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Attrezzatura e Pesca della trota in torrente
Testo e foto di Luca Montanari
La pesca alla trota in torrente è
considerata unalternativa scomoda per il pescatore a spinning di pianura, abituato a
pescare bass e lucci nelle acque del piano e spesso a pochi chilometri da casa, dove si
possono catturare pesci di diversi chilogrammi senza necessariamente percorrere lunghe
distanze e affrontare impervi sentieri. Personalmente
amo la pesca dei grandi predatori di pianura, ma ormai sono 8 anni che dedico molte delle
mie uscite alla fario dei torrenti appenninici, pescando a mosca, al tocco e soprattutto a
spinning. Ed è proprio questultima tecnica quella che preferisco, forse per la
possibilità di selezionare la taglia delle catture, forse per la spettacolarità dellazione
di pesca, dallattacco in diretta alla dura lotta della grossa trota,... non so
perché, ma ritengo che sia una delle tecniche più affascinanti e impegnative per il
pescatore sportivo. La trota di torrente non è un pesce particolarmente smaliziato e
diffidente verso le esche che gli vengono proposte, ma è assolutamente uno dei più
timorosi e sospettosi nei confronti delluomo. Si può pescare con lenze sottilissime
e la migliore delle esche disponibili, ma se ha avvertito lavvicinarsi del pescatore
la fario difficilmente attaccherà con convinzione, specialmente se di grossa taglia. Una
buona attrezzatura è molto importante, ma lo è molto di più il modo di affrontare la
limpidezza del torrente senza farsi scorgere dal salmonide. Ho qui comunque descritto
quello che serve al pescatore a spinning che non ha mai affrontato il torrente e desidera
rubare un po di tempo a bass, lucci, lucioperca e siluri per provare qualcosa di
nuovo senza incappare in un cappotto demoralizzante!! CANNA: E
probabilmente lattrezzo più importante e va scelto con cura e senza fretta. Nei
negozi sono disponibili tantissime canne da spinning definite da trota perché
corte e leggere, ma che purtroppo si rivelano inutili giunti sul torrente. Innanzi tutto
una canna da torrente non deve essere necessariamente corta, ma deve essere scelta
in base ai luoghi dove intendiamo recarci. Le lunghezze più utilizzate vanno dalle corte
5' (circa 1,50m) per i microtorrenti infrascati fino alle 8' (circa 2,40m) per i torrenti
di fondovalle più ampi e per i bacini idroelettrici che talvolta interrompono il normale
corso del torrente. Per iniziare conviene scegliere un attrezzo sui 6' - 7' (circa 1,80m -
2,10m) in quanto ci permetterà di affrontare al meglio buona parte delle situazioni. Una
canna molto corta ha il vantaggio di essere più maneggevole e pratica nei piccoli
torrenti con fitta vegetazione, è relativamente meno visibile ai pesci e garantisce una
ferrata più pronta mentre una canna più lunga permette di raggiungere distanze maggiori
nel lancio, permette un miglior controllo dellartificiale e facilita il recupero del
pesce. In estate, in particolare, molti pescatori affrontano il torrente di fondovalle con
canne da ultraleggero di 5' - 6', ma ciò è in parte sbagliato: se è vero che quando cè
meno acqua si utilizzano più di frequente piccoli artificiali di 1 - 4 g, è anche vero
che una canna più lunga, diciamo sui 7' - 7'6" (ma di potenza adeguata alle esche),
ci permette di far lavorare lesca dove vogliamo noi, riuscendo a farle fare lo
slalom tra i sassi affioranti che in primavera sono sottacqua e portarla nelle
posizioni più interessanti, oltre che facilitare il recupero della trota e permetterci di
lanciare a maggiore distanza i piccoli artificiali.
Molta
confusione si è fatta sullazione, sulla rapidità e sulla potenza della canna da
spinning alla trota e non è per niente facile descrivere a parole le caratteristiche che
deve avere un buon attrezzo. Essenzialmente la canna ideale è ad azione
parabolico-progressiva e sensibilmente rapida: ciò significa che recuperando un esca
media (per esempio un Martin da 6 g) controcorrente non deve piegarsi eccessivamente, ma
mantenere una buona dose di sensibilità e potenza affinché si possa avvertire la toccata
e ferrare energicamente. Diciamo che una canna lenta (morbida) permette un miglior
controllo del pesce allamato, ma penalizza sensibilmente la ferrata, che giunge al pesce
in ritardo e con poca potenza, e garantisce una scarsa riserva di potenza nella lotta
contro un grosso pesce mentre una canna rapida (più rigida) penalizza in parte il
controllo sul recupero dei pesci di piccola taglia, ma favorisce di molto la ferrata, che
giunge alla trota tempestivamente e con potenza, e garantisce unazione che permette
di stancare il grosso salmonide e impedirgli di andare dove desidera nella lotta. La
potenza deve essere comunque adeguata alle esche utilizzate e spesso la grammatura di
lancio indicata non rappresenta il reale campo di utilizzo. In linea di massima, molte
canne recano impressa una fascia di grammature che è generalmente il doppio di quella
realmente utilizzabile in torrente (come azione di pesca, non come lanciabilità): per
esempio una canna con impressa la fascia 10 - 30 g sarà quasi sicuramente
adatta al lancio a lunga distanza di esche tra i 10 e i 30 g, ma si rivelerà
probabilmente utile nel recupero di esche tra i 5 e i 15 g circa, in quanto chi calcola il
campo si basa unicamente sul lancio e non tiene conto del tipo di esca utilizzata e del
suo comportamento in corrente. Una canna del genere darà quindi il massimo con esche dai
10 ai 15 g: esche più piccole saranno lanciate a distanza minore e quelle più grandi
offriranno troppa resistenza nel recupero controcorrente. Sul mercato si possono trovare
attrezzi economici in fibra di vetro del costo di 20 - 30 ? fino alle canne in grafite ad
altissimo modulo con prezzi di 150 - 400 ?: per iniziare non occorre comprare un attrezzo
costoso, specifico e estremamente delicato per pescare in torrente, dove è teoricamente
possibile cadere spesso se non si è abituati a camminare sui sassi e guadare un fiume,
tuttavia conviene spendere qualcosa di più di 50 ? per avere un attrezzo con le
caratteristiche sopracitate. Nella
scelta si dimostrano molto importanti anche due particolari come il portamulinello,
che va scelto resistente, in un buon materiale inossidabile, comodo e preferibilmente del
tipo a vite, e gli anelli scorrifilo che, per garantire una lunga vita alla lenza,
è preferibile scegliere tra i modelli realizzati in carburo di silicio (SiC) o a base di
titanio. Questi ci permetteranno inoltre di utilizzare fili fusi o trecciati, senza che
questi scalfiscano gli stessi anelli. Limpugnatura può essere più o meno lunga, in
sughero o in neoprene, con elementi in metallo, legno, grafite o plastica, ma queste sono
scelte personali e non influenzano lazione di pesca. Può tornare utile un piccolo
anello di metallo poco sopra limpugnatura dove poter agganciare lartificiale
durante gli spostamenti. MULINELLO: Un
buon mulinello deve essere necessariamente robusto, affidabile e garantire un
imbobinamento del filo perfetto, senza causare fastidiose parrucche e torcere su se
stesso il filo nel recupero. Ottime caratteristiche sono limbobinamento a spire
incrociate, il rullino scorrifilo anti-abrasione, con piccolo canale e diametro superiore,
la presenza di numerosi cuscinetti a sfere e a rulli di ottima qualità e lanti-ritorno
infinito.
Molti
sostengono che il mulinello per la pesca a spinning in torrente deve essere
necessariamente velocissimo (70 - 80 cm di filo per giro di manovella), il mio parere è
differente. Pescando la fario in torrente ho evidenziato una forte tendenza della trota a
non allontanarsi mai troppo dalla sua tana, dalla sua posizione, sia per inseguire una
preda trascinata dalla corrente che per scacciare un intruso (come un altro pesce) e specialmente una grossa fario non si allontanerà
mai troppo per inseguire unesca, soprattutto se questa si muove a forte velocità.
Oltretutto lunica occasione dove risulterebbe utile avere un recupero di 80 cm a
giro è dove, pescando a risalire, si è di fronte a una corrente molto molto veloce e
uniforme e si vuole pescare con i minnow. Ma in una situazione del genere ritengo che
possa tornare più utile un rotante pesante con cavalierino o un ondulante pesante, in
quanto un minnow, a parità di peso e capacità di lavorare in profondità, tende a essere
più facilmente trascinato dalla corrente perché di superficie esterna maggiore rispetto
agli altri due, senza contare che in un luogo del genere può anche tornare utile la pesca
in trattenuta da monte con un grosso rotante a paletta stretta. In
presenza di buche molto profonde, dove spesso si nascondono gli esemplari più belli, è
spesso necessario tenere lesca sul fondo e recuperare molto lentamente, ecco quindi
che un mulinello più lento (50 - 60 cm di filo per giro) fa al caso nostro e, se
dotato di basso rapporto di recupero, ci aiuterà anche nella lotta con la sua trazione
più potente. E importante sottolineare che un mulinello con rapporto di recupero
alto (6,2 : 1) non è necessariamente più veloce di uno con un rapporto più basso (4,2 :
1), in quanto la velocità di recupero per giro di manovella si calcola moltiplicando il
rapporto di recupero per la circonferenza media della bobina (ovvero il diametro medio per
3,14..). Nella
scelta sono importanti anche i fattori peso e dimensione: un buon mulinello non deve
rinunciare a caratteristiche meccaniche e tecniche importanti per soddisfare esigenze
estetiche, né deve essere necessariamente leggero (si sente molto di meno un mulinello di
300g equilibrato con la canna che uno da 200g che non la equilibra e ne sposta il
baricentro dal punto ideale, ovvero dove teniamo lindice impugnando la canna
correttamente).
FILO: Come
già sottolineato, la pesca a spinning della trota non richiede lenze capillari e
invisibili, però trote di una certa taglia tendono a insospettirsi parecchio pescando in
acque basse e limpide. Oltretutto un filo sottile permette anche grossi vantaggi
come la possibilità di lanciare più lontano, di pescare più in profondità e far
muovere gli artificiali con più naturalezza. Da qualche anno sono in commercio, oltre ai
classici monofili, filamenti in microfibre intrecciate tra di loro (trecciati) o fuse
insieme (superfili fusi). Rispetto ai monofili possiedono minore percentuale di
allungamento (5% contro il 25% dei normali nylon), migliore resistenza a trazione (3 volte
maggiore) e abrasione, migliore sensibilità,... ma purtroppo sono anche più visibili
(anche se si può diminuire il diametro a parità di carico di rottura), hanno un costo
abbastanza superiore (ma durano più a lungo) e scalfiscono i passanti delle canne e i
rullini scorrifilo dei mulinelli se non sono in SiC o in titanio. Comunque
sia, il diametro da utilizzare varia da 0,12mm (per i periodi estivi e pescando con
artificiali da ultraleggero) a 0,20mm (per le acque velate e livelli alti) per i monofili
e da 0,04mm a 0,12mm per i multifili. ARTIFICIALI: Meritano
un discorso a parte, comunque ritengo indispensabili in torrente: - cucchiaini rotanti con cavalierino,
dal n°0 al n°5 secondo i modelli e con palette più o meno ampie a seconda della
corrente (Mepps Aglia, M. Comet, M. Long, Vibrax, Ilba, ...) - cucchiaini rotanti con paletta
inserita sullasse (Martin da 1 a 15g,...) - cucchiaini ondulanti più o meno
larghi, da 3 a 15g (Simplex Ardito, Mepps Cyclops,...) - minnow galleggianti e affondanti,
da 2 a 9 cm (Rapala, Brutto Anatroccolo, Nils Master, Salmo, Abu,...) - cavallette finte e piccoli artificiali in
silicone (esche alternative) Tutte queste esche vanno comunque scelte in
base alla profondità e alla velocità della corrente per fare viaggiare lartificiale
dove vogliamo noi. Il colore va scelto in base alla limpidezza dellacqua, alla
profondità e allaggressività dei pesci: colori naturali per acque limpide e di
fantasia per acque velate o pesci apatici; palette argentate per i cucchiaini in
condizioni di luce scarsa e grandi profondità, poi dorate, ramate e infine nere quando lacqua
è limpidissima e poco profonda.
ATTREZZATURA
COMPLEMENTARE: - moschettoni con girella: permettono di
cambiare artificiale senza rifare il nodo ogni volta; la girella impedisce che la
rotazione del cucchiaino rotante faccia torcere su se stesso il filo; - pinza a becco: permette di
sganciare meglio e più velocemente lesca dalla bocca del pesce, di schiacciare gli
ardiglioni degli ami pescando no kill e di tagliare il filo (se provvista anche di cesoia
alla base); - guadino: spesso non necessario, utile per
salpare un grosso pesce da posizioni scomode, ma vietato dove si pratica il no kill; - bobina di filo di scorta; - alcune ancorette e ami singoli e relative
anelline di collegamento: per sostituire ancorette o ami rotti dagli artificiali o
sostituirli con ami singoli per pescare nei tratti no kill; - metro avvolgibile e bilancina a molla:
per misurare e/o pesare la cattura, operazione da farsi in molta fretta se si intende
rimollare il pesce; - macchina fotografica: sostituisce il
cestino porta-pesci; - stivali di buona qualità, almeno
cosciali e con suola antiscivolo (magari chiodata, anche se più rumorosa); - abbigliamento adeguato per la stagione
e il tempo (da evitare colori troppo vistosi e appariscenti); - occhiali con lenti polarizzate, che
permettano di eliminare i riflessi della superficie dellacqua; - licenza di pesca e opportuni permessi.
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