino a quel momento - esistevano solo nei miei sogni di pescatore. Rimasi per una decina di minuti sdraiato a terra a contemplarla in religioso silenzio, domandandomi mentalmente, se ero stato proprio io a conseguire tale stupenda cattura, che risultò poi al peso più di 7 chili e ben 92 cm di lunghezza. Oggi che di tempo e acqua sotto i ponti ne è passata tanta, posso dirvi in tutta tranquillità che quella passione allora nata, è stata da me notevolmente incrementata, come del resto ho aumentata la mia esperienza nella pesca a spinning a quella che io considero la preda da me tuttora più ambita. Impossibile
ora descrivere in un articolo tutto quello che ho imparato in questi
trent’anni dedicati alla ricerca di questo stupendo salmonide, perciò cercherò
di mettere nero su bianco alcune delle cose che ho appreso, e che credo siano
fondamentali per imparare ad interagire in pesca in maniera positiva ed
appagante in termini di catture, con questo entusiasmante salmonide nostrano. La
prima cosa che vi voglio dire, è che chi decide di cimentarsi nella pesca a
spinning volta alla ricerca della stupenda e fantomatica marmorata, deve farlo
cercando solo lei e lei soltanto, e non si deve scoraggiare neanche se dopo aver
effettuato più battute in pesca, non è riuscito nemmeno a vedere una coda... e
questo concetto sia ben chiaro! Questo
per dirvi che non è assolutamente facile fare strike con madama marmorata, vuoi
per fattori legati ai depauperamenti e
inquinamenti vari relativi agli ecosistemi acquei elettivi di questo splendido
salmonide che ne hanno impoverito la specie,vuoi per problemi per cosi dire
“genetici”, dato che per “imprinting” naturale, la nostra “signora”
del fiume tende, oltre che a essere lucifuga (ovvero che rifugge la luce), anche
a passare buona parte del suo tempo in tana, al riparo dai vari pericoli portati
sia dai predatori alati (aironi e cormorani) sia dai “rompiscatole” come me,
che armati di canna e mulinello si prodigano nella sua impegnativa ricerca. Se
poi condite il tutto con il fatto che la stragrande maggioranza delle migliori
tane si trova sommersa da alcuni metri d’acqua in da forte corrente, potrete
ben capire come i nostri amati artificiali abbiano poco tempo per rimanere
convenientemente in “zona strike” tanto da indurre la trota a sferrare
l'attacco. Perciò
è giocoforza aspettarla al varco, cioè quando è in caccia, situazione questa
dove la nostra “trotona” perde tutte le sue paure e inibizioni, avventandosi
decisamente su tutto quello che di commestibile - e non - gli passa davanti! Occhio
però a considerarlo un pesce facile o stupido, rischiereste di “capottare”
ad ogni uscita! La marmorata è tutto fuorché un pesce facile, questo ve lo
metto per iscritto! Mi
è capitato di perdere marmorate di buon peso (4-5kg per 70-80cm) che durante il
combattimento riuscivano a slamarsi, ed ho poi
provato ad insidiarle per svariati giorni cercando di sfruttare
l’orario giusto, cioè quello in cui per la prima volta aveva aggredito la mia
esca, variando la stessa sia per forma che per misura, ma non ne ho più vista
nemmeno l’ombra! Si cari miei, perdere una grossa marmorata è facile, ma ritrovarsela attaccata all’amo è ben più difficile, ci vogliono mesi, se non addirittura anni, ma lei però è sempre li, li dove l’avete fregata la prima volta ma, dove - forse - non la fregherete la seconda!! Perciò
fate molta attenzione a come entrate in pesca, controllate che tutto sia in
perfetto ordine, dal trecciato (è preferibile al monofilo, sempre!) alle
ancorette dei vostri artificiali, che devono essere di prima scelta e con una
apertura larga (a ciliegia) cosi da gestire al meglio la tenuta del pesce sotto
ferrata, specialmente se è di grossa mole. Canne
e mulinelli andranno rapportati al posto di pesca, perché non si sa mai quello
che può abboccare, perciò una 2,40-2,70 ad azione prettamente di punta con
grammatura di lancio compresa tra i 20 e i 60 grammi è quello che fa per voi,
completatela con un bel mulinello taglia 4000 ed il gioco è fatto. A
tal proposito voglio segnalarvi che proprio al sottoscritto ad agosto scorso nel
Brembo, per colpa di una canna “sottodimensionata”, è accaduto di perdere
una “bambina”di oltre 90-95 cm. (forse il mio pesce della vita); se né
andata dopo essere riuscito per ben due volte ad estrarla dal correntone in cui
aveva abboccato. Questa
trota enorme ancora me la sogno di notte e ancora oggi quando ci penso maledico
la mia dabbenaggine!!! Ecco
perché insisto nel dirvi che l’approccio giusto in pesca è fondamentale,
come lo è la conoscenza del posto e le abitudini della preda che si va ad
insidiare, dato che più nozioni immagazzineremo, più chances avremo di fare
finalmente quella cattura tanto desiderata. Come tutti i pesci predatori di grossa mole, anche la marmorata di buon peso (3-4 kg) si muove per artificiali di misura adeguata, questo perché in natura non si tende a sprecare energie cibandosi solamente di prede di piccola mole perché non consentirebbero al predatore in questione di incamerare neanche quelle che spende per entrare in caccia. Perciò
vi consiglio artificiali corposi (io prediligo i grossi minnows, anche fino a 18
cm) in modo da fare colpo sulla “regina” del fiume, utilizzandoli con
cognizione, preferendo gli affondanti mentre sondo buche profonde e forti
correnti e relegando quelli galleggianti per quelle porzioni di fiume in cui ci
siano possibili tane in poca acqua e con poca corrente. La
marmorata entra in caccia preferibilmente di primo mattino, o nelle ore prossime
al crepuscolo, questo perché la fa sentire più sicura verso i possibili
predatori (e noi è li che cercheremo di fregarla) ma anche perché in una
situazione di chiaroscuro quale è quella crepuscolare, la trota può portare il
suo attacco agli altri pesci (vaironi, sanguinerole e scazzoni) senza che questi
si accorgano di lei fino all’ultimo istante. Ci
sono però situazioni in cui la si può trovare in caccia anche a mezzogiorno!
Questo di solito avviene quando c’è acqua alta dopo una importante
perturbazione appena passata, oppure quando in orari canonici di predazione c’è
troppa gente in giro che fa rumore, o ancora quando, specialmente
all’apertura, sul fiume non c’è più nessuno (tutti i pescatori sono ad
abbuffarsi a tavola) quando insomma lei sente le proprie acque tornare
tranquille. Perciò
la prima regola da tenere presente e l’approccio silenzioso all’acqua,
eseguendo se possibile i primi lanci iniziando proprio dal sottoriva perché,
talvolta è proprio li che la si può trovare, spinta dal bisogno di predazione
che ogni tanto la porta vicino alla sponda a caccia di piccoli ciprinidi o
invertebrati. Guai
a sottovalutare una situazione del genere, e vi garantisco che a me (purtroppo)
alcune volte è capitato di rimanere basito a contemplare grossi esemplari
(anche oltre gli 80 cm.) che dopo il mio maldestro avvicinamento alla riva, si
allontanavano a tutta birra nei meandri fluviali lasciandomi con un palmo di
naso! Prima
di finire, vi voglio dire altre due o tre cosette, la prima riguarda il
possibile momento migliore per andare ad insidiare le marmorate. Come
ben saprete, ogni predatore che si rispetti ha dei momenti in cui parte in
caccia per riempirsi il” pancino”, questi episodi vengono definiti
“finestre di attivita predatoria”, ebbene, anche la marmorata non è esente
da questo bisogno organico e perciò, se avremo la fortuna di assistere in
diretta ad una bella “cacciata”, segniamoci mentalmente l’orario perché
sarà più facile intercettarla il giorno dopo e tentarne la cattura. Ricordatevi
che i posti buoni da marmorate, sono come quelli dei funghi, se ne catturate
una, poco tempo dopo ne troverete un’altra! La nostra trota ha molteplici
tane, quella principale, e quelle secondarie che sono dei veri e propri
appostamenti di caccia. Tutto
ciò le permette di usufruire di un vasto territorio di caccia (un pesce di
qualche chilo, domina alcuni chilometri di torrente) in modo da poter trovare
prede a volontà per il suo fabbisogno alimentare e proteico. Il periodo stagionale migliore per insidiarle con successo, comincia in linea di massima con l’avvento della primavera, per poi protrarsi con alti e bassi per tutto l’anno. Ma poi dipende da tanti fattori trovare le marmorate in caccia; ci sono anni in cui l’acqua di neve la fa da padrone e non batti chiodo neanche a pregare! Arriva
agosto con le sue calde e assolate giornate, e non si direbbe mai che sia un
periodo buono per catturare le signore tigrate, ma è oramai da tre anni a
questa parte che le catture migliori le faccio proprio in quel periodo! Comunque,
sia quel che sia, una cosa è certa: se vi riuscirà di sentire la botta
tremenda, quasi brutale che la trota marmorata sa assestare alle vostre esche,
se vi riuscirà dopo un entusiasmante combattimento portare a riva uno di questi
splendidi esemplari, allora sono sicuro che anche voi come me, vi innamorerete
di questo stupendo, fantomatico, intrigante predatore e ne resterete ammaliati
per tutta la vita. Ma come potrebbe non essere cosi? Lei
è la regina, la regina del fiume ... ma ricordatevi di rispettarla e
rilasciarla con cura! Ed
ora come di consueto, buona p... ermanenza sul nostro sito! Scuri
Giambattista giambattista.gs
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