ARTIFICIALI & Co

 

 

 

 

Crank bait antiramo  
con il paraurti fai da te

Ovvero come attrezzare il nostro crank bait per utilizzarlo negli ambienti piu' difficili

   

Testo e foto di Gianni Burani
(Ultimo aggiornamento  Magg. 2005)

 

 

Personalmente,  amo particolarmente, utilizzare il crank bait  quando pesco a ridosso di  ramai e di piante sommerse alla ricerca del  bass  o del luccio. E' proprio di questo che voglio parlare in questo scritto ossia di una modifica pensata e realizzata per sfruttare in maniera specifica il crank di profondità  nei ramai piu' intrigati e per renderlo- se possibile - ancora piu' antiramo.

Tronchi sommersi e ramai sono ambienti che offrono un riparo veramente unico ed è fortemente probabile che un bass o un luccio, abbia eretto proprio li la sua dimora, sentendosi in quel luogo nascosto, protetto e sicuro.

L'artificiale che si trova a transitare in questa zona, visto o   intravisto dal pesce o magari solo sentito per il suo picchiettare sui rami, diventa  irresistibile. Inoltre, è molto probabile che in questi ambienti usati dal pesce  anche per il  riposo e la sosta , venga attaccato semplicemente per la difesa del territorio, irritazione o reazione istintiva

Il problema è che in queste zone   è estremamente facile lasciare il nostro artificiale agganciato ad un ramo e questo  scoraggia il pescatore che spesso sceglie di  stare alla larga da ostacoli e ... pesce.

Il crank bait ... con il paraurti

Per realizzare un crank fortemente antiramo quindi ho pensato a questa soluzione  molto semplice ma  devo dire anche piuttosto efficacie.

Si tratta di una armatura anteriore, una specie di paraurti da cui il nomignolo che gli ho dato, con il profilo che scorre distante e parallelo al profilo della paletta. Funziona in pratica come una paletta allargata ma senza opporre resistenza all’acqua e quindi senza generare effetti anomali di movimento o resistenza all'acqua.

 

Il concetto è molto semplice ossia ampliare il cono di protezione sulle ancorine ed anche l'effetto leva dalla paletta in modo tale che incontrato un ostacolo, esso possa essere superato con ancora piu' facilità. Infatti una volta che il paraurti incoccia contro un ramo ,  si forma  una lunga leva ed il crank ruota, devia, si ribalta, insomma riesce a superare l’ostacolo in scioltezza e senza intoppi. In questo modo possiamo osare quel poco di più e lanciare il nostro crank bait in un punto che probabilmente nessun altro pescatore ha battuto prima di noi, vuoi solo per la paura di perdere un costoso artificiale. 

Suggerisco inoltre, per incrementare ulteriormente le difese , di proteggere le ancorette con il  sistema antialga per ancorette. Con l'artificiale cosi protetto non avremo veramente più scuse. 

Due parole sui difetti della soluzione. Come qualcuno mi ha fatto giustamente osservare, lo spazio che si forma tra paletta e paraurti potrebbe esso stesso diventare un trabocchetto fatale per il nostro artificiale, in particolare se un ramo ha intenzione di infilarsi proprio li. Questa è una possibilità, non si puo' negare, ma devo aggiungere che la probabilità che ci si infili un ramo talmente grosso da non potere essere  divelto è piuttosto bassa. Infatti il crank oscilla piuttosto intensamente nel suo procedere e la luce utile per l'intrusione è  veramente minima, solo per rametti piccoli e fragili appunto... legge di Murphy a parte...

Un  inconveniente che invece ho riscontrato  spesso,  è tendenza del paraurti a raccogliere  alghe. Questo avviene anche con un crank normale per via della grande paletta, ma con il paraurti assume una frequenza irritante. Ecco perchè è una soluzione specifica da usarsi preferibilmente in  ambienti privi di alghe come tronchi sommersi e ramai.

Mentre scrivo il mercato non offre molto di concettualmente analogo. L'unico che sono riuscito ad individuare e' un crank bait della Evergreen , ben  pubblicizzato sulle riviste di settore ma tuttavia praticamente introvabile. Esso presenta una lamella in titanio sulla parte anteriore della paletta che dovrebbe respingere indietro l'artificiale una volta che incoccia l'ostacolo. Il funzionamento differisce nella sostanza dal paraurti ma l'obbiettivo è il medesimo ossia complicare la vita alla forza di attrazione che i rami esercitano sulle ancorine...

Il fatto che i produttori non amano buttarsi a capofitto su queste soluzioni costruttive ha una sana ed anche ineccepibile motivazione di carattere commerciale. Gli artificiali che non si perdono o che si perdono meno non si vendono o si vendono meno ...

Non rimane quindi che l'autocostruzione. Vediamo come fare.

Dopo avere realizzato l'artificiale grezzo (questi  nelle immagini sono bi-materiali in resina e balsa, ma puo’ andare bene anche un qualsiasi artificiale in legno a condizione che sia duro) e realizzato il paraurti in acciaio (inox, o armonico) del diametro 0,8mm (anche fino a 1,2mm per grossi crank), si fanno due fori con il trapano nel corpo (se è un bimateriale nella parte in resina ) usando una punta con diametro leggermente superiore al diametro del filo del paraurti. Il foro deve essere fondo 10mm o piu'.  Si chiudono temporaneamente i fori con un tappo (io uso pezzi di antenne in plastica di vecchi galleggianti), e si vernicia il tutto. Prima di mettere il protettivo finale si inserisce ed incolla il paraurti con attak.  

Ricordo di tenere conto  preventivamente,  in fase di piombatura dell'esca, del peso del paraurti. Essendo in acciaio, puo' infatti  influenzare  l'assetto.

Non lo ho mai sperimentata, ma credo che la soluzione sia eseguibile anche su artificiali commerciali. L'avvertimento che in questo caso mi sento di dare, è di fare attenzione a dove e soprattutto come si fanno in fori per l'armatura. Molti crank commerciali in plastica infatti non hanno l' armatura interna continua ed un foro troppo profondo potrebbe interessare proprio la parte strutturale che vincola l'occhiello delle ancorette.

Inoltre, ma questa è una raccomandazione veramente per i costruttori più raffinati e pignoli, il paraurti tende solitamente ad amplificare l'oscillazione laterale dell'artificiale. In pratica con il paraurti puo' capitare che lo stesso artificiale tenda ad oscillare in maniera piu marcata intorno al suo asse. Per compensare questo movimento più marcato, se lo ritenete un difetto, occorre lavorare preventivamente sulla disposizione dei pesi cercando di abbassare leggermente il baricentro.

ciao, buon divertimento e buona  permanenza sul nostro sito.

Gianni Burani  cjnbuCHIOCCIOLAtin.it

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