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Fai da Te impariamo le Legature delle Canne da Pesca
(Testo
e foto di Loris Ferrari 10/02) Dopo
aver ricevuto parecchie lettere sullargomento, mi accingo a scrivere un articolo,
non propriamente attinente allo spinning, ma evidentemente di sicuro interesse; mi
riferisco alla legatura degli anelli, degli anellini fermaesca, del fissaggio dellimpugnatura e della verniciatura delle canne da pesca. Tantissime
canne commerciali, ad esempio, non possiedono lanellino
fermaesca. Lo
trovo comodo in tantissime occasioni, soprattutto durante la pesca in barca, utilizzando
più canne, o durante gli spostamenti fra una postazione e laltra in pesca, evitano
lingarbugliamento delle lenze ed eventuali ferite ed escoriazioni accidentali. Una
volta imparato a fare le legature ( e non è davvero difficile), potremmo tentare persino lavventura di farci
inviare un grezzo, magari dagli Usa, e poi provare ad assemblare tutta una canna,
scegliendo limpugnatura, la placca portamulinello, gli anelli
Magari
il risultato finale non sarà impeccabile, perché ci sono fasi come la verniciatura
finale della canna, davvero difficili se non si possiede la giusta attrezzatura, ma volete
mettere la soddisfazione di pescare con una canna tutta nostra? Larticolo
che segue non ha certo la pretesa di trasformare tutti in industriali del settore, ma ha
solamente lobiettivo di illustrare gli accorgimenti necessari ed i materiali
occorrenti per queste semplici operazioni di bricolage. I
materiali e gli attrezzi occorrenti: Partiamo
ovviamente dai materiali occorrenti per le nostre legature. Innanzitutto
partiamo dal filo per legature; in ogni negozio
ben fornito di materiale da pesca, troverete tutto il necessario e nei colori preferiti. Vi
occorrerà poi un tubetto di Attack, uno di colla rapida vinilica da legno (tipo la Pattex
Legno Express della Henkel), un cilindro di colla
in stick a caldo, per fissare il cimino e posizionare i passanti nella giusta
posizione ed infine la Colla per legature; io
mi trovo molto bene con la KK1 bicomponente,
usata da tantissimi negozi di pesca e che vi consiglio anche per impermeabilizzare i vostri artificiali fai da te,
al posto del non sempre reperibile Plastivel. Lattrezzatura,
è davvero ridotta al minimo, un accendino, un tagliaunghie a taglio obliquo, alcuni
pennelli, un rotolo di carta gommata e due siringhe in plastica (di quelle monouso), a cui
toglieremo lago, per miscelare le piccole quantità di KK1 in parti uguali. La
legatura dellanellino fermaesca : Cominceremo dalloperazione più semplice, dalla legatura di questo piccolo accessorio. Nella
pesca a passata o al tocco, troviamo anellini costruiti anche con asole in nylon. Per
la pesca a spinning io preferisco utilizzare filo
inox dello 0,80 per le canne medie, inox da 1 mm.
per le canne pesanti oppure utilizzo unasola formata da un paio di centimetri di cavetto dacciaio plastificato, di quello
utilizzato nella pesca al luccio, per intenderci. Questultima soluzione è da preferirsi quando non vogliamo creare, vicino allimpugnatura un marchingegno rigido che potrebbe risultare anche sgradito al tatto durante un contatto occasionale, magari proprio durante una concitata fase di recupero di un bel pesce. Lasola
di acciaio plastificato, essendo parallela al fusto, e non perpendicolare, come per gli
anellini rigidi in acciaio, anche se maneggiata, si schiaccia contro il fusto della canna
stessa, risultando quasi inavvertibile e sicuramente molto meno fastidiosa. Partendo
da questultimo sistema, basterà tagliare un paio di centimetri di sottile cavetto dacciaio
plastificato da un cavetto da lucci e piegarlo
ad U con laiuto di un gambo di cacciavite, per dargli la forma ovale. Poi
sempre tenendo lacciaio dentro al cacciavite, si piegano le due estremità e si
uniscono fra loro, tagliandole con le tronchesi alla stessa misura, ca. mezzo centimetro
dalla curvatura. Ora tenendole unite, con una mano, e premute sul fusto della canna, prendiamo un pezzo di carta gommata e blocchiamo le due estremità alla giusta posizione e cioè di fianco oppure in asse, rispetto alla legatura del primo passante della canna. Ora
prendiamo il filo per legature e pieghiamo a novanta gradi il primo mezzo centimetro. Ora
procediamo lentamente ad avvolgere il filo attorno al fusto, badando bene di iniziare
almeno un millimetro sopra linizio della curvatura dellanello da bloccare. Dopo
aver fatto un giro completo attorno al fusto, bisognerà
passare sopra al filo piegato a 90 gradi e continuare a ruotare lo stesso lungo il
fusto, fino a tornare di nuovo sopra la piegatura. Allinizio,
per i primi tre o quattro giri, bisognerà procedere con estrema cautela badando bene di
sovrastare sia lanello dacciaio che il filo stesso piegato a 90 gradi, stando
attenti a non accavallare il filo su sé stesso, durante gli avvolgimenti per non creare
antiestetici ispessimenti. Laltro
accorgimento da osservare è quello di non tenere
spazi vuoti fra un passaggio di filo e laltro. La legatura deve risultare
aderente, omogenea ed uniforme, quasi come fosse un corpo unico. Per
superare questo possibile inconveniente, basterà correggere con ununghia le
eventuali imperfezioni di legatura, accostando il filo eventualmente fuori sede, man mano
che ruotiamo lo stesso attorno alla canna. La
legatura risulterà finita quando si supererà con il filo per legature dai 3 ai 5
millimetri il passante o lanellino da legare. Prima
però, bisogna prepararsi per il nodo di
fissaggio terminale, da eseguirsi nel modo sotto indicato. Quando
mancano una decina di giri di filo alla fine prevista della legatura, bisognerà prendere un pezzo di filo lungo una decina di centimetri,
leggermente più robusto, di quello impiegato per la legatura, piegarlo a metà, formando
unasola, e metterlo sotto al filo che si sta facendo girare sulla canna, in modo che
lanello chiuso sia in fondo, oltre mezzo centimetro dopo la previsione della fine
della legatura. Arrivati
alla fine dei dieci, dodici giri finali, vi basterà tagliare con le forbici il filo che
fuoriesce dal rocchetto e farlo passare dentro lanello di filo più robusto, sopra
descritto. Ora,
con laiuto di un paio di pinze a becchi lunghi, prendiamo le due estremità dellasola
di filo grosso e tiriamo lentamente verso lalto, fino a far fuoriuscire il filo
della legatura allinizio dei dieci giri precedenti. Vi
accorgerete in questo modo che lanellino è già fissato e la legatura risulta già
esteticamente gradevole e solida. Ci
basterà prendere il tagliaunghie a taglio obliquo e tagliare leccedenza di filo,
esattamente raso alla legatura stessa. Ora
possiamo ammirare il nostro lavoro, la legatura dovrebbe già apparirci stabile e
professionale
se noteremo qualche piccola apertura fra un passaggio e laltro di
filo, ci basterà avvicinare le spire con facilità, sempre utilizzando perpendicolarmente
le unghie. Il
fissaggio della legatura : Ora dobbiamo fissare la nostra legatura, con una colla. Ci
sono due sistemi principali; il primo consiste
di usare alcune gocce di Attack, distribuendole
uniformemente con la punta di uno stuzzicadenti, mentre laltro metodo utilizza la colla rapida per il legno, distribuita con un
pennello. Il
fissaggio in entrambi i casi è comunque buono, mentre il risultato cromatico è però
diverso. LAttack scurisce notevolmente il colore del nostro filato da legature, mentre la colla da legno, ne mantiene sostanzialmente la tonalità originale. La
fase di finitura : Scelta la colla in base alle osservazioni di cui sopra, vi basterà attendere che questa asciughi e procedere alla stesura della prima mano di colla impermeabile, la KK1 bicomponente, appunto. Prima però, con due pezzi di carta gommata lunghi 3 o 4 centimetri, dovremo delimitare e proteggere la canna da sgradevoli sbavature e colature. Consiglio di tenere un millimetro in alto ed uno in basso dalla legatura, in modo da formare poi con lo spessore della colla bicomponente un cono gradevole e del tutto simile a quello presente nelle legature commerciali. Prendiamo ora le due siringhe di plastica, a cui preventivamente avremo tolto gli aghi, ricordandoci di contrassegnarle per utilizzarle sempre ciascuna con lo stesso tipo di componente. Aspiriamo
5 cc. di componente A con una
siringa e preleviamo altri 5 cc. di componente
B con laltra. Mettiamo
i due liquidi dentro un contenitore di vetro e mescoliamoli fra di loro con la punta di un
cacciavite. Ora prendiamo il pennello ed iniziamo loperazione di finitura, badando bene di distribuire uniformemente la colla. Dopo
almeno 12 ore di asciugatura, dovremo ripetere loperazione, dando una seconda mano
di colla, in modo da ottenere un risultato davvero simile a quello professionale. Vi
ricordo che sia il pennello, che le due siringhe utilizzate, andranno lavate con diluente sintetico, in modo di mantenere a lungo lintegrità
degli attrezzi. Lanellino
fermaesca metallico : Se
invece vorrete costruire gli anellini metallici, vi basterà prendere un pezzetto di
inox,
dello spessore dello 0,80 o di 1 millimetro e piegarlo ad U con le pinze a
becchi tondi. Dopo
averlo piegato ad U, bisognerà fargli altre due pieghe contrapposte a 90 gradi su
entrambi gli spezzoni in modo da farlo risultare come da foto e poi tagliarne le
estremità a circa mezzo centimetro. Queste
due estremità andranno poi battute con il martello, su un incudine, in modo da
appiattirle il più possibile, rendendole così, meno sporgenti dal fusto della canna. Ora
scaldando la colla in stik sulla fiamma dellaccendino, andremo a metterne una
piccolissima parte su ognuna delle estremità e poi la posizioneremo, senza indugio, sulla
canna, nel punto voluto. Già
con questo accorgimento si potrà vedere se il posizionamento è ottimale. In caso
contrario, una piccola forzatura farà staccare il ferretto dalla canna. Riscaldandolo
di nuovo, potremo posizionarlo meglio, fino a trovare la collocazione definitiva. Ora,
converrà prendere un pezzetto di carta gommata e avvolgere la parte sotto lanellino,
con alcuni giri, per essere sicuri che non si muoverà durante la delicata fase iniziale
della legatura. Questa
si effettuerà nellidentico modo sopra descritto, con lunica differenza che
una volta arrivati alla curvatura dellanello fermaesca bisognerà continuare nella
parte sottostante, procedendo in questo modo. Togliamo
i giri di carta gommata, perché ormai lanello non si muoverà più e poi facciamo
arrivare il filo allinizio dellanello ruotando il filo lungo alla canna in
modo uniforme ed obliquo e poi iniziamo di nuovo ad avvolgere il filo tenendo strette le
spire per fissare anche la parte sottostante dellacciaio. Quando mancano i soliti dieci, dodici giri bisognerà mettere lasola di filo grosso e procedere come descritto precedentemente per terminare poi la legatura con il nodo di fissaggio a scomparsa. La
legatura degli anelli della canna : Il
procedimento è esattamente identico a quello spiegato per fissare gli anellini metallici
fermaesche con lunica differenza che dobbiamo
prima sapere DOVE posizionarli. Se dobbiamo riparare un passante spaccato o scheggiato, ci basterà posizionare il nuovo nella stessa identica posizione dellaltro, ma se dobbiamo mettere gli anelli ad un grezzo, dovremo prima procedere ad individuare la spina della canna e poi successivamente calcolare il posizionamento corretto degli anelli. La
spina della canna : La
scoperta di questo importantissimo fattore strutturale, la devo a Luciano Cerchi, che lo spiegò in modo molto
esauriente al sottoscritto ed alcuni amici, durante la visita al Promo Fish di Reggio
Emilia nel 2001. La
spina della canna, non è altro che un ispessimento longitudinale che si forma nella
costruzione della canna, a seguito dellunione delle fibre plastiche, di quelle di
carbonio e degli altri materiali che compongono le moderne canne da pesca. E
in pratica il nervo della canna e gli anelli vanno montati in linea su di
essa. Per individuarla, bisogna prendere il grezzo per la punta, tenendo per terra o su un tavolo la parte opposta, più spessa. Con
una mano si tiene la canna per la punta e si flette a metà la canna, inarcandola e
tenendo il palmo dellaltra mano circa a metà della lunghezza. Si
inizia a ruotare lentamente il fusto della canna, finche la stessa fa uno scatto
repentino; il punto prima della rotazione è quello giusto! Quando
la canna si produce uno scatto improvviso, abbiamo
trovato la spina della canna; ovvero la linea dove posizionare gli anelli, se vogliamo
ottenere una canna rigida. Se
al contrario vogliamo una canna morbida,
dovremo posizionare gli anelli alla parte opposta dove si trova la spina. In
nessun caso dovremo posizionare gli anelli in luoghi diversi, altrimenti ci troveremo fra
le mani un attrezzo davvero scadente. Non è un operazione inutile, ma indispensabile per ottenere il meglio in termini di rapidità e longevità del grezzo, è unoperazione che viene sempre eseguita da tutti i costruttori di canne. Con un pennarello, andremo a contrassegnare la Spina,
lungo il fusto, per evitare di posizionare malamente gli anelli, poi con laiuto
della carta gommata, provvederemo a montare provvisoriamente i 6 o 8 anelli sulla canna,
secondo una presunta logica ed in base alla sistemazione degli anelli sulle canne
commerciali. Eseguita questa operazione, bisognerà mettere il mulinello (sempre in modo provvisorio), alla canna, con laiuto della solita carta gommata e poi far passare il filo allinterno degli anelli. Fermando il filo da qualche parte e flettendo la canna, osserveremo la curvatura del filo che passa dagli anelli ed andremo a modificare il posizionamento degli stessi in base al responso degli angoli di curvatura. Il nostro obiettivo sarà quello di uniformare nel modo più omogeneo possibile gli angoli di curvatura che si formano fra il nylon ed i passanti, in modo da non creare punti di attrito dove si possano creare problematiche al filo, durante i recuperi più impegnativi. E
una fase particolarmente importante, fondamentale,
da non sottovalutare assolutamente; è un
lavoro che può richiedere anche più di un ora, ma ne saremo ampiamente ripagati poi con
le soddisfazioni durante il lancio e luso della canna in pesca. Il
montaggio del manico e della placca portamulinello : Eccoci arrivati ad unaltra fase delicata del nostro lavoro, una volta scelto il manico, in base alle nostre preferenze (sughero, gomma, neoprene ) ed il relativo portamulinello (a placca, integrato nel manico ), dovremo procedere al suo incollaggio assieme al fusto. Bisognerà
stare molto attenti a questa delicata fase, ed utilizzare una sicura colla bicomponente ad alto grado di
resistenza meccanica. Negli
ultimi venti/trenta centimetri di fusto, consiglio di inserire un pezzo di vecchia canna
in fenolico, per irrobustire la parte finale. Basterà trovare la giusta conicità, partendo da un elemento di vecchia canna, reperibile a poco prezzo (o gratis), in qualsiasi negozio di pesca. Una
volta tagliato a misura, ci basterà passarci sopra un velo di silicone ed inserirlo dentro alla parte finale
del fusto. Con
lo stesso silicone andremo poi a riempire gli ultimi centimetri di fusto, impedendo così
linserimento di corpi estranei alla canna e contribuendo ulteriormente allirrobustimento
generale della parte finale. Una
volta solidificato il silicone, provvederemo allincollaggio del manico, con la colla
bicomponente ad alta resistenza, come ad es. la Pattex saldatutto universale superforte,
della Henkel. Un
tappo in gomma, reperibile nei negozi di pesca, in misure variabili ogni due millimetri,
finirà la nostra canna, proteggendola dagli urti sul terreno. Ovviamente la nostra canna potrà essere personalizzata con il nome, la ns. firma, le caratteristiche di pesi lanciabili ecc ma non mi voglio addentrare in questi aspetti che reputo debbano rimanere strettamente soggettivi ed intimi. La
verniciatura finale della canna: Questa fase è una delle più delicate e professionali,
eseguendola grossolanamente, rischiamo di vanificare il lavoro fin qui tanto
meticolosamente svolto. Arrivati
a questo punto, cè chi si affida ad un bravo negoziante, per non compromettere le
fasi precedenti. Chi invece vuol cimentarsi anche in questo, ecco alcuni accorgimenti da adottare. Prima
della verniciatura, può risultare opportuno effettuare una leggera carteggiatina con lo
scotch breil, la paglietta metallica o la carta
vetrata finissima, per far aderire meglio la prima mano di vernice. Bisognerà
poi detergere il fusto della canna con un panno ed un po di diluente, in modo da
togliere eventuali patine di grasso presenti. Vi
rammento che anche il semplice contatto con le nostre mani, può lasciare una patina
oleosa che potrebbe impedire anchessa la corretta aderenza della vernice al
supporto. Poi
dovremo proteggere almeno lultima parte del manico, quella più vicina al fusto, con
la solita carta gommata da carrozziere, in modo da impedire che colature o gocce, vengano
a rovinare il lavoro finale. Innanzitutto
consiglio una buona mano di fondo, io uso il Plastiprimer
1K, bicomponente, è un fondo specifico per materie plastiche. Poi
procuratevi un pennellino piatto a setole abbastanza rigide per distendere efficacemente
la vernice bicomponente (KK1 di cui sopra). Anche
qui consiglio di applicare due mani, a 24 ore di distanza una dallaltra. La
prima mano dovrà essere diluita con un poco di diluente sintetico,
in modo da renderla più fluida e farla aderire efficacemente sul fusto della canna in
tutta la superficie, senza formare antiestetiche bolle daria o punti dove non è
presente la vernice. Consiglio di bagnare poco il pennello nella vernice e distribuirlo bene più volte nello stesso tratto per evitare ispessimenti di vernice e potenziali colature. Infine
procederemo lentamente a verniciare la canna, partendo dalla punta e badando bene di
stendere a lungo con il pennello la vernice, in modo da coprire la canna con un velo
sottilissimo di vernice. Assicuriamoci
di essere sotto una fonte di luce adeguata, in modo da vedere il buon andamento della
verniciatura. Una
volta arrivati in fondo, ci basterà mantenere la canna in posizione verticale ed
aspettare lessicazione della vernice. Per
fare questo ci basterà legare uno spago al cimino e
legarla dallaltra estremità al soffitto del nostro locale dove
eseguiamo la verniciatura. Se la prima mano è stata data in modo corretto,
seguendo le indicazioni di cui sopra, vedrete che il risultato sarà ampiamente
accettabile. La
seconda mano servirà solamente per garantire un ulteriore velo di sicurezza al ns.
lavoro. Se
invece scoprirete parti dove la vernice non ha fatto presa, vi basterà circoscrivere larea
con la carta gommata e poi carteggiarla finemente e ripetere loperazione sopra di
verniciatura iniziale, sempre assicurandosi di mettere solamente un piccolissimo strato di
vernice, in modo da evitare colature. Esistono
altri sistemi di verniciatura più professionali, usando compressore e pistola a spruzzo,
ma sicuramente necessitano di unattrezzatura specifica e non alla portata di tutti. Innanzitutto
è consigliabile dare una mano di fondo, ad es. il Plastiprimer 1K, bicomponente sopra
consigliato o prodotti similari e poi passare alla fase di verniciatura. Le
vernici trasparenti più adatte e che mi sento di consigliare sono quelle per verniciare i
cerchi in lega delle auto o per la finitura dei manufatti in vetroresina. Prima
di verniciare a spruzzo una canna, dovremo prepararla isolando con la carta gommata tutto
il manico e tutte le legature dei passanti, badando bene che gli anelli in sic od altro
materiale vengano accuratamente protetti. Se
avete questa possibilità, riuscirete ad ottenere un risultato di livello professionale,
sicuramente non distinguibile da quelli commerciali. In
conclusione: La
soddisfazione di pescare con la propria canna
credo serva ad aumentare le gratificazioni complessive che viviamo praticando la nostra
passione preferita. Capisco
che largomento affrontato necessiterebbe di tantissime pagine di descrizione dei
dettagli procedurali da affrontare nello specifico. Con
questo articolo ho solamente voluto iniziare a porre le basi sullargomento, non ho
sicuramente la presunzione di aver esaurito la materia. Lobiettivo
del presente lavoro, resta solamente quello di fornirvi i primi rudimenti per affrontare
alcuni aspetti fondamentali delle delicate fasi di finitura di una canna da pesca. Se tenterete qualche lavoro di bricolage sulle vostre canne, ed avete bisogno di ulteriori informazioni, non esitate a chiedermele, nellunico limite delle mie possibilità, sarò lieto di fornirvele.
Tenetemi
informato, scrivendomi via e-mail, sulle vs.
esperienze pratiche, fatemi partecipe dei risultati raggiunti, segnalatemi eventuali vs.
problematiche o soluzioni innovative che avete scoperto e non fatemi mancare le vs.
critiche ed osservazioni, mi serviranno per migliorare sempre di più in questo
meraviglioso mondo. Buona
p... ermanenza sul nostro sito ! ! ! Loris
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