CHI SIAMO... |
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Adriano
Orlandoni
Ciao sono Adriano
Orlandoni, sono nato nel lontano 1969 e soltanto dopo 6 anni ero già li
a smanettare con canne, filo e ami. Preferisco anziché
parlare di me, raccontarvi una storia, quella del come e del perché
sono diventato il pescatore e soprattutto lo spinningofilo
autocostruttore, che oggi presento. Per essere preciso
non smanettavo con canna,filo e ami, mi limitavo a provare a pescare,
chi lo faceva era il caro nonno che mi fece conoscere questo fantastico
hobby. Il nonno che riuscivo a “torturare” molto meglio di quanto
riuscissi a pescare, con continue richieste, domande e soprattutto
assilli.....”nonno il filo”, “nonno ho impicciato ”, “nonno mi
metti l’esca” ecc. ecc. E così ,data la
distanza che ci separava aspettavo impaziente l’arrivo dell’estate
per andare da lui in vacanza al mare e ricominciare a pescare ….e ad
assillarlo. Ormai ero già
irrimediabilmente “malato” per la pesca, passione che non ho più
smesso di coltivare…..sono sicuro che guardandomi da dove è ora
sorrida e dica…”ho creato un mostro!” Gli anni passavano,
crescevo io e con me la mia grande passione. Pescavo un po’ di
tutto in laghi, fiumi e al mare ma sempre con esche naturali. Poi un giorno,
avevo quasi 14 anni, provai ad andare a pesca in una piccola cava nella
periferia della mia città, dove mi avevano detto ci fossero i
“Boccaloni” (così chiamano i Bass dalle nostre parti) dei quali
avevo soltanto sentito parlare. Armato della fidata bolognese e con me
qualche lombrico mi recai alla cava. Mentre pescavo
tranquillo Bass da 100 gr accadde il fattaccio!! Vidi un tizio vestito
come un marziano con un giubbotto con 12000 tasche e una canna lunga
quanto la bacchetta di un direttore d’orchestra. Guardavo
incuriosito il tipo che lanciava e recuperava continuamente , con
attaccato in fine al filo delle strane esche colorate a forma di
pescetto e altre ancor più strane in gomma che sembravano un frullato
di verme, amo e piombo e mentre io continuavo a prendere
“boccaloncini” da 100 gr, sempre il tizio stampava uno dopo
l’altro, delle bestie da kilo e anche più, delle quali neanche
sognavo l’esistenza. Avevo letto alcune
cose di queste esche ma non le avevo mai viste usare (parliamo di 23
anni fa). Vinsi la mia
timidezza (di quegli anni, ora Dio ce ne scampi e liberi) e mi avvicinai
al tizio e dissi … “Mi scusi ma come sta pescando?” E il tizio con modi
gentili mi disse “ Sto pescando a spinning”…e mi spiegò come
funzionava. Un pò di
chiacchiere io e altri bestioni lui e dissi “ah.. io mi chiamo
Adriano”… Il tizio rispose
“…piacere, io sono Americo” ci salutammo e
mi disse “se torni tra qualche giorno ti spiego altre cose” e
io “ ok benissimo”. Chi l’avrebbe mai
pensato che il tizio sarebbe diventato il mio migliore amico nonché
compagno di pesca di tutti gli anni avvenire… il caro Americo Rocchi. Da quel giorno lo
spinning e soprattutto le fantastiche esche artificiali diventarono la
mia unica passione! Esche strane da
animare, pesci enormi, canne leggerissime e solo poche scatolette in
tasca. Tornato a casa a
cena parlai del “tizio” spiegando cosa avevo visto, descrissi canna
ed esche. Proprio in quei
giorni avrei festeggiato il mio 14° compleanno. Arrivato il giorno,
mio padre mi disse vieni con me da un mio amico? Si certo! Arrivati dal suo
amico….. il paese dei balocchi…. aveva un magazzino enorme e
stracolmo di prodotti per la pesca. Mio padre (non
essendo appassionato di pesca) mi disse “ dato che non ho capito di
quale canna parli sceglila tu, è il tuo regalo”. Dopo ore di
indecisione la scelsi : un cannetta in carbonio con mulinello e
filo….era fantastica!! (la uso ancora oggi anche se avrò rilegato 20
volte gli anelli) Tornato a casa già
assaporavo l’idea di provarla nella cava. Ma poi ..cavolo non ho
comprato nulla come esca!!! E qui poi la
catastrofe, la malattia ormai era completa!! L’illuminazione quasi
quasi me la costruisco. Con un numero di
Pescare alla mano presi la foto di un NILS MASTER da 7 cm., e con un
pezzo di abete, un pezzetto
di plastica di una scatola e filo armonico (prontamente trafugato dalla
cassetta degli attrezzi di mio padre) feci il mio primo autocostruito. Era color oro con
dorso nero, verniciato a pennello con i barattolini da modellismo (avevo
appena iniziato il Liceo artistico) senza alcuna finitura e la paletta
in scadentissima e fragilissima plastica. Cosa più strana il
filo di acciaio armonico per l’armatura l’avevo infilato
direttamente con le pinze. Vi lascio immaginare quante volte mi sono
bucato la mano prima che il filo riuscisse ad entrare dal muso, passare
per un occhiello inserito in un foro sotto la pancia
e uscire proprio dalla coda, e ad ogni buco (nella mano)
dicevo ci devo riuscire! Non dico bugie,
feci il mio primo artificiale 23 anni fa. Tutto soddisfatto,
arrivò il giorno di pesca alla cava. Ci incontrammo con
Americo e gli feci vedere il tutto compresa l’esca. Ancora oggi ne
ridiamo, ha pensato: di tutti i folli del pianeta terra dovevo beccare
il peggiore…beh, vediamo che succede. Iniziammo a pescare
, lui con l’armamentario da film di fantascienza e io con la mia
cannetta, l’unico artificiale in mio possesso il “simil” NILS
Master e le orecchie spalancate a mò di parabola per catturare e
registrare ogni consiglio. Sorpresa delle
sorprese il Nils si muoveva a meraviglia,anche
se a soli 20 cm di profondità, avendo solo
come bilanciamento l’ancoretta di pancia (mille coincidenze non
riuscirei neanche oggi a rifarlo). Lancia e rilancia
…tac la paletta si ruppe. Sfiduciato dissi ad
Americo “devo smettere” ,ma lui “ti presto io un artificiale”. Nel timore di
perderlo dissi “non ti preoccupare” facciamo la prossima volta. Mentre osservavo
lui pescare, provai a rilanciare. Un ulteriore strana coincidenza, il
Nils nuotava anche senza paletta , a galla si, ma con movimenti larghi e
sinuosi. Vuoi vedere che ho
inventato senza saperlo le Top Water da Walking The Dog ben 23 anni fa? Un giorno strano
quello, infatti accadde l’ultimo miracolo! Era ormai il
tramonto , il lago era come uno specchio, tutto come una cartolina, feci
l’ultimo lancio a pochi metri , sempre con il “pseudo NILS ormai
menomato”. Un gorgo, un
esplosione e dopo il Bass fa un salto fuori dall’acqua, era enorme e
come normale per chi inesperto come me al tempo, come tocca l’acqua
“SI SLAMA” e se ne và. Non dimenticherò
più quel momento, quell’emozione
è come una foto indelebile stampata nei miei ricordi. Neanche
oggi dopo 23 anni di pesca non ho ancora preso un Bass simile. Questo il mio
inizio con lo spinning, credo di essere uno dei pochi fortunati che
nella prima prova hanno avuto una giornata così, era impossibile non
innamorami di questa tecnica e dell’autocostruzione. Sono passati molti
anni e molti pesci ,Spinning e Autocostruzione sono per me inscindibili
, nessuna delle due avrebbe alcun significato senza la presenza
dell’altra. Pesco ormai esclusivamente con esche artificiali quasi per
il totale autocostruite, mi piace particolarmente
pescare il Black Bass , ma il vero e solo amore è il Luccio. Per dirvi la mia
ultima fortuna, la passione per lo Spinning e l’Autocostruzione unite
ai fantastici Bass e Luccio hanno dato corpo ad un sogno che pian piano
sta diventando una realtà , la mia amata GIANTBAITS. Ciao Adriano .
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