TECNICA |
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"Tecnica" - IL PITCHING Premessa: Cosa
significa questa parola strana? Non si tratta altro che di un altro termine
d’importazione americana; il Pitching non è altro che una
tecnica medio pesante di lancio a breve - media distanza, spesso
confusa con il Flipping (vedi articolo sul sito), mentre lo Skipping
(vedi articolo sul sito) è una speciale tecnica di presentazione a saltelli
dell’esca, e lo Jigging è una variante di recupero verticale ed a
saliscendi dopo magari aver lanciato con qualcuna di queste tecniche,
utilizzando come esca appunto gli Jigs come esca. Il
Pitching: Rispetto
al Flipping si mette in atto quando l’acqua è meno velata e più
chiara e gli ostacoli sulla sponda o in acqua sono più radi e
perciò necessitano di una presentazione che ci veda più distanti dal
luogo in cui poseremo la nostra esca, pena l’avvistamento da parte del
pesce. Rispetto
al Flipping poi si differenzia per alcune opportunità in più: 1)
La possibilità
di effettuare lanci più lunghi, diciamo dai 5 - 7 metri ai 15 -
20 metri per i più bravi, anche se diciamo subito che
l’efficacia di tale tecnica è inversamente proporzionale alla distanza. La
distanza serve solamente per non farci scorgere dal pesce è pertanto ovvio
che cercheremo sempre di ridurla il più possibile; 2)
La
possibilità di mantenere l’esca parallela all’acqua, che viaggia a
pochi centimetri dalla superficie per tutto il tragitto del lancio
permettendoci così di entrare anche nei tunnel di vegetazione, come quelli
formati dai cespugli che cadono in acqua e soprattutto di effettuare una
posa delicatissima e molto naturale. Avete
perciò capito che è imprescindibile imparare entrambe le tecniche di lancio,
perché Pitching e Flipping si
compensano fra di loro. Girovagando
lentamente con la barca parallelamente alla sponda di un fiume o di un lago, ci
troveremo di fronte a situazioni che ci indurranno ad impiegare l’una
o l’altra tecnica a seconda della conformazione della sponda e degli
ostacoli che incontreremo. Se
potremo avvicinarci allora lanceremo a Flipping, se dovremo stare un po’ più
lontani, a Pitching. Per
spiegare ancor meglio il discorso possiamo dire che in presenza di acque
torbide e parecchi ostacoli in acqua possiamo avvicinarci molto ed
utilizzeremo l’attrezzatura da Flipping ed il relativo lancio, mentre
in presenza di acque più chiare ed ostacoli radi ed isolati, un lancio
a Pitching, magari effettuato con un’attrezzatura un po’ più
leggera, sarà senz’altro più indicato perché ci consentirà di rimanere
più lontano dall’obiettivo. Per
questi motivi si parla di strategia di pesca, il pescatore accorto dovrà
rapidamente mettere in atto questi ragionamenti ed adattarvisi rapidamente. E’
possibile praticare questo tipo di lancio anche da riva, anzi direi che è una
delle tecniche più usate assieme al Flipping, nel cercare i pesci nascosti
nelle sponde più rialzate ed infiascate; è sicuramente impossibile
praticarla dal Belly Boat (ciambellone) perché si è troppo bassi
rispetto alla superficie acquatica. Il
non plus ultra si ottiene praticandola dalla barca,
senza ostacoli dietro di noi e da una posizione rialzata rispetto la
superficie dell’acqua, come permette lo stare in piedi in una barca
appositamente gavonata per la pesca. Si
è rivelata negli anni una tecnica efficacissima per insidiare il pesce negli
ambienti di cui sopra quali radi canneti, piccoli gruppi di ninfee,
isolati tronchi parzialmente sommersi… è impiegata con successo dagli
agonisti nelle varie competizioni per insidiare il pesce in agguato in
queste strutture. La
stagione ideale per praticarla, se ci riferiamo ai Bass, va dalla tarda
primavera all’autunno anche se sporadiche catture si possono effettuare
tutto l’anno. Ovviamente
possiamo praticarla con le canne ed i mulinelli che possediamo, anche se
l’ideale, se diamo retta ai maestri americani, bisognerebbe utilizzare
un’apposita canna monopezzo da casting medium heavy dai 7,0 ai
7,6 piedi (dai 214 ai 230 cm.), magari con il primo pezzo vicino al
calcio, rientrante, per agevolarne il trasporto. La potenza andrà scelta da
un minimo di 3/8 di oncia (10,5 grammi) ad un massimo di 2 once (56
grammi). Queste specifiche canne, hanno un’azione molto rigida e di punta; prendendole in mano per la prima volta, si ha l’impressione di avere fra qualcosa di davvero robusto! Potrà sembrarci un’attrezzatura eccessiva se proveniamo da altre tecniche, ma posso assicurarvi che estrarre di forza un bass sui due kg. ed oltre dalla sua tana è un’impresa tutt’altro che facile e per non perderlo bisogna forzarlo e portarlo nel minor tempo possibile a lottare in acque aperte. La tecnica del Pitching é da considerarsi medio - pesante poiché richiede per aver ragione dei pesci spesso rintanati fra gli ostacoli, di un’attrezzatura robusta in ogni particolare. Se non siamo agonisti, ovviamente la canna da Pitching e da Flipping sarà la stessa e verrà acquistata più o meno potente in base alla taglia media dei pesci che andremo ad insidiare ed agli ostacoli presenti nei nostri luoghi di pesca abituali. Il
mulinello da abbinare sarà ovviamente da casting e possibilmente con il
bottone “Flipping” che permette di far scendere con facilità il filo
durante la pesca a ridosso degli ostacoli e una volta percepita l’abboccata,
consente una ferrata immediata, molto superiore alla sola azione manuale. In
questi modelli, non c’è bisogno di ricorrere alla manovella del
mulinello, ci basta solamente rilasciare il pollice e la bobina si blocca
di colpo. L’altra
funzione del bottone flipping è quella di lasciare libera la bobina di
ruotare sul proprio asse, durante il lancio, solamente seguendo il peso
dell’esca, ma questa funzione è sicuramente molto più importante nel
lancio a Pitching poiché abbiamo bisogno di arrivare più lontano. Una
volta inserito il bottone Flipping, spingendolo verso l’alto, posto sopra al
carter del mulinello, ci basterà tener premuta la leva di sblocco per
liberare la bobina e far scendere la nostra esca verso il fondo. Appena
avvertiremo un segnale di abboccata, ci basterà rilasciare la leva e la
bobina si bloccherà istantaneamente. Potremo
quindi imprimere la ferrata in modo molto più veloce senza
preoccuparsi di dover azionare la manovella manualmente per ottenere la
chiusura e poter iniziare il recupero. L’utilità di tale bottone è solamente limitata a queste specifiche occasioni, ma vi assicuro che è molto utile. Possiamo
praticare la tecnica del Pitching anche con i mulinelli da spinning,
con la differenza che l’azione di pesca complessiva risulterà più lenta
dovendo ogni volta aprire e chiudere l’archetto del mulinello e che la posa
in acqua risulterà più rumorosa. Il
maggior tempo impiegato ad aprire e chiudere l’archetto non è un grosso
problema pescando per diletto, lo diventa pescando durante le competizioni
poiché il nemico principale è sicuramente il tempo a disposizione. A
livello teorico più lanci e più presentazioni dell’esca si riescono a fare
più abboccate si avvertono e più pesci si prendono… aggiungiamoci poi la
maggiore silenziosità di presentazione in acqua dell’esca ed ecco spiegato
perché gli agonisti con questa tecnica impiegano esclusivamente i
mulinelli rotanti e l’attrezzatura da casting. Le prime volte che si osserva un pescatore usare questa tecnica, ci sembra che effettui movimenti ripetitivi e monotoni. Se non vediamo effettuare catture su catture ci pare persino poco efficace; è invece un sistema formidabile per pescare in velocità, lanciando e recuperando decine di volte riuscendo ad indurre all’abbocco gli esemplari migliori. Se
escludiamo il Flipping, che è da considerare una tecnica affine,
nessun’altra riesce a tanto, poiché sono le uniche in grado di far arrivare
l’esca a diretto contatto di avversari magari immobili nelle loro tane e non
disposti a risalire o spostarsi per ghermire altri tipi di esche. E’
una tecnica medio pesante, si effettua lanciando esche voluminose quali Jig
& Pig (trailer di cotenna di maiale), Jig & Craw (trailer
con gambero siliconico), Jig & Lizard (trailer con salamandra in
gomma) o Jig & Grub (trailer con worms a coda singola o doppia). La lunghezza degli
artificiali impiegati, per quanto riguarda il Bass, vanno dai 3 ai 6
pollici, dando la preferenza all’universale 4” –
4” e ½ Le
esche da impiegarsi, oltre agli Jigs, sono principalmente quelle
siliconiche dai grub e dai worms con particolare predilezione
per quelli a coda diritta, lunghi dai 6 ai 9 pollici, soprattutto nei colori
nero o comunque scuri oppure altre esche in gomma a corpo compatto per
poterle facilmente inserire nel cuore delle strutture. Da
non dimenticare poi le salamandre (Lizard), i gamberi e gli adescanti skirted
grub single e double tail, innescati con amo singolo e piombatura in testa
(magari Stand Up Jighead della Chompers, che permettono di mantenere fermo
l’artificiale sul fondo, con l’amo rivolto all’insù). In
acque basse a Pitching trovo poi efficace anche la piombatura Modena Rig (vedi
articoli sul sito), perché mantiene la piombatura ferma sull’esca facendo
così planare verso il fondo l’esca mantenendo sempre l’amo nella giusta
posizione. Per
ultimi ma non meno importanti con questa tecnica, i Tube Jig (che sono
già stati ampiamente trattati in un apposito articolo). Possiamo però aggiungere per non dilungarci all’infinito che è possibile impiegare a Pitching qualsiasi artificiale munito di protezione antialga, popper, cranckbait e spinnerbait compresi. Il
monofilo da impiegare, andrà scelto in relazione ai pesci ed alla consistenza
degli ostacoli presenti, io preferisco impiegare diametri che vanno dallo 0,35
per la pesca nei canneti fino ad arrivare allo 0,50 per la pesca in
mezzo agli alberi sommersi. Non mi piace molto il trecciato, anche se con acque opache si può sicuramente impiegare, personalmente preferisco usare il monofilo perché ha una riserva di elasticità che può far comodo durante i recuperi forzati, per impedire al pesce di strappare o di slamarsi. Molto valido ritengo invece sia il fluorocarbon perché permette di sfruttare le sue doti di affondamento e di resistenza allo sfregamento. La sua indiscussa invisibilità ci permette poi di impiegare diametri maggiori che ci daranno maggiori garanzia di tenuta in caso di auspicabile lotta con grossi esemplari. L’azione
di pesca, il lancio a Pitching: Si guarda innanzi tutto verso la sponda e si sceglie la zona dove si presume possano esserci in agguato i predatori e dove pertanto lanciare la nostra esca. Individuata la zona ci si avvicina lentamente l’ideale dicevamo fino a circa 7 o 8 metri, mentre nei casi di alta visibilità si deve rimanere distanti anche 15 metri ed oltre; l’esatta distanza si valuta in base al grado di torbidezza ed opacità dell’acqua o alla vegetazione più o meno fitta che ci troviamo davanti e che ci nasconde più o meno agli occhi del nostro predatore. Se la trasparenza dell’acqua è cristallina ed il pesce è a galla o a mezz’acqua è preferibile ricorrere a lanci laterali poiché permettono presentazioni dell’esca da distanze maggiori. Il mulinello andrà
preventivamente tarato in questo modo: A)
Freno meccanico tutto aperto. B)
Freno magnetico o centrifugo: tutto aperto o tarato al minimo. Abbiamo
bisogno di tenere la bobina più libera possibile per favorire il lancio di
esche leggere ed effettuare pose delicate. C)
Se disponibile inseriamo il pulsante del Flipping. 1)
Impugnando
la canna con la mano destra (sinistra per i mancini), stando in piedi,
teniamola a quarantacinque gradi verso l’alto. Con il pollice leggermente
premuto sulla bobina aperta o a pulsante flipping inserito, premendo la leva
di sblocco, sfiliamo lenza dal mulinello fino a farla arrivare nella mano
sinistra; 2)
Portiamo
leggermente in avanti il piede destro poiché dovrà reggere il nostro peso
durante il lancio. 3)
Abbassiamo
la canna e portiamo l’esca all’indietro dietro alla gamba sinistra. La
mano sinistra che trattiene l’esca dovrà rilasciarla dolcemente al momento
del lancio sottovetta. 4)
Sollevando
rapidamente la canna, portando il braccio destro verso l’alto e compiendo
una torsione del polso in senso antiorario in modo da portare fuori
traiettoria la manovella del mulinello dal filo che proviene dalla mano
sinistra, si lancia l’esca verso il punto stabilito. 5)
La canna
viene proiettata in avanti dal braccio destro che si tende e la punta è
indirizzata verso il punto di arrivo dell’esca. Mentre il filo che avevamo
in mano si tende verso la punta della canna, premiamo con il pollice sulla
leva di sblocco e lasciamo che l’esca fili via parallela all’acqua in
direzione del punto di impatto con la superficie acquatica. 6)
La
bobina libera del mulinello, sospinta solamente dal peso dell’esca, ruota
portando l’esca verso l’obiettivo di lancio. Prima che vi sopraggiunga,
rilasciamo lentamente il pollice dalla leva di sblocco (se il nostro mulinello
possiede il pulsante Flipping), oppure il pollice frena la bobina premendo
gradatamente sulla stessa in modo da ottenere una posa dell’artificiale
delicata e silenziosa. Se l’azione è stata eseguita in modo fluido e
costante, senza strappi, noterete che non si sono formate parrucche. Quando
saremo padroni della tecnica, non sarà più necessario prendere l’esca
in mano con la sinistra, ci basterà portarla all’indietro verso il
nostro fianco sinistro e con un movimento di canna e farla ripartire con il
lancio. Solamente così riusciremo a dare velocità e continuità all’azione
di pesca, ma ci si arriverà strada facendo. Le indicazioni di cui sopra
servono ovviamente per mentalizzare i corretti movimenti. La
funzione del mulinello: L’azione
del mulinello nel Pitching , durante il lancio, comincia davvero a diventare
importante ecco perché la taratura dello stesso diventa una cosa da fare
con molta attenzione e precisione. Parlando
di distanze di lancio dai sette ai venti metri, sarà oltremodo
importante tutto l’insieme dei movimenti da compiere, con particolare
attenzione alla fase di frenatura finale dell’esca per evitare che
possa arrivare in acqua con fragore. Il
mulinello andrà poi oliato spesso utilizzando oli fluidi ed a bassa
viscosità, per riuscire a sfruttare tutte le sue qualità ed aumentare le
gittate di lancio. Nel
corretto lancio a Pitching la lenza che porta l’esca deve scorrere sempre
tesa e parallela all’acqua senza inalberarsi verso l’alto nella fase
finale. Perché
ciò avvenga è necessario un allenamento specifico da parte nostra per
rendere famigliari e meccanici movimenti che abituati al lancio con le canne
da spinning, abituali non sono. L’importanza
della delicatezza di posa: E’
una delle cose che io ritengo più importanti nella pesca a lancio, più
importante dell’esca che si sta impiegando! Stiamo
pescando relativamente vicini al pesce, in vicinanza o direttamente sulle loro
tane, insospettirli con un lancio rumoroso significa semplicemente farli
fuggire a “pinne” levate oppure a rifiutare anche le banconote da mille
euro. Ecco
perché consiglio per questa tecnica l’attrezzatura da casting
correttamente applicata. Con
i mulinelli da spinning tale azione, si può cercare di imitarla
chiudendo l’archetto alcuni istanti prima che l’artificiale tocchi
l’acqua ed agendo nello stesso tempo di canna, portandola all’indietro
fino a far tendere la lenza un attimo prima della caduta in acqua dell’esca. Dopo
il necessario tirocinio, riusciremo a far “pattinare” leggermente sulla
superficie dell’acqua il nostro artificiale, anche pesante, nel miglior modo
possibile, facendolo entrare in acqua molto più silenziosamente,
rispetto al lasciare cadere l’esca in acqua senza alcun nostro intervento
(come purtroppo vedo fare da tanti neo lanciatori). Eviteremo
di allarmare maggiormente il pesce, costringendolo a fughe precipitose e
facendolo rintanare nei meandri più intricati del suo rifugio, a tutto
beneficio dei risultati complessivi della battuta di pesca. Queste
indispensabili precauzioni, andranno ovviamente curate maggiormente, nei posti
dove la presenza di altri pescatori è più massiccia ed il pesce è più
smaliziato. Ricordiamoci
comunque che con una buona posa in acqua, siamo già al 50% dell’opera,
anche se avvertiremo l’abboccata solamente in prossimità del fondo. Anche
quest’ultimo caso, infatti, ci darà conferma che il pesce non è stato
spaventato, rimanendo in zona e disponibile all’abbocco. L’azione
di pesca: La tecnica di recupero sarà la stessa adottata nel Flipping, anche se la maggior distanza amplierà anche la fase di recupero orizzontale oltre a quella di saliscendi, aumentando in tal modo le possibilità di attacco da parte del predatore. Agendo
nell’acqua più chiara, diventano indispensabili un buon paio di lenti
polarizzate perché qui non solo si dovrà badare al filo che può partire
repentinamente verso il fondo o di lato, ma spesso si vedrà il pesce
avvicinarsi all’esca, aspirarla e ritornare verso la tana. Quando
la prima volta si assiste ad una simile scena da parte di un grosso esemplare,
l’adrenalina del vero appassionato sale a mille, pronta ad esplodere nel
momento della ferrata. E’ una sensazione davvero bella, anche superiore a quella provocata dall’abboccata del pesce ad un’esca galleggiante; il grosso pesce si materializza dal blu come un fantasma ed altrettanto rapidamente si gira andandosene, dandoci l’impressione, soprattutto nelle giornate di scarsa attività, di stare sognando!
Vi
rimando poi a quanto già scritto sull’articolo relativo al lancio a
Flipping per approfondire l’argomento. Conclusioni: I
vantaggi nel corretto apprendimento di quest’indispensabile tecnica -
tattica di lancio sono talmente evidenti che si misurano in maggiore
quantità e qualità di catture; ne consegue che vengono ripagati ampiamente
tutti gli sforzi compiuti nell’apprenderla. Varrà
la pena che vi alleniate su un prato o nel cortile di casa per migliorare la
precisione di lancio e la delicatezza di posa. Vi
potrà essere utile mettere un coperchio circolare di plastica sul terreno per
lanciarci sopra, prima a distanza ravvicinata e poi man mano sempre più
distanti, fino ad arrivare alla massima distanza possibile mantenendo il
lancio parallelo a terra. L’esercizio
apparentemente banale, serve invece a prendere dimestichezza con
l’attrezzatura da casting e regolare gli automatismi di lancio trovandovi già
ben allenati durante le vere battute di pesca. La
precisione del lancio
sarà intuita quando nessun lancio cadrà al di fuori del cerchio posato a
terra (possiamo poi diminuire i diametri dei cerchi impiegati, usando ad
esempio coperchi di differenti contenitori di plastica). La posa dell’artificiale in acqua invece sarà migliorata man mano che riusciremo a frenare correttamente l’esca, utilizzando al meglio il pollice che frena sulla bobina del mulinello. Il rumore che l’esca produce durante l’impatto sul coperchio (o sul terreno), dovrà avvertirsi sempre meno, man mano che prendiamo confidenza con questa tecnica e riusciamo a farla nostra. Se avete dubbi scrivetemi all'indirizzo mail che trovate in Home Page, sarò lieto di approfondire con voi particolari aspetti sull'argomento. Ciao
a tutti e buona p... permanenza sul ns. sito ! Loris
Ferrari
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