VIAGGI DI PESCA

 

 

 

La mia America - Il Canada 2 - Territori del Nord Ovest - Lucci giganti

Testo e foto di Mauro Maccagnani (Sipadan) Genn. 2011

Nel 2010 decidiamo l'ultima “follia”, il viaggio al Gran Lago degli Schiavi, viaggio lungo e costoso ma che in passato è stato da tutti considerato il top della pesca al luccio nel mondo.

Solita organizzazione con l'amico Stefano che gestisce l'Irlanda, che ha testato il posto di persona l'anno scorso e che ha mostrato foto e video eccezionali.

Il viaggio è terribile all'andata.

Si parte con un ottimo Bologna  - Francoforte

Si pernotta a Francoforte perché la coincidenza è troppo stretta e approfittiamo per un giro in città con temperature estive.

Francoforte nel centro storico è bella, la passeggiata sul fiume piena di gente, si mangia discretamente e la sera ci si fa un paio di cocktail al fresco sul lungofiume.

peccato per l'albergo iraniano, scelto per scaramanzia, che definire bettola è un complimento immeritato con odori di muffa e un rarissimo bagno al piano eredità del 1800.

In pratica partendo da Milano si poteva fare un volo la sera, pernottare vicino l'albergo e ripartire la mattina.

I tubi sono subito un problema, da Bologna partiamo in tre, io e gli amici che hanno dormito da me.

Tra minacce, complimenti alle receptionist, tessere da frequent flyer e trattative da suck arabo li facciamo imbarcare per 80 euro due tubi dopo un'oretta di trattative.

A Francoforte il volo è intercontinentale, abbiamo più peso a disposizione e con poche moine a una receptionist di oltre 100 kg ce li imbarcano (visto che è arrivato un amico da Milano e le guide da Dublino abbiamo 4 tubi e ci siamo già distribuiti da un mese 60 kg di esche in 5, tra bagagli a mano, tubi e bagagli in stiva.

Ne bastavano 5 kg...... forse meno

Arriviamo dopo solo 14 ore di volo a Yellowknife via Calgary con cambio di aereo, è notte e andiamo a dormire dopo due foto in paese.

La mattina ricarichiamo tutto e andiamo come in un esodo all'aeroporto degli idrovolanti dove un capace bimotore ci carica in 8, si sono aggiunti due americani, con armi e bagagli, più due addetti del lodge, più benzina, viveri, bombole di gpl.. se si cade il funerale vichingo con le fiamme è assicurato!.

Teniamo presente che siamo ai margini del circolo polare artico con un clima fresco ma non freddo.

Dopo un'ora di volo, con i tappi nelle orecchie per il rumore, atterriamo e abbiamo attraversato il lago sul lato “corto” ovvero sui 100 km, su quello lungo ci voleva un jet essendo 400 km.

Ammariamo (raccomando a tutti il volo in idrovolante, è bellissimo, io avevo già volato alle Maldive e ci volo sempre volentieri) e capita il primo caso strano, attracchiamo al pontile e nella manovra causa vento forte lo stacchiamo... ottima manutenzione.

Lo riparano al volo e scendiamo accolti da qualche zanzara (sono poche e per fortuna sensibili all'OFF), qualche cane e lo staff del posto molto gentile.

Ci accomodiamo in due camere “essenziali” , minuscoli bungalow da terremotati, con un bagno solo (costante del viaggio) nella sala centrale del lodge da cui si gode una vista bellissima.

E ci va bene, fino a pochi anni fa si dormiva in tenda senza bagno con cucina autogestita.

Qui invece fanno da mangiare, alla canadese ok, ma c'è sempre qualcosa di pronto dalle 6 alle 9, dalle 12 alle 13 e dalle 18 alle 20.

Gli orari

Sugli orari di pesca c'è da dire

Qui è “buio” dalle 03 alle 05 e se c'è luna si vede benino da pescare, per il resto c'è il sole o luce abbondante come in un tramonto estivo da noi.

Decidiamo di norma di fare tre turni di pesca

8-12 e 15-18 e 20-24 e oltre per chi ha il fisico.

Lo spesso la sera o il pomeriggio non pescherò già soddisfatto dei turni precedenti

Le barche e le esche

Abbiamo a disposizione 6-7 barche in alluminio attorno ai 5 metri, in genere ne useremo 3 tranne che per certi viaggi dove ne useremo due, tutte con motore da 25 cavalli.

Come esche abbiamo usato di tutto e di più , con ancorette senza ardiglione comprate apposta e montate al posto delle originali sia perché molto efficaci che perché occorre ridurre il rischio di piantare un'esca con ardiglione in mano o peggio, l'ospedale è a un'ora di volo e costerebbe una follia organizzare un trasporto ad hoc.

Abbiamo anche pescato a mosca e a mosca con canne da spinning (spinfly).

Se ci fosse da portare una sola tipologia di esca? Ondulanti mepps cyclops che prendono sempre e ovunque, lucci grandi e piccoli anche pescando in modo molto approssimativo.

Obiettivamente di esche (salvo pescare a mosca, in cui il luccio ingoia molto) pescando con cavetti e trecciati grossi se ne perdono poche, io non ho mai visto tagliare a spinning e a casting il fluorocarbon del 100 (salvo pescare a mosca) e ho perso in tutto 2 o 3 esche, rompendo il trecciato o perché “distrutte” dai morsi dei lucci.

Le guide

Il posto è tale che per noi italiani abituati a poco pesce la guida costa tanto e serve a poco, solo se non si è in grado di guidare la barca.

Infatti le guide conoscono pochi posti, pescano col motore rigorosamente acceso (che disturba non poco) e portano i due americani in giri che spesso ci seguono facendogli prendere molto meno pesce di noi.

Il posto di pesca

Pescheremo sulle sponde del lago degli schiavi, che non ha nulla a che vedere con gli schiavi ma con la tribù indiana degli “slaves” o schiavi che viveva qui in estate.

Infatti qui da ottobre a maggio può fare -40 e venire troppo presto può portare a restare bloccati da ghiacci vaganti con freddo o se tardi ricevere le prime nevicate, infatti ricordiamo che siamo al circolo polare.

Si pesca di fatto in 15-20 spot tutti vicino a riva in quanto non è ragionevole cercare di navigare su un lago simile senza barche ben più adeguate, poi in realtà il più dei posti se ben pescato, può dare lucci.

In precedenza era possibile fare molti walleye ma quando siamo arrivati noi avevano già raggiunto acque più fonde e lontane.

Se il tempo ci avesse assistito avremmo passato un giorno andando con le guide a namaycush (grossi salmerini, qui definiti trote di lago) ma  non è stato possibile anche perché anche con la stagione avanzata le avremmo trovate in profondità con poche speranze a spinning dovendo ricorrere a pesca a traina.

Noi abbiamo trovato tempo variabile e un po di pioggia, veramente insolito in un luogo che è definito “deserto artico” dai geografi.

Inoltre abbiamo avuto una infelice combinazione di acque basse, alghe e acqua non trasparente, molto insolita.

Il limite dell'acqua bassa è stato nella difficoltà di navigazione, con frequenti blocchi sul fondo per fortuna fangoso dei motori e l'acqua non trasparente ha reso meno divertente spesso la pesca ma non meno proficua.

Che ci sia poco da vedere al di fuori della pesca mi pare ovvio, se interessasse prolungare il soggiorno conviene fare base a Calgary dove ci sono rodei e parchi ed è in pianura.

Cosa si vede e gli animali presenti

Contrariamente a quel che pensavo qui ci sono ben pochi animali da vedere, a parte le aquile che tentano a volte di insidiarci le esche e di cui abbiamo visto un esemplare al campo ferito.

Abbiamo visto un'alce e poco più.

Ma occorre sempre pensare al clima che a breve sarebbe diventato proibitivo.

La pesca

Il primo giorno nonostante un po di vento arriviamo in pesca su acque abbastanza trasparenti.

Peschiamo con trecciati da 65 libbre, cavi in acciaio o fluorocarbon, canne da casting da 3 once in su, da 2 quando ci si stanca.

Dopo un po di tentativi ci accorgiamo che sono molto attivi e mangiano a galla e inizia uno spettacolo indimenticabile.

Sei pescatori che recuperano esche diverse a galla, con attacchi continui a galla tanto da non capire che esca seguano, fino a che una botta forte indica che un luccio ha trovato l'esca e l'ha presa in bocca; non mancano due, tre o quattro canne simultaneamente in tiro.

E in acqua cade di tutto:  wtd (walking the dog), propeller, grossi popper, jerk di superficie, gomma recuperata a palla, filibustieri oversize, da 30 a 200 grammi e da 10 a quasi 30 cm.

Molti di questi erano realizzati ad hoc da me e alcuni amici e molti testati (tra molte risate degli astanti) presso i laghi FIPS alla SAPABA a Pontecchio.

E tutto viene attaccato (e spesso sbagliato) dai lucci.

Io provo 10 o 12 esche e prendo con tutte o quantomeno vedo molti attacchi, in certi istanti l'acqua esplode più volte a distanza ravvicinata segno che l'attacco è portato da più lucci.

Infatti qui è incredibile, ma trovati i lucci ci si accorge che sono in grandi branchi, da 40 cm a ben oltre il metro fino a 120 cm, almeno noi non siamo stati in grado di passare 1,20 metri :-).

Qualche metro esce anche in questo pomeriggio che è la prima uscita.

Io la sera faccio il cambio di alcune ancorette e non esco ma ne prendono pure quella sera.

Dopo di che non si ripeterà più un simile giorno su esche a galla complice un progressivo intorbidimento delle acque dovuto  al vento e a un po di piogge sparse.

Il giorno dopo cominciamo a battere i posti più noti, talvolta tornando a pranzo se vicini o stando via con panini dalla mattina alle 18.

Si verifica da subito l'effetto devastante degli ondulanti (tutti o quasi) e specie dei mepps cyclops tanto che dopo un po verranno usati per gare amichevoli o per ridere in quanto semplicemente TROPPO efficaci, non prima che tutti li testiamo perché increduli di tanto effetto.

Cominciano a comparire con frequenza lucci da 105, 110 e oltre con una varietà di esche e di tecniche impressionanti, ma comincia ad emergere una certa preferenza dei lucci per i jerk side to side (ovvero che fanno un regolare destra sinistra) recuperati senza jerkate a velocità sostenuta.

Un jerk color carpa, realizzato dal mio amico Cepi2, semina il terrore per un giorno fino a che un motore non taglia il trecciato.

I miei amici pensano che li abbia finiti ma non sanno che io ho solo 4 kg di esche..ma tutte di questo tipo.

Ovviamente chiunque può usare tutte le esche e le canne in barca nel nostro gruppo, più volte offriamo canne ed esche agli americani ma loro si accontentano della loro pesca e delle loro catture con rotanti, ondulanti e piccoli minnow.

Da qui in avanti pescherò quasi solo con questi jerk, miei, di Cepi2, di Bassunter, del Gatto <noti autocostruttori di esche>  essenzialmente recuperati a palla nel modo che sarà definito come “dritto x dritto x 3,14” e occasionalmente a galla con pesci di gomma da ben 2 euro alla coppia.

I ragazzi del gruppo comprendevano una selezione di bravissimi pescatori di lucci italiani, espertissimi a jerk e a altre esche con anni di pesca all'attivo ma con ancora tanta voglia di scherzare e di spiegare e apprendere nuove tecniche.

Qualcuno per esempio il primo giorno ha ereditato una mia esca troppo pesante per la schiena -oltre 200 grammi per 30 cm- e ne ha fatto un uso ben oltre quel che  potevo pensare, in virtù di tecnica (e fisico) non comuni.

Dopo un giorno in posti noti attacchiamo un posto un po più lontano con tre barche e uno spirito sempre più goliardico.

Dopo molte catture prendiamo terra per mangiare panini e berci una birra e peschiamo con una canna in plastica di Barbie con mulinello incorporato in plastica e prendiamo tutti almeno un pesce montando il classico ondulante cyclops.

A questo punto io di solito pesco con jerk side to side, un paio con diver più o meno grossi, uno insiste su minnow e esche strane top water e gli altri provano a mosca sia da riva che dalla barca.

Tutti nei giorni successivi ove possibile in pausa pranzo proviamo a mosca o a spinning con grosse mosche piombate e fatta salva la difficoltà a lanciare (io sfrutto l'altezza delle rocce sull'acqua per aiutarmi con la coda di topo) le catture si susseguono quasi più che a spinning.

Occorre montare terminali flessibili ma non in fluorocarbon ma la mangiata, spesso a vista, è frequente.

Arriviamo a uno dei giorni topici, la baia di Midway.

Mentre gli altri del gruppo facevano riprese video ancoriamo la seconda barca davanti a una baietta.

Per ore ogni lancio è un attacco, o meglio più attacchi in caso il primo si slami, tutto su tre jerk tanto che uno risulterà distrutto e sarà abbandonato sul lago, uno devastato dai morsi e uno messo fuori servizio perché si stanno muovendo gli anellini che tengono le ancorette.

L'esca distrutta era un jerk che funzionava a metà via tra i diver e i glider.

È il pomeriggio di pesca più intenso che ricordi, credo irripetibile per la continuità delle mangiate spostandosi di pochi metri in qualche ora.

Credo che almeno venti volte le canne fossero entrambe in tiro, con taglie tra i 60 cm e il metro.

Da ricordare un giorno risalendo il fiume vicino al lodge, tra terribili secche che ci hanno costretto a remare e spingere ma che hanno portato in barca parecchi over metro e (purtroppo solo) visti lucci veramente grossi, stimati oltre 130 cm.

Un cenno sui pesci presi, al 99,9% lucci tra cui qualche luccio “silver” dalla livrea chiara e meno marcata, attivi per ore ogni giorno che se ricercati si trovavano spesso in acque diverse, ma si trovavano con regolarità.

Punte di lucci da 120 cm con parecchi esemplari oltre i 110  e i 115.

A volte ci sono stati momenti magici, una serata in cui ero a pesca in acqua torbida e su un mare di alghe sono usciti più animali oltre 110 cm e fino a 119!

E che dire delle pescate a mosca sia con la coda di topo che con canne da casting con piccole modifiche per appesantire e rendere lanciabili le mosche?

Non appena la mosca cadeva in acqua (si parla di “mosche” di 10 cm) si vedevano ombre che si avvicinavano e a vista si inlamava, veramente emozionante anche per chi non sa pescare correttamente a mosca.

I giorni più entusiasmanti, non per le catture, ma per il divertimento sono stati quelli in acqua limpida in cui si vedeva in diretta l'attacco del luccio.

Riepilogando è un viaggio lungo, costoso, non comodissimo ma il top che io abbia mai vissuto con tanti, tanti lucci.

Ovvio che sia difficile da organizzare ma se vi capita... non esitate.

A detta di tutti gli esperti sentiti è uno dei top ten lodge per i lucci.

Se non è il primo vorrei vedere gli altri.. ma c'è tempo.

 

Questo è quanto , un saluto a tutti e buona p...ermanenza sul nostro sito.

Mauro Maccagnani (Sipadan)

 

 

 

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