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CUSTOM ROD Japan style

Assemblaggio con “materiali alternativi”

 

Testo e foto di Roberto Binario (Robin) - pubblicato Ottobre 2006

 

 

Ciao a tutti. Quello che vado a mostrarvi è l’ultima mia spinning rod autoassemblata sfruttando materiali di recupero o comunque di basso costo. Ma partiamo dal fusto o grezzo; in questo caso si tratta di un blank da spinning pesante monopezzo forse di importazione ma comunque acquistato per poche decine di euro. Ha una capacità di gestione esche superiori alle due oz. (56 grammi), molto reattivo di punta. La lunghezza è sette piedi ovvero il nostro italico due metri e dieci o giù di li.

 

Individuata la spina della canna, la si segna con un pennarello, e deciso il tipo di montaggio, si inizia a prendere le misure per la predisposizione dell’impugnatura.

Non mi soffermerò sul metodo di individuazione della spina, (ne è stato parlato esaurientemente in altri articoli) ma passerò subito alla lavorazione dei sugheri per l’impugnatura ed il posizionamento del portamulinello.

Iniziamo dai materiali occorrenti:

- blank o grezzo come dir si voglia.

- Serie di anelli.

- filo di montaggio nero.

- filo di montaggio oro.

- placca portamulinello a vite.

- nastro adesivo da carrozziere.

- tappi di sughero da damigiana.

- colla cianocrilica.

- colla epossidica bicomponente (tipo pattex in siringa

   doppia).

- KK1

- cutter

- lime e raspe da falegname.

- carta vetrata.

 

 

Per prima cosa, se lo desiderate, potete fare come il sottoscritto e rendere più high tech il fusto, realizzando una legatura a spirale incrociata utilizzando il filo di montaggio nero. Dovremo altresì verniciare il tutto, con vernice bicomponente KK1 per dare il giusto fissaggio. Per catalizzare più velocemente questa vernice, potetepassare sopra un getto d’aria calda dell’asciugacapelli, facendo attenzione a non tenerlo troppo vicino per evitare così, antiestetiche sgocciolature.

Se deciderete per questo trattamento, attendete almeno due giorni prima di iniziare il montaggio degli altri componenti.

 

 

Si passa poi alla foratura dei tappi di sughero. Voglio fare una breve precisazione su questo materiale; se si decide di acquistare quello specifico per il montaggio di canne di ottima qualità, si potrà anche spendere intorno a quindici venti euro al pezzo (sono venduti in cilindri cavi della lunghezza di 20 cm). Esteticamente è un materiale molto bello, con il quale sono assemblate canne della pezzatura delle St.Croix serie Legend o G.Loomis serie Glx o Imx. Ma non è di questo che mi sono servito dato che nel caso specifico volevo limitare i costi senza rinunciare però al giusto risultato estetico. Dunque mi sono recato in un grosso negozio di articoli per l’agricoltura ed enologia, mi sono scelto una decina di tappi che non fossero troppo venati o porosi, spendendo in totale quattro euro (0,40 euro al pezzo).

Dopo averli bucati ad un diametro leggermente inferiore del grezzo in carbonio, si va a preparare la colla bicomponente che cospargeremo sulla sezione di impugnatura da coprire con il sughero che infileremo dal cimino della canna.

Personalmente per rendermi meglio conto di ciò che sto assemblando, uso il nastro adesivo per marcare le porzioni del grezzo sulle quali posizionerò i componenti da montare. Posto delle foto relative ai materiali impiegati. (Sono immagini riferite ad un altro lavoro, ma il procedimento è identico).

 

 

Dopo che la colla avrà fatto presa, potremo passare alla sgrossatura e levigatura dell’impugnatura tramite cutter, lime e carta vetro, fino al diametro voluto.

Anche il portamulinello non è questa volta un Fuji ma un simile in resina plastica che molto gli somiglia, del costo di quattro o cinque euro. Per fissarlo sarà importantissimo il lavoro di “spessoraggio” del grezzo, rendendolo giusto al mm con il portamulinello come in figura sotto. Questo si otterrà arrotolando con la massima precisione il nastro gommato da carrozziere.

 

 

La fasciatura dovrà essere discontinua per permettere il riempimento degli spazi alla colla epossidica che solidificando creerà un tutt’uno grezzo/placca.

Ho ultimato poi il lavoro con la verniciatura del sughero che di solito non si fa, ma vi ho provveduto per dare più resistenza al materiale che non era sicuramente nato per questo scopo specifico.

Nella circostanza, ho usato del vetrificatore da parquet, lo stesso che utilizzo come protettivo finale per minnows e jerkbait di medie dimensioni.

Ulteriore particolare, ho aggiunto un molto utile anellino ferma esca all’altezza del primo segmento di impugnatura, utilizzando del monowire per cavetti rigidi, debitamente piegato e legato al fusto sempre con filo di montaggio nero.

Le legature oro le ho aggiunte come ornamento estetico perché anche l’occhio vuole la sua parte.

Il tappo in fondo al grezzo (che non si vede) l’ho predisposto con un dischetto di legno di olivo, incollato e protetto con resina epossidica, operazione finale di tutta la sequenza costruttiva.

 

A fine della storia, mi trovo tra le mani una canna, che se anche userò poco dato che i lucci li pesco sempre a casting, mi riempie di soddisfazione. Con poco è venuto fuori un qualcosa che mi aggrada sia sotto l’aspetto estetico sia funzionale…

Non mi resta che salutarvi, rimanete sempre con noi su Black Bass & Co e mi raccomando, Catch & Release sempre, soprattutto con i lucci ;-)

Roberto

 

 

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