TECNICA

 

 

 

 

“Tecnica” – Lo Skipping

 

 

Testo e foto di Loris Ferrari - Dicembre 05

 

 

Lo Skipping :

 

Lo skipping non è altro che un ottimo sistema di presentare in modo adescante e silenzioso la nostra esca con una presentazione a saltelli ripetuti in successione dall’esca fin dentro al cuore degli ostacoli.

 

E’ una tecnica nata negli anni settanta negli Stati Uniti e ben presto adottata dagli agonisti quando serve loro lanciare l’esca in spazi stretti ed infrascati magari dentro ad hot spot in ombra creata anche da ostacoli bassi e radenti la superficie acquatica.

 

Immagino conosciate tutti la possibilità di lanciare un sasso arrotondato e piatto con un movimento laterale repentino del braccio sulla superficie di un placido fiume o lago dalla superficie piatta.

 

Se ben eseguito questa manovra produrrà una serie di saltelli del sasso sulla superficie liquida.

 

Immagino che da ragazzini ognuno di noi si sia prodotto in gare con amici o con il proprio padre, per verificare chi riusciva a lanciare producendo i maggiori saltelli sull’acqua prima che il sasso si inabissi; lo skip casting o in gergo skipping come tecnica assomiglia proprio a questo modo di lanciare il sasso nell’acqua.

 

Non è un sistema difficile da imparare, ma richiede inizialmente un discreto tirocinio pratico.

 

Consiste nell’eseguire un rapido lancio laterale riuscendo a far pattinare e saltellare la nostra esca sulla superficie dell’acqua, da circa un metro dalla posizione prescelta fin dentro all’ostacolo prescelto.

 

Serve per far giungere l’esca possibilmente a corpo compatto,  in posti altrimenti davvero difficili da raggiungere, come ad esempio sotto ai cespugli radenti l’acqua che a volte formano vere e proprie gallerie vegetali, sotto ai pontili di legno, nell’intrico dei rami degli alberi e dei fitti canneti che sporgono sulla sponda…

 

Ovviamente l’esca dovrà possedere un buon sistema antialga per evitare di perdere l’artificiale ed allarmare il pesce che predilige queste postazioni proprio per la loro quasi assoluta inviolabilità.

 

Lo sforzo da noi compiuto per imparare correttamente questo tipo di presentazione dell’esca, verrà ampiamente ricompensato da catture di grossi esemplari che avevano eletto quel posto a loro tana; ci sorprenderà la loro netta abboccata spesso appena l’esca entra in acqua proprio dovuta alla tranquillità di abboccare ad un “qualcosa” entrata in un rifugio creduto a fino a quel momento, assolutamente inviolabile.

 

La cosa poi che dovremo ricordarci sarà quella che la stessa postazione, dopo pochi giorni, verrà presto occupata da un altro grosso esemplare e la bella cattura potrà persino ripetersi.

 

L’attrezzatura occorrente:

 

A differenza del Flipping e del Pitching che preferiscono le canne da casting, con lo skip casting è di gran lunga preferibile l’attrezzatura da spinning.

 

Non che con il casting sia impossibile questo tipo di lancio, soprattutto dalla barca o dal belly è certamente possibile eseguirlo. Ma La canna da spinning è sicuramente più versatile per lanci a scatti e rilasci repentini come occorre per eseguire bene questo tipo di lancio.

 

L’altro requisito che occorre, per eseguire bene questa tecnica è di essere vicini alla superficie dell’acqua, più si è vicini e più si è avvantaggiati, proprio come se dovessimo tirare il famoso sasso piatto.

 

Se peschiamo dalla barca o da riva in piedi, potremo magari  inginocchiarci o comunque piegarci in avanti, se siamo in belly boat saremo già nella condizione ideale di eseguirlo, poiché nel lancio laterale avremo già la canna alcune decine di centimetri parallela alla superficie dell’acqua.

 

Le esche:

 

Le esche ideali per riuscire bene in questo tipo di lancio sono molteplici; a livello generale possiamo dire che quasi tutte quelle leggere e compatte vanno bene.

 

Diciamo per darvi alcune indicazioni che ottimi risultano i tubes, i Jigs, i worm siliconici a coda diritta (stickbait, paddle tail…), senza dimenticare le ranette in gomma, le salamandre, i craw e le creatures in genere.

 

 

 

 

 

 

La piombatura sarà ridotta al minimo, soprattutto lanciando in ambienti di accertata bassa profondità.

 

Io mi trovo molto bene con il sistema Modena Rig (vedi articoli sul sito), perché è una piombatura che non si muove durante il lancio e non produce eccessivo rumore quando entra in acqua.

 

 

 

 

 

Non preoccupatevi però troppo perché una volta appresa la tecnica vedrete che riuscirete a far “saltellare o skippare” praticamente di tutto.

 

Ovviamente l’esca impiegata dovrà possedere un buon sistema antialga per evitare di perdere l’artificiale ed allarmare il pesce che predilige queste postazioni proprio per la loro quasi assoluta inviolabilità.

 

Ecco perché la parte del leone la fanno le esche siliconiche ed i Jigs gli unici in grado davvero di esplorare anche i luoghi più nascosti e passare quasi sempre indenni in mezzo a quasi tutti i tipi di ostacoli.

 

Le fasi di lancio:

 

Il lancio si esegue seguendo queste fasi:

 

1)     traguardiamo l’obiettivo su cui fare arrivare l’esca, distante preferibilmente una decina di metri dalla nostra posizione

 

2)     Tenere una cinquantina di centimetri fra l’esca ed il cimino della canna

 

3)     Cominciare ad oscillare lentamente avanti ed indietro l’esca, almeno un paio di volte, con movimenti sempre più ampi e fluidi del braccio e del polso

 

4)     Quando l’esca si trova dietro di noi e ci sentiamo pronti, facciamo partire l’esca velocemente in avanti dando un colpo secco con la canna e compiendo una parziale rotazione in senso orario dell’avambraccio e del polso, in modo da rasentare ancora di più la superficie acquatica.

 

5)     Questa accelerazione farà partire a tutta velocità l’esca parallela all’acqua, mentre la mezza rotazione contribuirà a far arrivare l’esca in acqua con forza producendo il primo saltello sulla superficie, seguito da tanti altri in rapida successione.

 

6)     Se il lancio è stato ben eseguito, dopo la serie di pattinamenti, di rimbalzi e di saltelli, l’esca giungerà proprio nel cuore del nostro obiettivo. Se invece ci accorgiamo che la forza di inerzia è ancora tanta, potremo sempre correggere il lancio frenando con il dito indice della mano che regge il mulinello sulla bobina, limitando la fuoriuscita delle spire.

 

Il lancio bene eseguito si manifesta con un’entrata in acqua dell’esca dolce e naturale, quasi fosse quello di un insetto o di un animaletto che dopo un tentativo di spiccare il volo, s’inabissa in acqua.

 

Se l’abboccata non avviene nelle primissime fasi di caduta dell’esca, dovremo continuare il recupero a saliscendi dell’esca, magari con la tecnica del Flipping già illustrata in un altro articolo.

 

La tecnica sopra indicata è da preferirsi soprattutto nei mesi estivi quando il pesce è attivo ma ama sostare immobile all’ombra negli angoli più riparati in attesa del tramonto o che passi da quelle parti un’incauta preda. Non è una tecnica da eseguire sempre, la si mette in pratica durante una battuta quando ci si trova davanti agli occhi le giuste condizioni per praticarla.

 

Non produce miracoli ma permette di avere abboccate anche in giornate assolutamente avare ed apparentemente infruttuose.

 

L’altro aspetto da sottolineare è che non importa quanto fondale ci sia sotto all’ostacolo, spesso si avvertono abboccate anche lanciando attaccato alla sponda in pochi centimetri d’acqua di profondità.

 

E’ sufficiente che ci siano dieci centimetri quadrati di vegetazione in acqua che producano un’ombra per nascondere e riparare la testa (dando sollievo agli occhi), di un grosso bass.

 

A volte scrutando le sponde con gli occhiali polarizzati, abbiamo la fortuna di avvistare una grossa ombra di pesce seminascosta dalla vegetazione; un lancio a skip casting nelle immediate vicinanze gli fa spesso perdere il lume della ragione… a buon intenditor…

 

Conclusioni :

 

Se vorrete iniziare a praticare questa tecnica di lancio, vi consiglio ancora una volta, di partire pescando in acque limpide.

 

Solamente dopo che l’avrete fatta diventare “vostra”, ovvero quando acquisirete la padronanza necessaria per lanciare anche “alla cieca”, ovvero senza pensare ai necessari movimenti da effettuare, potrete dire di averla acquisita bene.

 

Il lancio dovrà essere eseguito guardando solamente l’obiettivo da raggiungere e preoccupandosi della corretta posa finale in acqua.

 

Tantissime volte mi è capitato di ferrare, pescando in acque limpide, solamente vedendo sparire l’esca in bocca al pesce…tantissime altre, soprattutto agli inizi, il pesce se né andato risputando l’esca senza darmi modo di reagire e lasciandomi sulla riva ad imprecare per l’occasione mancata.

 

Imparare ad usare bene questa tecnica made in usa, ci darà una possibilità in più, facendoci agire meglio anche utilizzando altre esche.

 

Da questa maturazione, ne trarremo giovamento sia in termini di maggior divertimento che realizzando maggiori catture, da immortalare con i nostri obiettivi.

 

Ricordiamoci sempre che il Bass in quasi tutte le acque d’Italia, sta purtroppo subendo una drastica riduzione; il loro rilascio dopo la foto di rito, diventa quindi quasi obbligatorio se vorremo sperare di incontrarli di nuovo in futuro.

 

Rimango naturalmente a vostra disposizione per approfondire ulteriori aspetti di vostro interesse. Potrete scrivermi via mail utilizzando l’indirizzo che trovate nell’Home Page.

 

Ciao a tutti e buona p... permanenza sul ns. sito !

 

Loris Ferrari

  Black Bass & Co
|Home | | Indice per argomento | | Indice per autore |