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Roberto
Binario "Robin"
... una decina di anni
fa...
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Mi
chiamo Roberto Binario, sono nato nel 1975 e dall’età di cinque
sei anni pratico questa splendida attività che è la pesca.
Come
quasi tutti, ho esordito con le esche naturali sulle rive del
bellissimo lago Trasimeno, seguito come un ombra da mio zio,
persona innamorata della natura
ed esperto cacciatore, inizialmente pescatore part\time che
si è dedicato a me e al mio sport come se fosse un padre, tanto
da restarne anch’egli affascinato e dipendente quanto per la
caccia.
All’età
di nove dieci anni, fui folgorato totalmente dallo spinning… Ci
trovavamo in un laghetto a pagamento per tentare la cattura di
qualche iridea, avevo ricavato da una sezione di canna fissa
(fiorentina) lunga circa un metro e ottanta, una cannina a
mulinello, attaccando con vari giri di nastro isolante degli
anelli in ceramica bianchi e rossi. Volevo provare quel gingillo
regalatomi dalla nonna insieme ad una nuova canna da pesca, ovvero
un piccolo cucchiaino rotante. La signora che gestiva il lago non
permetteva a nessuno la pesca con artificiali, ma vedendomi, forse
per tenerezza o forse per la convinzione della mia totale innocuità,
mi lasciò tentare. Usavo un mulinello regalato da mio cugino,
mulinello del quale non ricordo il nome a parte il particolare
dell’archetto privo di nottolino per il passaggio del filo.
Attaccai pertanto il “celta” nr. 1 ed iniziai a pescare. Dopo
pochi lanci sentii un colpo e diversi strattoni; non mi sembrava
vero. Un luccio aveva attaccato la mia esca. Riuscii
nell’impresa di tirarlo a riva; mi sembrava enorme, ma era
soprattutto perfetto e bellissimo.. Mi innamorai così di quelle
esche luccicanti metalliche e del luccio, esche ricoperte da mille
colori tanto da sembrare modellini ed oggetti da collezionismo.
Ancora ricordo come fosse in questo momento, le ore passate a
sfogliare riviste con i magnifici per me, ondulanti ABU
serigrafati a livrea di pesce. Ne passavo altrettante, a
fantasticare di attrezzature e laghi misteriosi dove poter calare
le mie esche, esche che naturalmente non possedevo…
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Ormai
da un ventennio utilizzo esclusivamente gli artificiali a spinning,
non disdegnando alcuni mordi e fuggi con la
pesca a mosca.
Per
quel che concerne l’autocostruzione, questa è stata e lo è
attualmente una vera e propria passione; già da ragazzino non
disponendo di soldi da spendere, cercavo di copiare ciò che
vedevo in foto nelle riviste e libri di pesca che mi venivano
regalati. Avevo infatti la fortuna di disporre di un’attrezzata
officina meccanica di mio babbo, della quale già a undici o
dodici anni utilizzavo saldatrice ad elettrodo e filo, ovviamente
a sua insaputa.. Purtroppo i miei primi artificiali dalle fattezze
piuttosto barbare, complice anche la mia completa sfiducia
nell’utilizzo, non ricevettero attenzioni pinnute per parecchio
tempo.
La
svolta arrivò dopo aver conosciuto il mitico e funambolico black
bass, pesce fortunatamente presente nei laghi dove lo zio mi
portava. Un giorno per sbaglio vista la totale inappetenza delle
bestie, decisi di provare il nuoto dei mie sgorbi. Attaccai un
popperino ricavato da un manico di guadino ed iniziai a farlo
sguazzare. Tempo zero, un bel gorgo lo fece sparire; d’istinto
ferrai agganciando uno splendido bass con il quale intrapresi
un’epica lotta. Da quel giorno ebbi sempre più fiducia nelle
mie mani e nelle mie “creature”, cominciando a realizzare
anche ondulanti , spinnerbait
ed altre schifezze, come per magia, funzionanti….
Da
un paio di anni frequento anche diversi forum (quando il tempo,
che è pochissimo, me lo permette) quali quello AdS, “PikeFirst”,
etc. con il nick name “Robin”, forum che hanno contribuito nel
migliorare le mie conoscenze di pura tecnica di pesca, ma
soprattutto quelle ben più importanti,
legate alle problematiche dell’ambiente e habitat
naturali dei nostri amici pesci. Questo è quasi tutto..
un
ciao a tutti,
Roberto
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