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“Fai da Te” - il Portapesci

 

 

In un mondo dove le acque sono sempre più povere di pesci, l’unica speranza possibile, per un pescatore davvero sportivo, è che si diffonda la pratica del “Catch & Release” (prendi e rilascia).

Solamente rilasciando le ns. prede, avremo la possibilità che queste continuino a vivere e riprodursi.

 

Personalmente però, non sono per gli assolutismi, non criminalizzo il pescatore che, di tanto in tanto, porta a casa una grossa preda per mangiarla.

 

Ritengo che questo faccia parte della natura dell’uomo sin dagli albori, la caccia e la pesca, sono sicuramente fra gli istinti più atavici, insiti nell’uomo.

 

Anche quel pescatore che porta a casa un fritto di alborelle o quattro pesci gatto, per mangiarli, ha la mia approvazione; a patto però che il pesce pescato venga davvero consumato e non buttato nel bidone dei rifiuti (dopo magari averlo fotografato ed essersi vantati con parenti ed amici).

 

Se qualcuno a casa lo sa cucinare e proviene da un’acqua pulita, ogni tanto, un grosso B.B. si può portare a casa (per grosso intendo un pesce che almeno una volta si sia riprodotto, e quindi con un peso a partire dai 7/8 etti).

 

Se decidiamo di tenere e portare a casa il pesce, occorrerà avere un portapesci ; io, da anni, ho adottato uno semplice e comodo  in acciaio, sia nella pesca da riva che dalla barca, in grado di occupare uno spazio minimo quando è riposto nello zaino e di mantenere vivo e vitale il pesce, fino al momento della fine della battuta di pesca.

 

Il Portapesci in tondino d’acciaio per il Luccio

 

Questa è un’idea presa dal mondo della pesca subacquea; un tipo di portapesci dei cacciatori sub, è infatti quello formato da un grosso ago (tondino) di acciaio inox, forato nel mezzo, ed attraversato da una sagola di acciaio intrecciato e plastificato, lunga ca. un metro.

 

Il subacqueo infilza il pesce catturato partendo dalla bocca ed estraendo il tondino d’inox dalla branchia, poi appende il tutto sotto la boa segna sub.

Il tondino, con il pesce infilato, rimane perpendicolare alla sagola ed impedisce di far “scappare” (scivolare), la preda.

 

Viene venduto nei negozi di materiale sportivo subacqueo e si può usare così com’è, per trattenere pesci dalla dentatura particolarmente potente come il Luccio.

 

Come si usa

 

Si infila il tondino d’acciaio partendo dalla bocca del pesce e lo si estrae completamente da un foro dell’apertura branchiale, facendo attenzione a non provocare ferite ed abrasioni alle branchie che sono un organo respiratorio molto delicato.

 

Si cala dolcemente in acqua il pesce, tenendolo in orizzontale con entrambe le mani, e si lega l’estremità del portapesci sulla riva, sulla bitta della barca o in un anello del ciambellone.

 

Il pesce, rimarrà vivo e perfettamente integro, per tutto il tempo della ns. battuta di pesca; la treccia d’acciaio plastificato, impedirà al Luccio di tagliare la sagola del portapesci, facendolo però respirare e nuotare. A fine battuta, se ci pentiamo, potremo rilasciarlo, certi di non avergli procurato molti danni.

 

Il portapesci per il Black Bass

 

Nella pesca al persico trota, il sottoscritto ha però portato una modifica ; ho tolto la treccia d’acciaio e l’ho sostituita con un cordino di nylon intrecciato nero (la sagola dei fucili da sub).

 

Questo cordino è molto più morbido della sagola d’acciaio e rispetta ancora di più il pesce, inoltre si può riporre in uno spazio davvero minimo quando non viene usato, perché si riesce ad avvolgere sul tondino stesso.

 

Costruzione

 

Se non vogliamo acquistarlo, costruirlo sarà facilissimo :

 

1)  Prendiamo un tondino d’acciaio inox del diametro di 6 millimetri e lungo 18 centimetri ;

 

2)  Con un piccolo martello lo battiamo nel mezzo, da entrambe le parti, fino a formare un’appiattimento lungo ca. 2 centimetri ;

 

3)  Pratichiamo un foro con un trapano, nel mezzo della parte schiacciata, con una punta da 2 millimetri;

 

4)  Ad una estremità del tondino d’inox, con una lima da metalli e carta vetrata, formiamo una punta (non particolarmente acuminata);

 

5)  All’altra estremità del tondino, sempre con la lima, smussiamo il taglio per impedire abrasioni accidentali.

 

Il tondino d’inox è finito.

 

6)  Infiliamo nel foro praticato nel mezzo del tondino, la sagola in nylon intrecciato nero, lunga ca. un metro e ½ e facciamo un nodo per impedirne la fuoriuscita ;

 

7)  Formiamo un’asola all’altra estremità della sagola;

 

8)  Con la fiamma di un’accendino, bruciamo e facciamo fondere le estremità della sagola per impedirne futuri sfilacciamenti.

 

Il portapesci è finito, vi durerà per sempre e vi accompagnerà, con discrezione, in tutte le vostre uscite a pesca.

 

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Il portapesci per il Siluro

 

Alcuni anni fa, ho costruito, con lo stesso sistema, ma con dimensioni maggiorate, altri due portapesci più grandi da impiegare con i Siluri.

 

1)  il primo, da impiegare con Siluri piccoli e medi, ha una sagola lunga 2 m. e ½  in cordino da roccia, del diametro di 3 millimetri; Il tondino d’inox lungo 23 centimetri e con uno spessore di 8 millimetri.

 

2)  il secondo, per i giganti della specie, costruito con una corda da ancora in nylon intrecciato del diametro di 8 millimetri ed un tondino d’acciaio lungo 35 centimetri e con uno spessore di 14 millimetri.

 

Quest’ultimo lo avevo costruito quasi per scherzo, ma invece l’ho già impiegato sette-otto  volte, infilando Siluri dai 15 ai 25 Kg (ma può forse trattenere anche le balene!).

 

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Considerazioni finali

 

Ora sapete anche costruire validi e pratici portapesci, ma mi raccomando,

Usateli davvero poco... meglio la macchina fotografica... la natura vi sarà grata !

 

Ciao a tutti e buona p... permanenza sul ns. sito !

 

Loris Ferrari

 

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