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 "Autocostruzione" 

 costruiamo il supporto per la verniciatura 

  Testo e foto di Loris Ferrari - Dicembre 2005

Premessa:

Uno degli aspetti più evidenti dell'autocostruzione è quello di operare nel nostro "angolo laboratorio" generalmente da soli.

Sicuramente c'è il vantaggio che possiamo operare in pieno relax, senza alcun vincolo temporale da rispettare se non quello dei naturali tempi di essiccazione degli stucchi e delle vernici utilizzate. Possiamo dare libero sfogo alla nostra fantasia, utilizzando i materiali più strani e disparati e possiamo cercare di mettere in pratica le nostre teorie più strane. Riusciamo sicuramente attraverso l'autocostruzione a riempire i tempi morti fra una pescata e l'altra effettuando un'attività che ci gratifica e ci rilassa.

Operare da soli però comporta anche tutta una serie di difficoltà che vanno dall'impossibilità nell'immediato di confrontarsi con le modalità operative impiegate da altri (magari migliorando la propria), nel svolgere una cosa analoga e quella più materiale di non avere magari in un passaggio topico della nostra attività ludica una terza o quarta mano anche solamente per sorreggere il nostro nuovo artificiale mentre ad esempio lo stiamo stuccando o verniciando.

Impareremo oggi a costruirci un semplice supporto proprio in grado di sorreggere e mantenere fermo in una determinata posizione l'esca che stiamo costruendo, indipendentemente da quale tipo si tratti. In questo modo eviteremo di lasciare impronte indesiderate sull'artificiale, magari con i colori appena dati e rovinare in modo più o meno serio la decorazione di un'opera che in quel momento ci pare ovviamente bella e curata.

Altri costruttori hanno optato più semplicemente in un supporto formato da una U (in legno od in metallo) alle cui estremità hanno collegato due pezzi di molla in modo da poter sostenere qualsiasi lunghezza di artificiale dai grossi Jerk da luccio e siluro ai piccoli minnows da trote e cavedani.

Quello che mi sono costruito è leggermente più complesso da realizzare ma permette di ruotare l'artificiale anche solamente di qualche grado alla volta con estrema facilità, in modo da poter operare sempre nella massima comodità possibile.

Occorrono poche cose e quasi tutte di recupero; dopo essere passato in questi anni attraverso varie esperienze, vi elenco quelle che ho impiegato io.

1) Due grosse girelle da traina;

2) Un pezzo di spago lungo una trentina di centimetri;

3) Pezzi di assicella di legno stagionato di recupero;

4) Alcuni pezzetti di acciaio inox (ma va bene di qualsiasi metallo), un pezzetto di filo metallico lungo una decina di centimetri ed alcuni  pezzetti di tubicino di plastica;

5) Un anello portachiavi metallico.

Per realizzarne uno simile vi basterà osservare l'illustrazione sottostante.

Ho utilizzato principalmente il legno perché dipingendo nello studio in casa, non volevo graffiare la scrivania. Ovviamente potrete impiegare qualunque materiale di recupero. Le dimensioni lavorabili all'interno sono di oltre 40 centimetri (il Jerk nella foto misura 20 centimetri), permettendo ampio margine di impiego per lavorare esche di ogni dimensione.

Ho utilizzato due girelle da traina perché permettono di mettere in tensione qualsiasi artificiale e farlo roteare con facilità di pochi gradi alla volta senza mai avere inceppamenti e problemi. anche se vengono inavvertitamente spruzzate esternamente di vernice.

Lo spago serve per mettere in tensione l'artificiale da lavorare. La lunghezza dello stesso permette di essere variata in modo da poter ospitare nel supporto qualunque lunghezza di esca.

 

 

Nel dettaglio potete osservare i due pezzetti di acciaio inox che servono per cambiare rapidamente l'artificiale (nella foto un cranckbait). I due spezzoni sono fissati stabilmente ognuno alla propria girella e tengono in tensione l'artificiale attraverso un anello aperto, tenuto fermo da due pezzetti di tubicino trasparente in plastica. 

Nelle due foto sottostanti potete notare il sistema adottato per rendere facilmente cambiabile l'artificiale da lavorare.

 

 

L'unica funzione dell'anello portachiavi sulla sinistra serve solamente per girare meglio l'artificiale durante le fasi di decorazione, invece di agire direttamente sulla girella. Può essere particolarmente comodo quando impieghiamo guanti da lavoro.

 Spostando il tubicino di plastica da destra a sinistra (e viceversa) fermiamo senza rischiare che ci cada l'artificiale. In questo modo non corriamo neppure il rischio di forarci le dita lavorandoci vicino.

 

 

Conclusioni:

Non stiamo sicuramente parlando di una grande cosa. E' solamente un attrezzo fai da te che però ci darà una mano per anni durante una fase molto delicata dell'autocostruzione; la decorazione finale.

Non impazzite per farlo, come dicevo sopra possono andare bene alla bisogna un sacco di materiali, vi consiglio però di realizzarlo perché vi accompagnerà fedelmente per lunghissimi anni della vostra passione. 

I pescatori a mosca che si dilettano in autocostruzione devono investire un sacco di soldi per i loro sempre più sofisticati morsetti, noi questo "umile aiutante" possiamo realizzarlo davvero con pochi euro, consideriamoci almeno in questo frangente, fortunati.

Se scoprite ulteriori forme di utilizzo, accorgimenti migliorativi o avete bisogno di confrontarvi con me per pareri sull'autocostruzione,  scrivetemi tranquillamente all'indirizzo che trovate in Home Page, sarò lieto di rispondervi.

Ciao a tutti e buona p... permanenza sul ns. sito !  

Loris Ferrari

 

 

 

 

 

 

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