CHI SIAMO...

 

 

 

 

Filippo Fuligni

 

 

 

 

 

Salve a tutti, mi chiamo Filippo Fuligni,  sono nato su una collina ai piedi dell’Appennino Toscano, e per questo mi considero fortunato, perché fino a 23 anni ho vissuto in mezzo alla natura, lontano da qualsiasi paese e/o frazione (la casa più vicina era a 3 km), tanto che quando andavo a scuola, pur stando bene e divertendomi con i miei compagni, non vedevo l’ora di tornare a casa per giocare e correre per campi e boschi, a cercare di capire dove fosse la tana di quell’animale, o il nido di quell’uccello, di respirare l’aria libera da qualsiasi traccia di smog, e nessun rumore se non il canto dei grilli.

La collina dove abitavo io fa  da spartiacque a 2 torrenti, dove mio padre ogni tanto andava a pescare, lo pregavo sempre di portarmi con lui, ma non voleva perché lo riteneva troppo pericoloso per un bambino piccolo, poi un giorno lo vidi che stava trafficando con una sua canna di bamboo accorciandola, quando ebbe finito mi disse: “Questa è tua, adesso andiamo a pescare le trote!”. Avevo circa 11 anni ma ancora mi ricordo ancora quella pescata come se fosse ieri, fatta in un torrentino piccolo piccolo, ma che a me sembrava il più bel fiume del mondo, registravo tutto quello che mi diceva mio padre meglio di una moderna videocamera digitale, non perdevo nessun gesto che faceva, cercavo di capire come lanciare, dove lanciare, come ferrare.. A coronamento della serata, non so come, ma riuscii a prendere la mia prima trota, che però ebbe un effetto molto deleterio, da allora non sono più riuscito a scrollarmi di dosso quella tremenda malattia, quella passionaccia per questo splendido pesce. Ancora oggi quando passo vicino ad un torrente di montagna, sento un brivido lungo la schiena, un fremito che mi spinge a fermarmi, a cercare di scorgere un bagliore, un lampo argentato che tradisca la presenza di lei, la regina dei nostri torrenti.

Alcuni anni più tardi vado a pesca con il nuovo fidanzato di mia cugina (adesso sono sposati da più di 20 anni!!) e lo vedo arrivare con una cannettina, un mulinello ed in fondo alla lenza attaccato un pezzo di metallo, all’inizio rimasi perplesso, poi vedendo l’efficacia di quel ‘coso’ chiamato cucchiaino volli provare anche io, quella sera stessa mi prestò una sua canna e andammo in un torrente. Penso che i miei genitori non glielo abbiano mai perdonato, in quanto da allora gli ho fatto spendere un patrimonio in canne, mulinelli e quintali di cucchiaini.

A volte però la vita è strana, e ci fa percorrere strade diverse da quelle che ci immaginiamo, infatti tra i 18 e i 22 anni a pesca cominciavo ad andarci poco, perché in realtà ero attratto da ben altre trote ……., poi ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie, e li è cominciato il casino, lei è rimasta incinta e ci siamo sposati alla svelta, all’inizio non è stato semplice, perché lavoravo solo io e con uno stipendio solo era dura, lavoravo molto e il poco tempo libero lo dovevo dedicare per forza di cose alla famiglia, poi si è ammalato mio padre, quindi tempo libero ancora meno.

Ogni tanto però la vita concede qualcosa, infatti qualche anno fa ho l’occasione di iniziare una attività per conto mio, che però mi lascia del tempo libero, i figli crescono e non c’è bisogno di seguirli passo passo (anzi sono loro che ti vogliono tra i piedi…), poi un giorno mia moglie decide di rimettere a posto il ripostiglio, ed esce fuori una mia vecchia canna da pesca, penso che la mia consorte non si perdonerà mai quella idea, perché da allora ogni minuto libero che ho (anche se adesso ne ho molto poco) lo dedico alla pesca, e non solo a trote, ma tutto quello che può rimanere attaccato in fondo ad un artificiale.

Lo scorso anno poi, girellando su internet, approdo sul sito di quei disgraziati degli Apostoli dello Spinning, in cui c’è anche una sezione dedicata all’autocostruzione, è stato un flash, perché mai e poi mai avevo pensato che fosse possibile realizzare qualcosa per lo spinning con le proprie mani. Morale della favola sono diventato un AdS e la sera faccio infuriare la consorte con qualche metro cubo di trucioli che lascio in cucina mentre cerco di realizzare qualche minnow.

 

 

 

 

  Black Bass & Co
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